La Stosur racconta un retroscena della finale US Open: “Ora Serena non mi spaventa più”…

 

di Giorgio Valleris – foto Getty Images

 

A chi non tremerebbero le gambe nella finale di uno Slam, specie se di fronte hai una delle tenniste più forti di sempre come Serena Williams? A molti, certamente. Ed è stato così anche per la vincitrice dell’edizione 2011 degli US Open, Samantha Stosur, che oggi, dalle colonne del quotidiano inglese “The Guardian”, confessa che la furia della sua avversaria all’indirizzo dell’arbitro Eva Asderaki l’ha intimidita.

 

La scena è già entrata (purtroppo) nella storia del tennis. Quel “Come on!” urlato da Serena alla palla dopo un dritto al fulmicotone. Un grido a punto ancora in corso che, come da regolamento, è stato sanzionato. Decisione corretta, forse anche coraggiosa, che ha mandato la Williams su tutte le furie. L’ex numero uno del mondo si è quindi scagliata contro la Asderaki, esercitandosi in un campionario di insulti esecrabile: “Non sei nessuno” e ancora “Sei brutta dentro… Che perdente”.

 

E Sam, che si trovava a pochi metri? “Ho provato a mantenere la calma, ma non è facile davanti a 20mila persone. Non è facile quando le altre due persone che dividono il campo con te sono coinvolte in una situazione tanto tesa” confessa la tennista australiana.

 

“Serena è una che ti mette soggezione anche quando si comporta bene. In passato, quando ero meno esperta mi intimidiva, mi faceva sentire come se non avessi alcuna chance di vincere”. Per la tennista australiana, la finale degli US Open di quest’anno è stata la prima vittoria in uno Slam ma solo una delle tante di una vita che, in questi primi 27 anni, le ha riservato parecchie, ripide salite. Tutte superate.

 

Dall’alluvione che la costrinse, a soli 6 anni, ad abbandonare insieme alla famiglia la casa natale nel Queensland spazzata via dalla corrente, alla grave malattia che, pochi anni fa, l’ha quasi costretta al ritiro. Quella ‘malattia di Lyme’, causata dal morso di una zecca, che l’ha tenuta lontana dai campi tra il 2007 e il 2008, facendola scivolare oltre la 150esima posizione del ranking WTA.

 

E allora oggi, dietro quel sorriso genuino e quel modo di fare gentile, Sam può contare su un carattere d’acciaio. “Adesso non è più così facile intimidirmi”. Per battere Samantha, oggi, l’unica ricetta è giocare un gran tennis. E non basteranno certo le grida e gli insulti, con quello che ha passato ci vuole ben altro per farle tremare le gambe.

 


 

 

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