La giocatrice americana ha da qualche mese annunciato il ritiro al termine della stagione, creando più di qualche malumore intorno a lei. In una recente intervista, Collins ha parlato proprio di questo
Diciannove vittorie nelle ultime venti partite disputate, i successi a Miami e Charleston prima di approdare in semifinale anche agli Internazionali d’Italia. Il ruolino di marcia di Danielle Collins – 31 anni da compiere il prossimo dicembre – non sembra essere quello di una giocatrice che sta per smettere con il tennis, ma la sua decisione sembra irremovibile. A fine anno appenderà definitivamente la racchetta al chiodo, e nessuno sembra poterle far cambiare idea.
La giocatrice americana ha parlato proprio di questo in una recente intervista a Tennis.com, dichiarando come molte persone anche vicine al suo ambiente sarebbero contrarie al suo ritiro. “Credo che la società, incluso le persone che mi accompagnano e mi seguono nel circuito, abbiano avuto difficoltà nell’accettare il fatto che io mi ritiri, il che mi sembra alquanto strano“, difficoltà probabilmente legate a un discorso anagrafico, vista l’età che ancora permette di competere alla giocatrice americana. “Compirò 31 anni alla fine di questa stagione, di solito è l’età in cui molte persone decidono di fare questo passo, sicché alcune volte penso “Datemi tregua”, magari mi lasciassero ritirare in pace e avere una famiglia“. Non molto tempo fa, durante il Miami Open che poi avrebbe vinto, l’attuale numero 12 del mondo aveva già espresso un concetto simile e aveva parlato di come troppe volte si fosse dovuta giustificare per il suo ritiro. “È interessante come in tante occasioni ho dovuto giustificare la mia decisione di ritirarmi, penso che se fossi un uomo non avrei così tante domande attorno a me. Alla fine è una mia scelta, che va oltre la carriera tennistica”.
La Collins poi si sofferma anche sul rapporto con i tifosi, che può essere tanto bello ma allo stesso momento tanto complicato. “I nostri tifosi ci vedono unicamente come giocatori di tennis, non come persone. Il modo in cui si è sviluppata la mia personalità negli anni mi ha aiutato ad essere molto rilassata, così non mi sento definita come persona dai miei risultati in campo o dai miei successi come sportiva“. Un tema, quello del rispetto, che la tennista americana ha ripreso anche nell’intervista al termine del match vinto contro Vika Azarenka, partendo dalla domanda dell’intervistatore se si sentisse più libera nel gioco dopo aver annunciato il ritiro. “Non so davvero cosa significhi giocare liberamente. Ho dedicato così tanto lavoro a questo nel corso degli anni. Il mio successo è un prodotto di questo e spero che le persone possano rispettarlo“.
L’appello della Collins riguarda alla fine anche il resto del circuito ATP e WTA, troppo spesso i giocatori e le giocatrici sono considerate fredde macchine da gioco, quando invece sono persone dietro le quali si nascondono emozioni e sentimenti, che meritano l’assoluto rispetto da parte di tutto il pubblico.