Fabio Fognini vince e finalmente convince al ‘500’ di Rio De Janeiro, centrando i quarti di finale dopo il facile 6-3 6-2 a Pablo Andujar. Flavia Pennetta invece cede alla Wozniacki a Dubai, ma è in netta ripresa. 

Non sono riusciti a vincere entrambi, ma per la prima volta da inizio stagione sia Fabio Fognini sia Flavia Pennetta, la coppia del tennis azzurro, hanno regalato ottimi segnali. A vincere è stato il ligure, capace di conquistare due match nello stesso torneo per la prima volta da agosto, quando arrivò ai quarti a Cincinnati, unico acuto di una seconda parte di 2014 al di sotto delle aspettative. Fabio ce l’ha fatta all’ATP 500 di Rio de Janeiro, tornando a mostrare quel tennis di variazioni e accelerazioni, corsa e tocco, che quando funziona a dovere è croce per gli avversari e delizia per gli occhi di chi guarda. Lo sa bene lo spagnolo Pablo Andujar, al tappeto in poco più di un’ora con un 6-3 6-2 mai in discussione, il miglior match del numero uno azzurro da lungo tempo a questa parte. L'allievo di Josè Perlas ha fatto tutto bene, cancellando quattro palle-break sull’1-2 del primo set e poi iniziando a imporre il suo gioco, agevolato da un avversario non impeccabile. Il tennista di Cuenca ha sbagliato tanto, troppo per la sua fama di grande lottatore, ma i meriti sono anche di Fabio, sempre concentrato e aggressivo, determinato a prendersi questo successo. Ha allungato sul 2-2 e ha sempre giocato con le idee chiare, manovrando col solito drittone potente e preciso sino ad arrivare a servire per il match sul 6-3 5-1. Non è riuscito a chiudere in bellezza, regalando il primo break del match con due doppi falli e altrettanti gratuiti, ma si è preso il successo poco dopo, aiutato da quattro errori dell’avversario. Unica pecca, lo scarso rendimento con la seconda di servizio: nel secondo parziale gli ha fruttato appena quattro punti su diciassette. Tuttavia, Fabio l’ha vinto per 6-2, chiara dimostrazione di come tutto il resto abbia funzionato alla perfezione. Finalmente. Ora però non bisogna fermarsi, a partire dal quarto di finale abbordabile contro Federico Delbonis, battuto due anni fa nella finale del ‘500’ di Amburgo, il trofeo più splendente nella bacheca dell’azzurro. In palio 150 punti che valgono oro e una probabilissima semifinale tutta da giocare contro Rafael Nadal, per tornare a respirare quell’aria che mette i brividi.
 
FLAVIA CADE AI QUARTI, MA PUÒ SORRIDERE
A sorridere per il bel successo di Fabio c’è ovviamente anche Flavia Pennetta, battuta 7-5 6-0 da Caroline Wozniacki nei quarti del WTA di Dubai. La brindisina ha approcciato il match in maniera non impeccabile, accettando troppo spesso i lunghi, lunghissimi scambi proposti della rivale, senza mai riuscire a imporre il proprio tennis. Battere la maratoneta danese sulla distanza è difficile per tutte, e Flavia avrebbe dovuto (e potuto) prendersi qualche rischio in più, specialmente in un primo set di oltre un’ora che l’ha vista condurre per due volte di un break, ma lasciarsi subito riprendere. Dal 5-5, raggiunto a fatica con un game riaperto da 0-30, non c’è più stata partita: l’azzurra è rimasta a corto di energie, sino a raccogliere appena otto punti nel secondo parziale. Ha comunque trovato il modo di guadagnarsi una palla-break, sullo 0-2, ma a vanificarla ci ha pensato la difesa della numero 5 Wta, mai doma sino all’ultima palla, anche quando era chiaro a entrambe come sarebbe andata a finire. Alla Pennetta è mancata un po’ di convinzione, minata dal faticoso inizio di stagione, ma il torneo degli Emirati le lascia comunque in eredità più di un segnale positivo, anche alla luce della maniera in cui era iniziato. Prima con la mancata iscrizione, risolta con la wild card gentilmente concessa dagli organizzatori, e poi con un match d’esordio quasi perso contro la tedesca Julia Goerges, arrivata a condurre 6-2 5-2. Flavia ha rimontato vincendo il primo match stagionale, e poi se n’è presa altri due, bissando i quarti di dodici mesi fa (quando il torneo era di categoria inferiore) e scuotendo finalmente il suo 2015. Ci voleva, a meno di un mese dal Premier Mandatory di Indian Wells, che lo scorso anno ha dato una svolta positiva alla sua seconda carriera, regalandole il titolo più prezioso di sempre. Nel deserto californiano dovrà difendere 1000 dei suoi circa 2500 punti WTA: una cambiale pericolosissima, ma che negli ultimi giorni fa un po’ meno paura.