E’ ancora difficile dare a Serena Williams il suo posto nella storia: nel frattempo elenchiamo le 17 qualità (una per ogni Slam) che l’hanno fatta arrivare così in alto.
Da quando si allena con Patrick Mouratoglu, Serena Williams ha aggiunto più di una freccia al suo arco
Di Riccardo Bisti – 24 settembre 2013
Capita spesso che il dibattito sul GOAT sia limitato al tennis maschile. L’argomento non ci appassiona granchè, anche se ne riconosciamo la valenza sociale, sia in giro per la rete che nelle club-house dei circoli. Pochissimi, tuttavia, parlano della più forte di sempre in campo femminile. Ma le recenti dichiarazioni di Victoria Azarenka meritano un approfondimento. La bielorussa sostiene che Serena Williams sia la più forte. Pur ammettendo la difficoltà (impossibilità?) nel paragonare epoche diverse, la Azarenka ha fatto capire che il tennis di oggi è molto più duro e complicato che in passato. Per questa ragione, adottando una semplice proprietà transitiva, i 17 Slam di Serena Williams valgono più dei 24 di Margaret Court, dei 22 di Steffi Graf e dei 19 di Helen Wills. La tesi sta in piedi, anche se il palmares di Chris Evert è fortemente condizionato da quello di Martina Navratilova…e viceversa. Non è da escludere che entrambe avrebbero potuto toccare i 30 Slam se non ci fosse stata la grande rivale. Ma i “se” non fanno la storia. Serena, dunque, può superarle già nel 2014. A differenza di Roger Federer, che nel tennis maschile sta andando esaurendosi, Serena sembra più forte, anno dopo anno. Talmente forte da azzannare tutte le rivali ad eccezione di Victoria Azarenka, il cui orgoglio nell’affrontarla è quasi commovente. Qualcuno sostiene che Serena non abbia avversarie. Detto che potremmo citare Hingis, Davenport, Clijsters, Henin, la sorella Venus, Sharapova e altre ancora, è facile rispondere che forse le altre sembrano così deboli…perchè Serena è troppo forte. Ma come fa ad essere così competitiva? A due giorni dal 32esimo compleanno, vale la pena citare 17 ragioni per cui Serena è Serena. 17 come il numero degli Slam in bacheca.
1) LONGEVITA’
Oltre ad avere un sogno, Martin Luther King diceva che la longevità ha il suo valore. Serena ha vinto il suo primo Slam nel 1999, ancora 17enne. Tra decine di alti e bassi, è sulla cresta dell’onda da 15 anni. Oggi, a 32, ha anche l’esperienza. E' un'arma importantissima contro le giovani rampanti.
2) L’AIUTO DI VENUS
Serena ha avuto una sorella che le ha spalancato la strada, insegnandole come si fa. Venus è stata tutto per lei: compagna di allenamento, compagna di doppio, consigliera e prima tifosa. Il rapporto tra le due, forgiato da papà Richard, non è mai scricchiolato, nemmeno quando si affrontavano in continuazione. Senza Venus, avrebbe certamente commesso qualche errore in più.
3) LA CAPACITA’ DI RISOLLEVARSI
La sua vita non è stata facile, neanche quando ha messo a posto il conto in banca. Anni fa, fu mollata dal fidanzato Lavar Arrington. Un giorno si è svegliata e ha scoperto che la sorellastra Yetunde Price era stata uccisa. Lei stessa ha visto la morte in faccia quando è stata vittima di un’embolia polmonare a seguito dell’incidente di Monaco di Baviera. Ha sempre saputo tornare più forte di prima. Non è uno slogan promozionale: è la semplice realtà.
4) PATRICK MOURATOGLU
L’allenatore-guru ha rimesso ordine alla sua carriera, insegnandole a vivere da professionista. Prima è diventato il suo allenatore, poi il fidanzato. C’è altro da aggiungere?
5) PARIGI
Non è solo la città dove possiede una casa, e nemmeno quella dove è sbocciato il rapporto con Patrick Mouratoglu. Parigi è la sede del Roland Garros, dove ci sono tanti campi in terra battuta. Allenandosi sul rosso come non le era mai capitato, ha migliorato il suo bagaglio tecnico. Il suo tennis è più vario, conosce più angoli e ha trovato soluzioni un tempo sconosciute come la palla corta.
6) LA PAZIENZA
Diretta conseguenza del punto 5. Serena non è mai stata paziente, ma la è diventata col tempo. Adesso è in grado di cambiare tattica durante la partita e trovare nuove soluzioni, soprattutto quando si fa dura. Un esempio? Il match contro Svetlana Kuznetsova al Roland Garros. In altri tempi avrebbe perso in due set. Invece si è salvata e ha vinto il torneo.
