Fino a ieri aveva vinto solamente un incontro ATP, oggi gioca i suoi primi quarti di finale all’ATP 500 di Rio de Janeiro. Chi è Jaime Faria?
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Se il torneo di Buenos Aires ha regalato emozioni con la vittoria del giovanissimo – e già ben avviato tra i più grandi – Joao Fonseca, anche l’ATP 500 di Rio de Janeiro sta regalando sorprese. Tra i nomi dei giocatori che hanno firmato la propria presenza nei quarti di finale c’è quello di Jaime Faria, 21 anni. Il giocatore portoghese sta iniziando ora a far conoscere il suo nome nel circuito maggiore e lo sta facendo in grande stile. Iscritto al Rio Open, aveva giocato le qualificazioni ma aveva perso all’ultimo turno in una tiratissima partita in 3 set contro uno dei fratelli Cerundolo. La sua occasione però è arrivata lo stesso e gliel’ha fornita proprio Lorenzo Musetti: a causa dell’infortunio che purtroppo ha stoppato l’italiano, il portoghese è stato ripescato come Lucky Loser e ha iniziato la sua avventura nel main draw. Fino a ieri aveva vinto solamente un incontro ATP, oggi gioca i suoi primi quarti di finale ed entra tra i primi 90 al mondo (a inizio torneo era il numero 107). Ma chi è Jaime Faria? Conosciamolo meglio.
Non tutti sanno che prima di essere un tennista… era un artista. Jaime Faria è figlio d’arte, suo padre lavora come professore di storia dell’arte e curatore di musei. Quando Jaime e suo fratello minore Vicente erano bambini, trascorrevano ore e ore nei musei ascoltando il padre spiegare i pezzi esposti. Quando un giorno un amico di famiglia ha diretto una mostra d’arte in una galleria di Lisbona, sono state esposte anche le opere dei fratelli Faria. “Eravamo artisti e non lo sapevamo. Abbiamo disegnato alcuni dipinti e mio padre ha esposto alcune di quelle cose in un museo e ci è davvero piaciuto” l’oggi tennista ha commentato così l’accaduto, ridendo, ai microfoni dell’ATP.
Artista anche in Coppa Davis, con il taglio di capelli. Un po’ di arte sembra rimanere incollata al personaggio di Faria, infatti in Coppa Davis ha sfoggiato un taglio di capelli esclusivo e stravagante… ma questa volta non è stata “colpa” sua. Secondo il rituale della squadra portoghese di Coppa Davis, i novellini devono sfoggiare un taglio di capelli scelto dai compagni di squadra durante la settimana di allenamento. Il look scelto per Faria non è passato di certo inosservato, caratterizzato da un disegno a zig-zag: “Possono fare quello che vogliono, quando vogliono, con i miei capelli, non voglio essere il ragazzo che non fa parte della tradizione”. Sempre secondo le regole della squadra, però, se il debuttante gareggia lo strano taglio di capelli viene cancellato. Così il portoghese, che ha giocato contro la Norvegia, ha detto addio al look eccentrico e si è rasato.
Faria vive e si allena con un’altra giovane stella portoghese. Jaime Faria non è l’unico talento portoghese che è stato notato nel circuito Challenger. C’è infatti anche un altro nome che spunta ed è quello di Rocha, giovane ventenne della Next Gen che ha vinto il suo primo titolo Challenger a marzo 2024, seguito un paio di mesi dopo da Faria. I due, che giocano anche il doppio insieme con ottimi risultati, condividono uno stretto legame, tanto da vivere insieme e lavorare con gli stessi allenatori della Federazione Portoghese: Pedro Sousa e Neuza Silva. “È un mio grande amico – ha detto Faria di Rocha – Ovviamente hai una certa motivazione vedendo un ragazzo che lavora con te che può farlo, sai che puoi farcela”.
Da calciatore ad appassionato di tennis grazie a Rios, McEnroe e Wilander. Come detto poco fa, Faria ha vinto il suo primo Challenger a maggio dell’anno scorso. Ha trionfato in casa, a Oeiras, davanti alla sua famiglia che applaudiva a bordo campo ed è stato come assistere alla chiusura di un cerchio che si era aperto proprio qui in Portogallo. Da piccolino Faria ha iniziato la carriera sportiva giocando a calcio, solo successivamente ha impugnato la racchetta e ha iniziato ad allenarsi con la Federazione a 16 anni. Il ricordo della prima volta che ha giocato a tennis risale a quando aveva 5 anni, dopo aver assistito a un’esibizione ad Algarve, Portogallo, che ospitava leggende come John McEnroe, Marcelo Rios e Mats Wilander: “Mio padre ha comprato i biglietti ma non eravamo abbastanza grandi per andarci quindi ci hanno messo nel posto dei bambini, ma non volevamo davvero essere lì. Abbiamo chiesto di vedere le partite e siamo rimasti lì per giorni e giorni a guardarle. Ho chiesto di giocare a tennis e mi è piaciuto molto”.
Dal Conte di Montecristo a Novak Djokovic come G.O.A.T. Jaime Faria porta il nome di un grande personaggio presente all’interno del capolavoro letterario di Alexandre Dumas, Il Conte di Montecristo. Nel romanzo, l’abate Faria è un illustre letterato, poliglotta e dedito alle scienze; un po’ come il nostro Faria proviene da un ambiente artistico. Inoltre, Dumas per scrivere del suo abate ha tratto ispirazione da un religioso con lo stesso nome che era proprio di origine portoghese. Saggio e intraprendente come il personaggio immaginario con cui condivide l’omonimia, Jaime Faria ha definito il 24 volte campione slam Novak Djokovic il G.O.A.T. del tennis. L’affermazione è arrivata all’inizio di quest’anno quando è riuscito a superare il primo turno dell’Australian Open e ha avuto l’occasione di trovarsi faccia a faccia con lui, riuscendo a strappargli un set.
Oggi Jaime Faria si prepara a scendere in campo per il suo primo quarto di finale e un’altra particolarità in questo Rio Open è che anche il suo avversario è un Lucky Loser. Camilo Ugo Carabelli è rientrato nel tabellone principale grazie al ripescaggio e anche lui disputa il suo primo quarto di finale. Delle ultime otto partite disputate, l’argentino ne ha vinte sette al set decisivo, la più importante quella di martedì contro Pedro Martinez (n. 37 del mondo). Chissà se anche il match di oggi finirà al terzo set e se sì chi la scamperà, quello che è certo è che si tratta un’opportunità unica per entrambi.