Con una lettera pervenuta qualche giorno fa al diretto interessato, un pannello disciplinare composto da ATP, ITF, WTA e tornei del Grande Slam ha tolto, in via definitiva, ogni titolo per arbitrare a all'ormai ex giudice di sedia Magdi Somat. Si tratta dell'ultimo atto di una vicenda esplosa qualche mese fa, lo scorso agosto, quando il sito web “The Tennis Purist” aveva pubblicato un articolo, chiaramente realizzato con la collaborazione dello stesso Somat, in cui l'egiziano raccontava quelle che erano state – a suo dire – le ragioni per cui era stato allontanato del tour ATP. Senza avventurarsi in pericolose opinioni (l'ATP inviò una smentita, sottolineando come nell'articolo stesso ci fossero una serie di affermazioni false sia sull'ATP che su alcuni suoi dipendenti), vale la pena raccontare la storia. Già, perché è una delle rare occasioni in cui cade il rigoroso riserbo sulle dinamiche interne dell'ATP. L'articolo di Tennis Purist racconta l'episodio, avvenuto durante il torneo di Metz 2014, che avrebbe messo fine alla carriera di Somat. Per comprenderlo, secondo l'egiziano, bisogna sapere che in precedenza lui stesso aveva appreso che una dipendente ATP (ancora oggi in forza all'associazione) sarebbe stata vittima di alcuni abusi verbali da parte di altri dipendenti. Su consiglio dello stesso Somat, la donna avrebbe inviato una missiva a Gayle Bradshaw (vicepresidente esecutivo per regole e competizioni), spiegando l'accaduto.
PRESUNTE MOLESTIE E ACCUSE
La donna in questione sarebbe stata oggetto di una serie di atti di bullismo in vari tornei (a Brisbane 2013, il tour manager Fernando Sanchez le avrebbe quasi tolto di mano il computer e scritto “FUCK YOU!!!” nella conversazione online che stava intrattenendo). A Montpellier, nel 2014, un altro dipendente l'avrebbe invitata a mostrare il seno perché era “annoiato”, mentre all'Estoril si sarebbe rifiutata di cenare con gli uomini perché oggetto di continue molestie. Fino al trittico estivo Bastad, Gstaad e Kitzbuhel, dove Sanchez l'avrebbe tempestata di domande esplicite sulla sua vita sessuale (“La tua posizione preferita?” “Quali filmati porno preferisci?”). L'episodio più antipatico sarebbe avvenuto a Gstaad, dove un giudice di sedia piuttosto noto le avrebbe chiesto di fare sesso, pur senza averla mai incontrata prima. L'arbitro avrebbe insistito per un po', giustificandosi così: “Mi hai provocato con il tuo gran seno e il tuo grosso sedere”. A seguito di tale faccenda, l'arbitro in questione ha diffuso un comunicato in cui ha detto che le accuse erano totalmente false e offensive per lui come uomo, marito, padre e ufficiale di gara. Ad ogni modo, sembra che la missiva della donna sia rimasta lettera morta. L'avrebbero relegata a fare un lavoro d'ufficio, rimproverandola per non aver fatto bene il suo lavoro. In tutto questo, Somat era stato vittima di qualche incidente di poco conto, salvo una multa comminata a Marinko Matosevic a Cincinnati (da cui gli ufficiali di gara "grazie a lui" si sarebbero pagati una cena di 1.500 dollari), fino all'episodio incriminato, avvenuto a Metz. Nella giornata di giovedì, dopo l'ultimo match in programma, il supervisor Thomas Karlberg ha chiesto di parlare con lui. Lo avrebbe rimproverato di aver tenuto un atteggiamento piuttosto negativo con i giudici di linea, al punto da mettere in difficoltà il supervisor stesso (Somat sostiene di aver solo chiesto a uno di loro di essere più rapido nelle chiamate). Inoltre, alcuni giocatori avrebbero chiesto che Somat non arbitrasse i loro match. Karlberg non avrebbe rivelato all'egiziano i nomi dei giocatori. L'incidente sembrava essersi risolto, anche perché il giudice di linea (Benjamin Racine) aveva confermato a Karlberg di non aver avuto problemi con Somat. Gli diedero alcuni match match importati, tra cui Tsonga-Goffin e la finale di doppio.
NIENTE PIU' BADGE
Quella è rimasta la sua ultima partita. Dopo i fatti di Metz, Somat ha ricevuto una mail da Tom Barnes, il quale gli comunicava una sospensione fino al torneo di Miami dell'anno successivo, promettendo che il suo comportamento (definito "aggressivo" e "poco rispettoso") sarebbe stato ulteriormente verificato nel meeting di fine anno. Somat ha chiesto ai presenti a quel torneo di raccontare la loro versione dei fatti, ma nessuno avrebbe collaborato. Secondo la versione dell'arbitro egiziano, dunque, sarebbe bastato il racconto di Karlberg per chiudere l'indagine. Somat le avrebbe tentate tutte per avere udienza, ma senza risultati. Allora ha raccontato la sua storia ad altri colleghi, prendendosi un altro anno di sospensione, fino a renderla pubblica con l'articolo uscito lo scorso agosto. Da allora, Somat – ormai fuori dal circuito – ha continuato a lottare pubblicamente, pur facendolo nel modo sbagliato: Facebook. Nella lettera ricevuta dall'ITF, infatti, è accusato di aver definito Cedric Mourier (che era il referee a Metz 2014) come “la persona più disgustosa in Francia”, poi, il 13 novembre 2016 ha definito Fernando Sanchez “La persona più corrotta in Spagna e il maestro delle molestie sessuali”, sempre sul suo profilo social. Come se non bastasse, avrebbe inviato più un messaggio privato ad Anne Sophie Mourier, moglie di Cedric. C'è da credere che i messaggi non fossero così amichevoli. La rabbia di Somat non si è placata, poiché la sua replica alla lettera (in teoria avrebbe due settimane per fare ricorso), anch'essa diffusa su Facebook, la dice lunga su come stia vivendo questa storia.
“Non è facile combattere la corruzione da solo, specialmente quando alcune persone che comandano il tennis sono totalmente corrotte. Spero che che non penserai che io mi preoccupi della vostra decisione di togliermi ogni badge. Sono solo ma sono più forte di tutti voi, perchè io sono molto onesto e voi siete corrotti. Sono sorpreso che quest'anno il tuo fidanzato non abbia ottenuto il gold badge”.
MAGDI SOMAT: “COME L'ATP SI E' SBARAZZATA DI ME”
"Io sono onesto e voi corrotti" (Facebook, 7 gennaio 2017)
E' una vicenda molto delicata, su cui è complicatissimo prendere posizione in assenza di prove pubbliche. Di sicuro, una faccenda molto triste. Qui sotto, la lettera inviata dall'ITF all'ormai ex arbitro.