Certe cose non fanno più notizia, ma non parlarne sarebbe come legittimarle. E allora è opportuno sottolineare le minacce che tanti tennisti ricevono via social network, soprattutto dopo una sconfitta. La dinamica è chiara: scommettitori delusi per aver perso soldi “a causa” di questo o quel giocatore, sul quale avevano riposto la loro “fiducia”, sfogano la loro frustrazione con messaggi minatori più o meno fini a se stessi. Il gioco è una dipendenza, si sa, e porta a reazioni sconsiderate. L'ultimo a rendersene conto è stato Kyle Edmund. Il britannico, classe 1995, è il tipico bravo ragazzo. Gentile, affabile, tranquillo. Di certo non pensava che il suo profilo Facebook sarebbe stato preso d'assalto dopo la sconfitta, peraltro onorevole, contro Novak Djokovic a Indian Wells. Il suo caso è emblematico: sembra che nemmeno giocare alla pari contro il numero 2 del mondo possa mettere al riparo dalle minacce più assurde. Siamo entrati in un circolo vizioso da cui è complicato uscire, almeno fino a quando le scommesse saranno così diffuse (e, in certi casi, persino benefiche per il tennis: pensate ai tornei, Australian Open compreso, che hanno un bookmaker tra i propri sponsor). Edmund ha mostrato gli screenshot di un paio di messaggi ricevuti dopo il match contro Djokovic: “Ecco i clienti più soddisfatti a seguito del torneo di Indian Wells” ha scritto Kyle, mostrando due serie di messaggi pervenute al suo account.
“DOVREBBERO TAGLIARTI LA GOLA”
Il più brutale arriva da un utente anonimo, che ha già cancellato il suo account: “Devi essere brutalmente violentato a macellato…tagliato a piccoli pezzi”. Come se non bastasse, ha aggiunto: “Bisogna tagliarti la gola e il tuo corpo in decomposizione, infestato, dato in pasto a maiali selvatici. Ho intenzione di annientarti”. Al di là del contenuto, talmente assurdo da far pensare a qualche problema di natura mentale, viene da domandarsi come sia possibile che l'utente abbia scommesso così tanti soldi a favore di Edmund contro Djokovic! L'altro soggetto esposto al pubblico ludibrio è un danese di nome Anders Kring: “Fai schifo…hai avuto paura di battere il più grande. Sei e resterai uno stupido giocatore da Challenger senza vittorie”. In questo caso, la dinamica è più riconoscibile. E' probabile che Kring avesse pensato che Edmund potesse battere un Djokovic non al massimo, o almeno portarlo al terzo set, e si sia arrabbiato dopo che il suo “cavallo” aveva perso tutti i punti importanti. In effetti, il match aveva dato qualche ragione per una discreta oscillazione di quote: nel secondo set, Edmund era salito 3-0 salvo poi perdere al tie-break. Non è la prima volta che il numero 46 ATP è oggetto di minacce del genere. Lo ha detto anche papà Steven: “Kyle riceve spesso messaggi del genere. Accade spesso quando perde, ma talvolta persino dopo una vittoria!”. Edmund l'ha presa con ironia, ma su un argomento delicato come il cyberbullismo non si può scherzare. Il fenomeno è già costato la carriera a una giocatrice (Rebecca Marino), ma ciò che preoccupa è che non esiste una concreta possibilità di arginarlo, salvo il divieto delle scommesse. Che però avrebbe effetti collaterali forse peggiori, come il rilancio del mercato nero. Una brutta gatta da pelare.