Nuovo direttore del torneo per lo storico AON Open di Genova. Assume l'incarico Sergio Palmieri, già direttore degli Internazionali d'Italia. Esce di scena Giorgio Tarantola, sotto la cui direzione il torneo aveva vinto il Best Challenger Award. Perché questa decisione?

L'assenza di un secondo torneo ATP nel suolo italiano è compensata da 22 tornei Challenger. Non è la stessa cosa, ma la presenza di così tanti eventi rimane un'ottima notizia. Nelle sue 14 edizioni, l'AON Open Challenger di Genova si è costruito uno spazio importante. Ad oggi è il più ricco insieme a Caltanissetta. Proprio come il torneo nisseno, anche Genova (la cui 15esima edizione è prevista dal 3 al 10 settembre) aumenta il montepremi a 127.000 euro, l'equivalente di 150.000 dollari, il massimo per la categoria. Nella presentazione effettuata giovedì, tuttavia, una notizia ha destato l'attenzione: il nuovo direttore del torneo sarà Sergio Palmieri. Proprio lui, una delle figure più importanti in seno alla Federazione Italiana Tennis. Nel comunicato stampa di presentazione, il torneo ha elencato i suoi incarichi: “Direttore Organizzativo della FIT, Direttore degli Internazionali d’Italia e Coordinatore del Settore Tecnico che si occupa inoltre di organizzare tutti gli incontri di Coppa Davis e Fed Cup”. In realtà, Palmieri è anche direttore del Trofeo Bonfiglio, neo-presidente del Comitato Regionale Lombardo e prossimo direttore delle imminenti Next Gen ATP Finals. Per questo, pochi si aspettavano una sua nomina anche a Genova, a maggior ragione in un torneo in perfetta salute. Grazie a un'efficace strategia di comunicazione, unita alla qualità dell'evento, spesso gli organizzatori azzeccano il tutto esaurito allo Stadio “Beppe Croce”, uno dei pochissimi impianti tennistici permanenti sul suolo italiano. Anche per questo, nel 2014 Genova si è aggiudicata il Best Challenger Award, riconoscimento riservato al miglior Challenger al mondo (va detto che il premio fu condiviso con Braunschweig). Negli ultimi anni, il torneo è stato diretto da Giorgio Tarantola, ex arbitro ATP e già direttore di diversi Challenger (Lugano, Monza e Alessandria). Per questo, la notizia della sua uscita di scena ha sorpreso un po' tutti.

NIENTE TORNEO ATP
La qualità e l'esperienza di Palmieri è fuori discussione: dall'alto dei suoi 71 anni (ne compirà 72 a novembre) vanta un background notevole, tanto da essere stato addirittura manager di John McEnroe: sulle prime, qualcuno ha pensato che il suo arrivo potesse preludere a un'ulteriore crescita del torneo genovese, magari fino a diventare un ATP 250. In realtà, tale scenario non è possibile. In primis, la struttura non è sufficiente: nel parco di Valletta Cambiaso ci sono appena 4 campi in terra battuta (di cui 3 con dimensioni regolamentari) più uno in cemento, mentre per un torneo ATP ce ne vogliono otto. Fu lo stesso Mauro Iguera, presidente del Comitato Organizzatore, ad allontanare l'ipotesi di un salto di categoria. Ecco la sua testimonianza in una nostra inchiesta di qualche anno fa, proprio sull'assenza di tornei ATP in Italia. “Organizzare un torneo ATP è un rischio imprenditoriale vero e proprio. Anche se organizzassimo un torneo del circuito maggiore, non solo non riusciremmo a portare Nadal o Djokovic, ma probabilmente nemmeno un Berdych. Credo che in Italia solo Milano, Torino e forse Napoli avrebbero il bacino d’utenza necessario per sostenere un torneo di questo livello. Noi a Genova non abbiamo una situazione imprenditoriale che consente di trovare sponsorizzazioni adeguate” e proseguiva. “Abbiamo preso in considerazione la possibilità di crescere: siamo nati per scherzo e poi siamo cresciuti parecchio. La nostra cena di gala e gli eventi collaterali non hanno nulla da invidiare ad un torneo ATP. In tanti mi hanno chiesto di provarci, ma non sono sicuro che ne valga la pena. Sinceramente mi sono accorto che il torneo funziona quando vanno bene gli italiani. Per le finali Fognini-Naso e Fognini-Starace abbiamo fatto il tutto esaurito. Siamo sicuri che con il numero 30 ATP faremmo altrettanto? Poi sono un po’ deluso dal seguito che hanno i tornei ATP in giro per il mondo. Mi è capitato di vedere tornei con pochissimo pubblico. Fai una fatica incredibile per portare il numero 30, ma poi non sai come va a finire" . E allora perché non si va più avanti con Tarantola? Abbiamo provato a chiederlo al diretto interessato, ricevendo in risposta un cortese “no comment”. Tuttavia, altre fonti vicine al torneo raccontano di qualche episodio spiacevole avvenuto nella passata edizione e in nessun modo imputabile all'ex direttore. Certe cose, in effetti, erano visibili a occhio nudo. In primis le condizioni dei campi, con qualche buca di troppo e definite addirittura “pericolose” da alcuni giocatori. Senza dimenticare situazioni strane per un torneo di cotanta esperienza e qualità: ombrelloni troppo grandi accanto alle sedie dei giocatori, molto complicati da aprire per i raccattapalle, nonché l'assenza di una vera controlleria nei punti cardine (a bordocampo sul centrale e nei pressi della players lounge), persino la scritta “Genova” accanto alla rete di metà campo non era a favore di telecamera.

