Tra le tante sorprese vissute nel 2017, il successo di Jelena Ostapenko al Roland Garros è forse la più clamorosa. A inizio torneo, un suo successo pagava 100 volte la cifra messa in gioco. Eppure, nel giorno del suo ventesimo compleanno, la lèttone si è aggiudicata il suo primo titolo battendo Simona Halep, peraltro rimontando uno svantaggio di 4-6 0-3. L'ultima giocatrice così giovane a vincere uno Slam era stata Maria Sharapova allo Us Open 2006: nemmeno Masha, tuttavia, aveva sparato 54 colpi vincenti in una finale. Manco a dirlo, il successo l'ha resa un personaggio internazionale e una stella assoluta nella sua Lettonia. Per intenderci, la compagnia aerea Air Baltic le ha fatto vivere dalla cabina di pilotaggio il viaggio di ritorno verso Riga. Anche il resto della stagione è stato discreto, segno che Jelena (o Aljona, che dir si voglia) è entrata in una nuova dimensione: quarti di finale a Wimbledon, terzo turno a New York, qualificazione per le WTA Finals. Già che c'era, ha giocato bene anche in Asia. Si è presa il titolo numero 2 a Seul e ha raggiunto le semifinali a Wuhan e Pechino. Esaurita la collaborazione con Anabel Medina Garrigues, è ripartita dal coach australiano David Taylor, che in queste settimane si è affiancato all'inseparabile mamma Jelena Jakovleva. L'Australian Open sarà un torneo speciale per Taylor: vuoi perché è un indigeno, vuoi perché con la Stosur non si è mai tolto grande soddisfazioni nello Slam di casa.
TROPPI DOPPI FALLI
Per essere competitiva già a Melbourne, la Ostapenko deve sistemare il servizio: lo scorso anno è stata la giocatrice a commettere più doppi falli (ben 380), dato leggermente mitigato dallo straordinario rendimento in risposta: ha vinto il 46,4% dei turni di risposta. Ha fatto meglio di lei soltanto Sara Errani, che però ha giocato meno partite. Inoltre è una lottatrice, poiché ha vinto ben 19 partite al terzo set. Non le manca certo il carattere, come ha mostrato a Wimbledon (quando se l'è presa con Sergio Giorgi per un presunto atteggiamento antisportivo, durante il match contro Camila) e allo Us Open (dove praticamente non ha dato la mano a Daria Kasatkina). Nel periodo di offseason ha alternato la preparazione ad alcuni impegni promozionali e la sua grande passione: il ballo. Rispetto a dodici mesi fa c'è molta più pressione, sia per le aspettative che per la cura con cui le avversarie l'affronteranno. A Melbourne, il primo ostacolo si chiama Francesca Schiavone. L'azzurra, 37 anni e mezzo, ha scelto di volare direttamente a Melbourne dopo aver smaltito la storta alla caviglia patita nel pre-season. Sarà una partita complicata, la Schiavone troverà certamente un modo per metterla in difficoltà. Un esame di maturità per una ragazza con mille ambizioni: a chi si domanda se l'exploit di Parigi resterà isolato, la Ostapenko replica dicendo che vuole vincere tutte le quattro prove del Grande Slam. Così, giusto per far capire chi comanda. O vuole comandare.