Rafa non entusiasma ma vince a San Paolo il 51esimo titolo. Il ginocchio va meglio, ma la condizione è ancora approssimativa. Nalbandian KO con un netto 6-2 6-3.
Rafael Nadal è tornato a mordere un trofeo
Di Riccardo Bisti – 18 febbraio 2013
Il numero 51 è un’ossessione per gli appassionati di misteri, UFO e leggende varie. L’Area 51, base militare nel deserto del Nevada, è il simbolo della segretezza. Da oggi, il numero 51 ha un significato del tutto opposto per Rafael Nadal. Quando David Nalbandian ha sparato out l’ultima palla, Rafa ha sgombrato il campo dai misteri e si è convinto che può tornare ad essere un campione. Intendiamoci: il torneo ATP di San Paolo non è il Roland Garros e ha messo in evidenza più ombre che luci, ma vincere fa bene al morale e – perchè no? – anche al fisico. Dopo lo spavento contro Berlocq e il set lasciato al carneade Alund, lo spagnolo ha giocato una finale onesta, senza squilli di tromba. Sufficiente a sconfiggere 6-2 6-3 il peggior Nalbandian della settimana. Battendo Nicolas Almagro nei quarti, l’argentino gli ha fatto un bel favore. Il Rey David era stanco, in cattiva giornata. Il match si presentava equilibrato, sia per le difficoltà di Rafa nei turni precedenti che per una certa compatibilità tecnica tra i due. Nalbandian vinse (anzi, dominò) i primi due scontri diretti. Ha perso i successivi quattro, ma spesso è andato a un passo dal farcela (leggendario un match letteralmente buttato via a Indian Wells). Invece non c’è stata partita. Dal 2-2 nel primo set, Nadal ha vinto quattro giochi di fila. Sotto 3-0 nel secondo, Rafa ha infilato un parziale di sei giochi di fila e ha alzato le braccia al cielo, mettendosi alle spalle mesi di angoscia e incertezze. L’ultimo titolo risaliva allo scorso giugno, quando vinse il settimo Roland Garros superando Novak Djokovic.
Come detto, l’unico momento di difficoltà è arrivato a inizio secondo set. Curiosamente, la reazione è arrivata quando è arrivato in tribuna Luis Nazario da Lima, alias Ronaldo, uno che di infortuni al ginocchio se ne intende. Rafa tifa per il Real Madrid: chissà, forse la presenza di un ex madridista lo ha esaltato fino a regalargli il 37esimo titolo “rosso” in carriera. Lo spagnolo è terzo in questa speciale classifica, alle spalle di Guillermo Vilas (46) e Thomas Muster (40). Se dovesse proseguire con questa programmazione, fortemente incentrata sulla terra battuta, potrebbe firmare il sorpasso sul Poeta della Pampa già entro un paio d’anni. C’è da essere ottimisti, perchè i margini di miglioramento sono enormi. Nadal fonda il suo gioco su una fisicità strabordante, proprio quello che gli è mancato in questi primi tornei. Le ginocchia vanno benino, ma lui si muove ancora con circospezione, come se fosse in una cristalleria piuttosto che in un mare di terra rossa. I recuperi miracolosi di qualche anno fa sono un lontano ricordo. Per il resto non c’è male: quando riesce a piantare i piedoni alla giusta distanza dalla palla, dritto e rovescio viaggiano che è un piacere. E glu angoli continuano ad essere micidiali, soprattutto per uno come Nalbandian, non certo un fulmine di guerra. Questo successo è pane per gli statistici e per il morale, ma i veri test inizieranno tra un po’. Forse neanche ad Acapulco, dove tra una settimana cercherà di bissare il titolo ottenuto nel 2005, e nemmeno nei primi Masters 1000 americani sul cemento (Indian Wells e Miami): negli States – onestamente – è difficile pensare a un Rafa competitivo. I test veri inizieranno sulla terra battuta, a partire da Monte Carlo, dove cercherà di ottenere il nono titolo consecutivo.
Dopo il successo, Rafa ha manifestato più solievo che gioia. “Tutti i trofei sono importanti, ognuno trasmette una sensazione. Sono molto felice di aver vinto in Brasile per la seconda volta. Spero che per me possa essere un nuovo inizio. Quando il ginocchio fa male, non mi muovo bene. E se non mi muovo bene, non colpisco bene la palla. Se invece va meglio, va bene anche il mio gioco. Oggi è stato il giorno in cui mi sono sentito meglio sul campo. Dopo tutto quello che ho patito in settimana, questo titolo è davvero importante per me”. La folla del Ginasio Ibirapuera era tutta per lui e ha gioito dopo 78 minuti di tennis non indimenticabile. Fa sorridere il fatto che Nadal abbia intascato 82.300 dollari per la vittoria, quando di “garanzie” per la sola partecipazione ne dovrebbe aver intascati circa 20 volte tanto. Ma è la dura legge della domanda e dell’offerta. Rafa è tornato, ma non è ancora lui. La sua Area 51 lo ha tolto dai sotterranei: adesso dovrà uscirne definitivamente.
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