VALLETTA CAMBIASO CAMBIERA' GESTIONE
Nonostante le reiterate richieste della direzione del torneo e degli esponenti ATP, gli interventi richiesti non furono effettuati. Sulle ragioni di tutto questo circolano storie e nomi che, senza alcuna conferma, non è il caso di riportare. Noi ci limitiamo a quello di cui siamo assolutamente certi: durante l'ultima edizione, e più in generale dopo l'assegnazione del Best Challenger Award, il torneo ha perso qualcosa pur mantenendo i suoi punti forti: la cena di gala e i due eventi di intrattenimento (peraltro previsti anche quest'anno: martedì 5 settembre si esibiranno Daniele Raco e i ‘Soggetti Smarriti’ con ‘Una Valletta tutta da Ridere’, mentre giovedì 7 è previsto lo spettacolo ‘Cialtroni sotto rete’ con Antonio Ornano e Pippo Lamberti). Lo scorso settembre, i giocatori non erano troppo contenti. Non conosciamo le ragioni che hanno portato a questa situazione: per uscirne, gli organizzatori si sono rivolti a Sergio Palmieri, che peraltro ha lavorato a Genova diverse volte negli ultimi anni con la Coppa Davis (Italia-Svizzera 2009, proprio a Valletta Cambiaso), le finali di Serie A1 e Italia-Francia di Fed Cup (2014 e 2015, al 105 Stadium). Palmieri non è così abituato a lavorare in un torneo Challenger, ma il suo incarico sarà facilitato dall'assenza di impegni per l'Italia di Coppa Davis nel weekend successivo, che spesso hanno creato qualche problema all'entry list. Nella speranza che qualche azzurro faccia bene allo Us Open, sembrano esserci tutte le premesse per la presenza dei migliori italiani. Per il resto, si vedrà. Nel frattempo, il torneo sarà per la prima volta “Green” con una serie di interessanti iniziative per abbellire il Parco di Valletta Cambiaso, tra raccolta differenziata, shopping nel parco, tornei di mini-tennis e laboratori didattici, senza dimenticare il progetto di riciclo delle suole delle scarpe sportive per la creazione di una pista d'atletica. Il tutto, curiosamente, quando il TAR della Liguria ha recentemente riassegnato l'area al Park Tennis Club, privandolo a My Tennis (stessa società che organizza il torneo, facente capo a Tennis Club Genova 1893, S.S.Trionfo Ligure 1907 e Lta.) che pure aveva vinto il bando pubblico dopo che la FIT aveva deciso di non rinnovare la gestione. Ma questa è totalmente un'altra storia.