7) UN TEAM CHE FUNZIONA
Mamma Oracene, papà Richard (anche se si è un po’ defilato), le sorellastre, il fisioterapista, lo sparring partner, l’addetta stampa…e ovviamente Mouratoglu e Venus. Sono sempre accanto a lei, si occupano della sua vita giorno dopo giorno, risolvono ogni problema, la stimolano ad essere in forma, ne contengono le bizze. Serena ama il tennis, ma la passione non basta. Ci vuole professionalità. E lei l’ha trovata.
8) IL DOPPIO
Giocare anche il doppio può essere stancante. Tuttavia ama fare coppia con Venus e ne trae un vantaggio tecnico: migliora il gioco di volo, la risposta, il senso della posizione, e stacca la spina dalla routine. Si diverte molto, tanto che nel 2014 potrebbe giocare anche qualche misto. Pare che farà una proposta a Michael Llodra per l’Australian Open.
9) LA CALMA
L’esplosiva Serena Williams di un tempo non esiste più. E pensare che fino a un paio d’anni fa insultava i giudici di sedia durante le finali Slam. Oggi è scomparsa. Lo ha dimostrato nella finale dello Us Open, dove il vento e l’accanita resistenza della Azarenka avrebbero potuto mandarla ai matti. Invece è rimasta tranquilla, aspettando che passasse la tempesta. Ed è puntualmente accaduto.
10) VELOCITA’ E FASE DIFENSIVA
In passato subiva un mucchio di colpi vincenti a causa di un mix tra pigrizia e scarsa condizione fisica. Oggi ha capito che anche un fisico come il suo può essere scattante. E la vediamo galoppare su tutte le palle. Per la grazia e l’eleganza dobbiamo rivolgerci altrove, ma l’afficacia è spaventosa. Tante volte, le sue avversarie si saranno domandate: “Ma che devo fare per vincere un punto?”
11) IL SERVIZIO
E’ il colpo più importante del suo gioco. Senza timore di smentita, diciamo che si tratta del miglior servizio nella storia del tennis femminile. Lo hanno paragonato a quello di Pete Sampras, forse perchè alza il piedino prima di servire. Secondo noi non ci assomiglia neanche un po’, ma di sicuro può variare tagli, angoli e rotazioni. Ed anche la seconda palla può essere molto incisiva.
12) LA RISPOSTA
L’aggettivo giusto per definire la sua risposta al servizio è “brutale”. Le seconde palle del circuito WTA, salvo felici eccezioni, sono delle “mozzarelle”. Lei si mette due metri dentro il campo e risponde con fiammate terrificanti. Ogni tanto le riesce anche rispondendo a una prima.
13) CONCENTRAZIONE
Altro miglioramento degli ultimi due anni. Quando il match le interessa davvero (e oggi accade quasi sempre), riesce a isolarsi dal resto del mondo e rimane “in the zone” dalla prima all’ultima palla. Inoltre ha una gran dote, peraltro condivisa con la sorella: dimentica sempre l’accaduto del punto precedente. Riesce sempre a giocare senza scorie psicologiche. Straordinario.
14) EQUILIBRIO
Certo, il rovescio bimane è un colpo mortifero, ma è riuscita a creare un notevole equilibrio tra i due fondamentali. Difficilmente la vedremo spostarsi per giocare il dritto come fanno in tanti, ma dal lato destro sa trovare soluzioni straordinarie, soprattutto in cross. E ha notevolmente ridotto gli errori gratuiti.
15) FEROCIA
Patrick Mouratoglu ha detto: “Serena è dotata di una rabbia interiore che riesce a riversare sul campo da tennis, intimidendo le avversarie. Inoltre sa trovare molte soluzioni in campo. Quando è in difficoltà, trova sempre il modo per cambiare le cose”. In questo assomiglia a McEnroe: più grande è la motivazione, più diventa forte.
16) NON SI ARRENDE MAI
Questo punto è stato coniato addirittura da Bill Clinton, ex presidente degli Stati Uniti. Quando gliel’hanno fatto presente, ha risposto con grande semplicità. “Io continuo a provarci e continuo a lottare. Semplicemente, ho lo spirito giusto”. E’ diventata pure modesta?
17) E’ UNA CAMPIONESSA
Quando hanno chiesto alla Azarenka qual’è l’X-Factor del dominio di Serena, lei ha detto: “Si spiega in una parola: è una campionessa. Sa come si vince e sa come si continua a farlo. Sa cosa ci vuole per arrivarci”. Nei momenti importanti, lei è la più coraggiosa, la più solida, quella che prende più rischi. Per batterla, bisogna rischiare più di lei. Ma 9 volte su 10 si finisce fuori giri.
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