Berdych  e Murray si aggiudicano i primi due quarti di finale a Shanghai. Lo scozzese vince d’inerzia su Stepanek, il ceco supera uno sfiduciato Tsonga: “I primi 4 sono più forti di me, tecnicamente e fisicamente”
Andy Murray ha lasciato un set a Radek Stepanek
 
Di Riccardo Bisti – 12 ottobre 2012

 
C’erano due “vecchietti” nei quarti di finale di Shanghai, ma le gerarchie sono state rispettate. Eppure Radek Stepanek ha fatto un figurone contro Andy Murray. Lo scozzese, malaticcio e lontano parente dello scintillante Murray estivo, ha avuto bisogno di oltre due ore per superare il talentuoso ceco, sempre più in forma in vista della finale di Coppa Davis. E’ finita 4-6 6-2 6-3, ma il punteggio non deve ingannare: nel terzo set, Stepanek ha avuto una palla del 3-1. Dopo un primo set perfetto, in cui ha ceduto appena cinque punti alla propria battuta, Stepanek si è un po' arenato:  “I primi due set sono stati un po’ frammentari – ha detto Murray – ma quando sono riuscito a strappargli il servizio ho acquistato un po’ di slancio”. Come detto, ha avuto qualche problema in avvio di terzo, ma poi Stepanek si è spento fino a perdere 21 degli ultimi 26 punti. “A un certo punto ho iniziato a tirare i miei colpi – continua lo scozzese, vincitore delle ultime due edizioni – e ho dettato buona parte degli scambi fino alla fine. Ne avevo bisogno, perché le sue variazioni mi mettevano in difficoltà. All’inizio ero un po’ incerto su alcuni colpi e gli consentivo di venire a rete”. Murray ha portato il suo bilancio stagionale a 52 vittorie e 12 sconfitte. Stepanek ha giocato a viso aperto, ma il suo bilancio in carriera contro i primi 3 è scoraggiante: una vittoria e ventiquattro sconfitte: l’unica vittoria risale al 2008, quando battè Roger Federer al Foro Italico.
 
Nella prima semifinale c’è stato il bel successo di Tomas Berdych su Jo Wilfried Tsonga. Era un match interessante, una sorta di spareggio per stabilire il più credibile inseguitore ai primi 3-4 (almeno in chiave Masters, visto che sulla terra e sul cemento all’aperto c’è David Ferrer). Il ceco ha giocato un’ottima partita, imponendosi con il punteggio di 6-3 7-6. E’ stato devastante al servizio, tirando nove ace e ottenendo il 79% con la prima palla. “Penso proprio di aver giocato un match solido, dall’inizio alla fine. La differenza tra me e Jo è stata la capacità di sfruttare le piccole occasioni come mi sono capitate nel primo e – soprattutto – nel secondo set. Non ne ho avute molte, per questo sono stato bravo”. In semifinale pescherà Novak Djokovic (vincitore sull'altro vecchietto Tommy Haas con un doppio 6-3) e andrà a caccia della quarta finale nel 2012 dopo quelle di Montpellier (vinta), Madrid e Winston Salem (perse). Interessanti le osservazioni di Tsonga, non tanto sulla sconfitta, quando sulla dfferenza tra i Fab Four e il resto del gruppo. “Bisogna riconoscerlo: la differenza è che sono più bravi di me sul piano tecnico. Devo migliorare. E poi sono migliori di me anche sul piano fisico. Dovrò lavorare anche qui”. Un’ammissione di inferiorità che fa rumore, ma che può essere un punto di partenza. Ammesso che la viva nel modo giusto.