60 anni, padre di due figli e nonno di una bambina, Steve Simon è l'uomo che dovrà rilanciare la WTA dopo le improvvise dimissioni di Stacey Allaster, giunte alla vigilia dell'Asian Swing 2015. La manager canadese ha fatto buone cose sul piano economico ma ha spostato il baricentro del tour in Asia. Scelta un po' frettolosa, se è vero che in Cina manca ancora la cultura base. Il recente episodio di Wuhan, con la controlleria incapace di gestire il flusso del pubblico, è un piccolo dettaglio che narra di una situazione difficile. Inquinamento, cibo e tanti piccoli dettagli stanno mettendo a nudo una realtà forse non ancora pronta a ospitare il grande tennis. E' vero che da qualche parte bisogna pur cominciare, ma forse la WTA ha esagerato. A poche ore dalla nomina, Simon ha rilasciato le prime dichiarazioni ed è già possibile farsi un'idea delle sue intenzioni. L'americano lavora a Indian Wells dal 1989 e ne è diventato presidente nel 2004. Se è vero che il “suo” torneo è forse il migliore del tour, va detto che senza l'intervento di Larry Ellison, probabilmente sarebbe già morto. Questo va ricordato. Simon ha ricevuto la prima telefonata due giorni dopo le dimissioni della Allaster e ha accettato al volo. Pensa che sia un'occasione unica per migliorare il tennis femminile e portarlo a livelli ancora più alti. “Non avrei mai potuto restare con il rimpianto di non aver accettato. Non ho la certezza di avere successo, ma certe occasioni non capitano così spesso. Non vedo l'ora di cominciare”. Nominalmente, il suo incarico scatterà il 30 novembre. Ma nel frattempo può già lavorare sotto traccia. Simon è stato tra i protagonisti del ritorno di Serena Williams a Indian Wells, quattordici anni dopo i fatti del 2001. Ma se l'ha riportata nel suo torneo, deve prepararsi a un futuro senza di lei.
I CAMBIAMENTI SPAVENTANO, MA BISOGNA CRESCERE
“Le transizioni fanno parte dello sport – ha detto – Serena si sta certamente avvicinando al ritiro, anche se non sappiamo esattamente che intenzioni abbia. Ci manca in Cina e certamente ci mancherà a Singapore, ma speriamo che sia pronta per il 2016, come peraltro ha già detto. E speriamo di vederla ancora a lungo”. L'impressione è che il nodo più complicato da sciogliere sarà il calendario. Da un lato le giocatrici hanno avuto una off-season più lunga (otto settimane, anche di più per chi non raggiunge il Masters), dall'altro continuano a lamentarsi della durezza del calendario. C'è poi un terzo fattore: le esibizioni che riempiono il periodo invernale. “E' un argomento che dobbiamo continuare a trattare – ha detto Simon – le ultime modifiche risalgono al 2009 e hanno ridotto il numero degli infortuni. Il tennis è sempre più fisico e questo influisce sulla salute delle atlete, soprattutto quelle che arrivano in fondo ogni settimana. Dobbiamo dare alle giocatrici la possibilità di riposare il più possibile e cercare di farle arrivare a fine stagione nelle stesse condizioni di inizio anno”. L'impressione è che abbia in mente cambiamenti importanti. “Dobbiamo essere aperti all'evoluzione. I cambiamenti spaventano, ma noi dobbiamo evolverci e dare un senso alle nostre operazioni. Le giocatrici sono il nostro prodotto. Se non vanno in campo, non abbiamo il nostro prodotto”.
CREARE STAR PLANETARIE
Pur essendo americano, Simon ha rifiutato di definire un mercato più importante di un altro. Oltre a quello statunitense, esistono quelli europei e asiatici. Ogni giocatrice può veicolare la popolarità del tennis nella propria regione. “Ma il nostro obiettivo è creare stelle che possano essere veicolate in ogni zona del mondo. Pensate a Federer e Nadal tra gli uomini. Serena Williams ha fatto qualcosa di simile, dando una mano al nostro business. Sarà comunque importante che lei e Venus abbiano eredi di valore”. L'idea di Simon è di portare in ambito WTA tutto quello che è stato fatto a Indian Wells. Nel frattempo, stanno arrivando i primi pareri importanti. Dalle colonne di Sports Illustrated, Jon Wertheim ha scritto che il calendario dovrebbe essere una priorità per il nuovo CEO WTA. A suo dire, l'espansione in Asia non ha funzionato. “Prima cosa da fare? Osservare il calendario e rendersi conto che non è praticabile per le giocatrici”. Wertheim ha poi fatto un primo bilancio dell'avventura di Stacey Allaster. Ha siglato un importante contratto TV con Perform, ma non ha trovato un title sponsor. “Però si è impegnata tanto e le auguro ogni bene. Non ha usato la WTA come trampolino di lancio per andare altrove. Era esattamente dove voleva essere e ha fatto il possibile. Tra qualche anno, avremo un'idea più chiara del suo operato”. Magari dopo che Steve Simon avrà trovato un modo per sistemare 'sto benedetto calendario.