Il nome di Stefanos Tsitsipas non è fra i più noti della Next Gen, ma se a parlare è lo stile di gioco il greco merita il podio. La vittoria al Challenger di Genova, dove ha meditato il forfait, l’ha lanciato: si è qualificato per quattro tornei ATP di fila, e a Shanghai (dove è entrato all’ultimo nelle “quali”) ha ottenuto la prima vittoria nel Tour, battendo Karen Khachanov.“Domani parto per Shanghai, al momento sono fuori di qualche posizione dal tabellone delle qualificazioni, ma ci sono ancora delle piccole speranze di entrare e giocare il mio primo Masters 1000. Incrociamo le dita”. È ciò che scriveva la scorsa settimana Stefanos Tsitsipas sul proprio blog, in cui racconta alcuni dettagli della vita di un campione in costruzione, mostrando un cervello superiore alla media. Aveva appena perso da Marin Cilic a Tokyo, e nel dubbio ha deciso comunque di volare in Cina, col sogno di regalarsi un’altra settimana in mezzo ai grandi. Poteva rivelarsi un viaggio a vuoto, invece è andata a finire che si sono liberati dei posti per le qualificazioni, il 19enne greco dal viso angelico e i capelli biondi è entrato all’ultimo minuto, le ha superate e all’esordio nel main draw ha giocato un match stupendo contro Karen Khachanov, conquistando la prima vittoria a livello ATP direttamente in un Masters 1000. Un risultato che era nell’aria, per la costanza di rendimento delle ultime settimane, ma dopo otto sconfitte su otto si stava trasformando in un tabù. Ci era andato vicino spesso, ma non ce l’aveva mai fatta fino a stamattina, quando l’ha spuntata per 7-5 6-3 senza concedere l’ombra di una palla-break e ha confermato una volta di più di avere il tennis per combinare qualcosa di importante. Il suo nome non è (ancora) fra i più inflazionati della Next Gen, perché la sua esplosione è stata meno impetuosa rispetto a quella di alcuni colleghi e oggi si trova ancora fuori dai primi 100 del mondo, tanto che a Milano salvo miracoli non ci sarà, visto che dista circa 300 punti da Hyeon Chung, settimo nella Race in miniatura. Ma il tennis non è una gara a chi arriva prima, per regalarsi le Finals ha ancora due anni e difficilmente mancherà anche nel 2018, perché le qualità per arrivare ci sono tutte, miscelate con una grande facilità di gioco e uno stile impeccabile, a partire da quel rovescio a una mano che per fortuna non è ancora pronto per il pensionamento, e sogna un futuro d’oro con lui e l’altro biondo Denis Shapovalov.GRAZIE GENOVA
Insieme a papà Apostolos, che l’ha plasmato e lo segue come un’ombra portandosi spesso dietro tutta la famiglia, con Tsitsipas ride finalmente anche la Grecia, che ha dato origini a gente come Sampras, Philippoussis e Kyrgios, ma li ha visti arrivare sotto altre bandiere. Lui, invece, anche se ha scelto di allenarsi in Costa Azzurra da Patrick Mouratoglou, è greco al 100% ed è pronto a diventare il più forte tennista della storia del Paese. La prima vittoria in un Masters 1000, in attesa di provare a replicarla fra un paio di giorni contro John Isner o Dusan Lajovic, corona per Tsitsipas un periodo d’oro, iniziato guarda caso con una decisione… last minute! Stefanos era a New York, dove aveva perso al turno decisivo nelle qualificazioni dello Us Open, e aveva praticamente deciso di rimanere qualche giorno ad allenarsi con i big. Invece ha cambiato idea all’ultimo, ha scelto di tornare in Europa per giocare il ricco Challenger di Genova, l’appuntamento italiano che per entry list e palcoscenico si avvicina di più ai tornei dell’ATP World Tour, e l’ha vinto, regalandosi sulla terra di Valletta Cambiaso il primo titolo Challenger. “Entro la fine dell’anno punto a vincerne un altro”, raccontava al sito ATP dopo il titolo il Liguria, anche se le ultime settimane sembrerebbero suggerire di alzare l’asticella. Il perché è lì da vedere: si è qualificato a Metz, poi a Shenzhen, quindi a Tokyo, e nell’appuntamento più importante ha conquistato la prima vittoria nel Tour, che lo porta a un’ottantina di punti dalla top-100. “È l’obiettivo che mi sono fissato per la fine dell’anno – ha detto di recente – perché mi piacerebbe giocare l’Australian Open partendo dal main draw. Come livello sento di esserci molto di vicino, devo solo passare più tempo in campo, per lavorare sui miei punti deboli e migliorare le mie armi”. Contro Khachanov si sono viste solo quelle, e il grande obiettivo di diventare una fonte d’ispirazione per i bambini del suo Paese sta iniziando a prendere forma.
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