Di Riccardo Bisti – 26 novembre 2014
Non c'è nulla di strano nella lettera-sfogo di Tomas Buchhass, onesto mestierante argentino che ha scelto Facebook per manifestare il suo disappunto per le condizioni di vita e di gioco nei tornei futures. Buchhass ha denunciato, prima con una lettera e poi con una documentazione fotografica, la situazione vissuta al torneo cileno di Temuco, dove mancava persino un bar e i campi erano ai limiti (e forse oltre…) della praticabilità. Numero 1462 ATP dopo aver ottenuto un best ranking due anni fa, al numero 824, Buchhass non sembra avere grosse speranze di sfondare, sebbene il sito ITF scriva che ha due coach di livello come Mariano Hood e Mariano Monachesi (quest'ultimo ha iniziato a lavorare da poco con Gianluigi Quinzi). Per questo, il suo sfogo sembra condivisibile soltanto in alcuni punti. Intanto ve lo proponiamo.
"MI SENTO ABBANDONATO DALL'ITF"
"Mi rivolgo all'ITF per notificare ed esprimere il disappunto nel dovermi recare a un torneo che si gioca in condizioni come quelle del Future di Temuco, in Cile. Campi in pessime condizioni che mettono a rischio la salute dei giocatori, senza un bar e un luogo dove mangiare, nemmeno un posto dove riposare. Sabato scorso, quando si è giocato il primo turno delle qualificazioni, si è persa una pallina e non c'è stato modo di sostituirla. Gli incontri erano programmati su tre campi e uno è stato cancellato per il pessimo stato del terreno di gioco. Si è creata una buca dove le linee erano state pitturate a mano. E' impossibile che fossero dritte e con le misure corrette. Approfitto di questa lettera per esprimere il mio rifiuto e il mio disgusto per quello che accade nei Futures. In questo torneo abbiamo pagato 40 dollari per l'iscrizione alle qualificazioni. Sinceramente si tratta di una truffa, una presa in giro verso i giocatori. La maggior parte dei Futures sono così. Non si gioca in condizioni adeguate. C'è carenza di palline per allenarsi, nonchè mancanza di medici e fisioterapisti. Francamente, da amante di questo sport, mi sento frustrato perchè faccio una fatica enorme. Non solo io, ma tutta la mia famiglia. Pretendiamo il minimo per giocare a tennis in condizioni accettabili. Non ho mai visto un intervento ITF per controllare, verificare e migliorare questi tornei. E il montepremi complessivo continua ad essere di 10.000 dollari. Con premi di questo tipo non si coprono le spese. Non parliamo di guadagnare soldi se si vogliono fare le cose correttamente, magari viaggiando con un allenatore. Non si coprono le spese nemmeno vincendo il torneo. Un giocatore riceve costantemente porte in faccia e questo è l'inizio del cammino per arrivare a essere qualcuno nel tennis. E' un cammino completamente deteriorato. Mi sento completamente abbandonato dall'ITF. Non c'è alcun supporto. Noi paghiamo l'IPIN, paghiamo le multe per i forfait tardivi, rispettiamo le regole e non otteniamo nulla di decente. Gli arbitri guadagnano più dei protagonisti, che siamo noi. Nessuno ci copre una spesa. Mi ha parecchio innervosito e mi è sembrato uno scherzo che i giocatori abbiano dovuto compilare un questionario su come la pensiamo, su come potrebbe essere amministrato il denario e su dove si potrebbe migliorare."
EQUILIBRI SOTTILI E DELICATI
Buchhass ha certamente ragione quando parla delle condizioni minime di gioco. Le foto che ha pubblicato sono effettivamente agghiaccianti. I campi non erano degni di ospitare un torneo professionistico, sia pure un future. Naturalmente dispiace che Buchhass, come tanti altri giocatori, rischi di andare in passivo per svolgere attività a causa delle spese e dei miseri montepremi. E' vero che con il tennis guadagnano 100-150 persone, ma ormai la realtà è ben nota. I challenger e i futures dovrebbero essere tappe di passaggio e non una realtà dove stazionare per anni. Vige una specie di legge della giungla dove chi è più forte supera l'imbuto, chi è più debole ci resta impigliato e si trova a un bivio: mollare e cercare altre vie, oppure continuare con ostinazione. Buchhass fa parte della seconda categoria e non accetta che a certi livelli sia così. Ha perfettamente ragione sulle condizioni di gioco, solo in parte sui montepremi. Lo stesso Chris Kermode, parlando dei tornei challenger, ha specificato che non devono diventare una fonte di guadagno per chi li frequenta, ma solo una tappa di passaggio. I montepremi dei challenger (sotto l'egida dell'ATP) sono cresciuti, mentre effettivamente i futures hanno lo stesso prize money di 15 anni fa. Sarebbe opportuno alzare il montepremi (ma non troppo, altrimenti si perderebbe la distinzione con i challenger), oppure – come ha detto più volte il nostro Gianluca Naso – abolire il montepremi ma garantire l'ospitalità per tutti. In conclusione, è opportuno che qualcosa cambi nel tennis minore (e a TennisBest seguiamo con attenzione tutto quello che succede nel sottobosco), però certi equilibri sembrano davvero inscalfibili. E difficilmente il tennis potrà dare soddisfazioni economiche a chi perde al secondo turno delle qualificazioni di un future. E' dura da accettare, ma è così.