HANNO DETTO – In una conferenza stampa-fiume, Garbine Muguruza analizza il suo magnifico successo a Wimbledon, e non solo. Racconta che un tempo giocava in difesa, e non amava l'erba. "Poi ho cambiato: non so come, ma in questo torneo ha funzionato tutto nel modo giusto". Venus Williams, invece, ha poca voglia di parlare. Dà tanti meriti alla spagnola, e lancia la sfida per i tornei in arrivo: "sento di poter fare ancora meglio".GARBINE MUGURUZA
“Arrivo sempre molto motivata ai tornei del Grande Slam. Da quando nel 2015 ho perso la finale in questo torneo, ho sempre desiderato di riprovarci e regalarmi un finale diverso. Quest’anno mi sentivo bene, mi sentivo preparata, e match dopo match le sensazioni erano sempre migliori, il mio livello di gioco è andato in costante crescita, e oggi ho giocato molto bene”.
“Sapevo che mi aspettava una finale complicata, perché avevo osservato Venus e sapevo che stava giocando molto bene. Quando ho avuto due set-point contro nel primo set (sul 4-5, ndr) non mi sono sorpresa. È una cosa normale, sto giocando a Wimbledon contro Venus Williams. Mi sono solo detta di continuare a lottare, e che se fossi andata avanti a giocare come nelle ultime due settimane un’opportunità sarebbe arrivata. Sono rimasta tranquilla, e anche se avessi perso quel set ne avrei avuti altri due a disposizione. Quindi niente drammi”.
“Forse all’inizio del match sono stata un po’ troppo aggressiva, troppo affamata di vincere i punti, e ho sbagliato qualche palla di troppo. Ma non mi sono preoccupata, sapevo che invece di finire lunghi i miei colpi potevano presto finire dentro le righe, e col passare dei minuti mi sono sentita meglio. Sapevo che era solo questione di tempo, per superare il primo impatto con la partita”.
“Sono soddisfatta di come ho gestito l’incontro, ho fatto tutto ciò per cui mi ero preparata. Quando entri in campo, vedi il pubblico, lo senti, e ti accorgi che sta giocando di nuovo una finale a Wimbledon, non sai come i nervi possano reagire”.
“In campo mi sono sentita bene. Ho vinto il primo set, e nel secondo ho cercato di andare via il più velocemente possibile, per evitare complicazioni. Sapevo benissimo che sarebbe stato difficile, ma sono felice di come è andata. Ho giocato bene fin dall’inizio, ho tenuto un livello alto nonostante ci fosse parecchia tensione, e anche quando mi sono accorta che stavo per vincere sono rimasta molto tranquilla”.
“È difficile trovare il modo per far funzionare tutto bene: il fisico, la testa, la mente. A volte sei stanca, altre hai dei dolori, altre ancora manca la fiducia. Invece in questo torneo sono riuscita, in qualche modo, a far funzionare tutto bene nello stesso momento, e a competere sempre a un livello alto”.“Venus ha vinto cinque volte questo torneo, sa come giocare qui e come vincere. Per me era una bella sfida affrontarla in finale qui, anche perché sono cresciuta guardandola in televisione. Ho due fratelli, quindi da giovane ho guardato anche un sacco di tennis maschile, ma a livello femminile le Williams hanno dominato la scena per tanti anni, e le ho sempre viste, a Wimbledon, allo Us Open e negli altri tornei. È qualcosa di incredibile scendere in campo e vincere contro una tennista che è stata come un modello per me”.
“Sono davvero sorpresa della fame di vittorie che Venus ha ancora. Ha vinto praticamente tutto, e non è più così giovane, ma continua a dimostrare la sua forza. Non so se alla sua età io sarò come lei. Probabilmente no, perché è una giocatrice unica. Continua a vincere, quest’anno ha disputato due finali nei tornei del Grande Slam, e attualmente è una delle giocatrici più forti in circolazione”.
“Ho giocato per la prima volta sull’erba a 17 o 18 anni, nelle qualificazioni di Wimbledon. All’inizio non mi piaceva, ci ho messo un po’ ad accettare il fatto di dovermi adattare e basta. Poi, quando ho ottenuto la finale di due anni fa, tutto è cambiato. Ho capito che il mio gioco funziona bene su questi campi, ho iniziato a guardare l’erba in modo positivo, e ha cominciato e piacermi. Il cambio di punto di vista ha fatto una grandissima differenza”.
“Un tempo il mio tennis era fatto di corsa e difesa. Diciamo uno stile spagnolo, da terra battuta, molto fisico. Poi il mio corpo ha iniziato a cambiare. Sono cresciuta molto, le mie braccia si sono allungate, e ho sentito la necessità di cambiare. Anche perché nel circuito professionistico non ci sono tanti tornei sulla terra battuta, si gioca di più sul cemento. Quindi ho capito di dover giocare in maniera più aggressiva, anche per sfruttare la mia altezza. L’ho fatto, e sull’erba funziona molto bene”. VENUS WILLIAMS
“Mi sarebbe piaciuto convertire uno dei due set-point nel primo set, ma Garbine ha giocato veramente bene, meglio di me. Complimenti a lei: ha giocato un match di alta qualità. Ho avuto due ottime settimane, e ora guardo con positività al resto della stagione. C’è sempre qualcosa da imparare, sia dai match che vinci sia da quelli che non vinci. Quindi posso imparare qualcosa anche da questo”.
“La differenza fra il primo e il secondo set l’hanno fatta gli errori. Certi errori non te li puoi permettere. Ho cercato spesso il vincente, e non ha funzionato. Avrei dovuto sbagliare meglio. Nel secondo set ho anche provato ad andare a rete un po’ più spesso, ma lei si è difesa benissimo, giocando dei gran passanti che hanno aumentato ancora di più il divario fra noi due. Le hanno dato tante opportunità, ed è stata brava a prendersele”.
“Questo torneo mi dice che sono in una buona posizione, in quella che lotto ogni giorno per conquistarmi. Quest’anno sono stata spesso in lotta per vincere i grandi tornei, e ora devo solo cercare di superare la linea di fronte a cui per ora mi sono sempre fermata. Credo di potercela fare”.
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Maestrale o ponentino
Dai successi di Berrettini a quelli dell’uragano Sinner, in attesa dell’anno che verrà: che aria tira nel tennis italiano?...