Il ruolo di presidente del Consiglio Giocatori ATP richiede molte energie, ma lo svizzero lo ricopre con grande impegno e senza lesinare energie. “Vorrei lasciare un tennis migliore di quello che avevo trovato”
Roger Federer dedica molto tempo al ruolo di rappresentante dei giocatori
 
TennisBest- 12 novembre 2012

 
Tra i tanti ruoli di Roger Federer, il meno noto è quello di Presidente del Consiglio dei Giocatori in seno all’ATP. Lo ricopre da tre anni, periodo in cui ha studiato ed è diventato un esperto di politica e diplomazia, almeno sportiva. Alla vigilia del Masters, ha detto che è stata una grande scuola di vita. Pur senza esporsi pubblicamente, nel 2012 ha operato dietro le quinte per convincere i tornei del Grande Slam a destinare ai giocatori una percentuale più alta degli introiti. Contro i suoi interessi di campione, ha fatto pressione affinchè una buona parte del prize money vada ai tennisti che perdono ai primi turni. Mentre diversi giocatori abbaiavano in pubblico, tanto da ipotizzare un possibile sciopero per l’Australian Open, lo svizzero ha operato nell’ombra diplomatica. Qualche risultato è arrivato, se è vero che l’Australian Open ha aumentato il montepremi di 4 milioni di dollari. L’opera di convincimento è finita quasi interamente sulle sue spalle, dopo che sia Novak Djokovic che Rafael Nadal (quest’ultimo con qualche polemica) hanno abbandonato le loro posizioni in Consiglio. Non si tratta di un lavoro banale. Prendiamo i suoi impegni al recente Masters 1000 di Shanghai, dove si è recato ugualmente nonostante le minacce (farlocche) di morte. In Cina ha presenziato a una riunione con i giocatori e i rappresentanti dell’ATP fino all’1 di notte. Al mattino si è allenato, dopodichè ha trascorso circa 7 ore in vari incontri con i rappresentanti dei tornei del Grande Slam. Già che c’era (era sabato 6 ottobre), ha partecipato al Players Party. E domenica ha trascorso tre ore nella sua stanza d’albergo con il Consiglio giocatori, lo staff ATP e i dirigenti dello Us Open. Tutto questo prima di tirare un solo colpo sul campo da tennis.
 
Eric Butorac, doppista che fa parte del Consiglio, nutre profonda stima per Federer: “Roger ha tanti impegni nella sua agenda. Il fatto che dedichi così tanto tempo al Consiglio e a queste trattative, evidenzia il suo carattere e quanto si preoccupi per il futuro del tennis. Credo che non sia mai capitato di avere un top player così coinvolto in queste cose”. La presenza di Federer in certe trattative è importante anche a livello politico. E’ innegabile che il suo parere abbia un certo peso nella decisioni. Non è un caso che qualche volta il suo nome sia finito nella lista degli uomini più influenti. “Credo che avere qualcuno come lui nel Consiglio sia molto importante, soprattutto se devi avere degli incontri con i tornei del Grande Slam” dice Andy Murray. Intervistato da USA Today sull’argomento, Federer ha ammesso che gestire e sostenere le esigenze di tutti i giocatori è stata una grande sfida, ma anche molto interessante. “All’inizio avevo la tendenza a fuggire dalle responsabilità, quindi quando ho assunto il nuovo incarico c’era un po’ di angoscia. Non avevo mai visto il tennis da questo punto di vista. Pensavo che gli impegni fossero solo partite, allenamenti e intervista. Forse sono stato un po’ ingenuo”. Oggi, a 31 anni, Federer ha imparato a gestire gli impegni e sente di avere una missione in più: lasciare un tennis migliore rispetto a quello che aveva trovato. “Devo dire che oggi mi diverto a farlo. Ho acquisito un po’ di potere e leadership. Mi piace provare a utilizzarlo in modo da ottenere il meglio per tutti”. Ma a volte lo stress può essere eccessivo e compromettere le prestazioni sul campo. “Per questo devo stare attento a non esagerare, perché vado ai tornei per giocare bene. Devo fare in modo di non essere esausto quando scedo in campo. Non voglio essere sfinito dopo tre set perché ho speso molto mentalmente per queste cose. Ci vuole un po’ di equilibrio, ma credo di averlo trovato con l’esperienza”.
 
Tra le ragioni per cui Rafa Nadal avrebbe abbandonato il Consiglio, ci sarebbero alcune divergenze di vedute con lo stesso Federer, a suo dire troppo prudente nel prendere posizione. Durante l’Australian Open c’è stata una piccola polemica in questo senso, poi smorzata dallo stesso Rafa, il quale ha ammesso che avrebbe dovuto esprimersi di persona e non a mezzo stampa. Federer non ha problemi nel dire che Nadal è stato “Missing in Action” nella battaglia dei montepremi con gli Slam. “Gli altri giocatori guardano molto a lui, quindi sarebbe bello vederlo più impegnato in questo senso”. Al di là dei successi ottenuti con i vari Slam, il cui montepremi aumenta in continuazione, Federer si dice soddisfatto del tenore dei colloqui. “Sono contento del fatto che siamo riusciti a ottenere un colloquio con i tornei e abbiamo potuto esprimere le nostre ragioni”. USA Today ricorda come Federer non si sia mai ritirato da un match in corso (ne ha giocati più di mille), e di come sia ad un passo dal raggiungere il record di 56 Slam di fila, appartenente a Wayne Ferreira. Una delle più grandi qualità dello svizzero è la gestione del tempo e degli impegni. A distanza di un mese, ha ammesso di aver scelto Shanghai per tenere ancora per qualche settimana la leadership ATP (gli è andata bene: grazie alla trasferta cinese, ha superato quota 300 settimane). E pazienza se chiudere l’anno alle spalle di Roger Federer, indipendentemente dal risultato della finale del Masters. “L’obiettivo era tornare al numero 1, non chiudere l’anno al numero 1. E’ proprio quello che è successo”. Paul Annacone è il suo coach: prima di seguire Federer, aveva lavorato con Pete Sampras. Gli hanno chiesto un paragone: “Federer ha scoperto l’orgoglio di essere coinvolto in queste cose. Pete voleva meno distrazioni e una vita più semplice. A Roger piace l’idea di migliorare il tennis. Per me, come allenatore, può essere difficile perché vorrei che fosse sempre focalizzato sul tennis. Ma non posso certo rimproverare i suoi sforzi”.