Camila Giorgi gioca un primo set maiuscolo, ma non è stato sufficiente. Serena Williams tira fuori il cuore di campionessa e si impone 7-6 6-2. Nei momenti importanti, non ha sbagliato nulla e ha dominato alla distanza. 

BRINDISI – Fin qui, tutto regolare. Nessuno chiedeva a Camila Giorgi di battere Serena Williams. Se lo speaker avesse elencato nel dettaglio il curriculum dell'americana avrebbe avuto bisogno di un quarto d'ora. L'ha sintetizzato, ma 19 Slam sono sufficienti per rendere l'idea. Nonostante la superficie e condizioni di gioco non certo ideali (caldo e pochissimo allenamento: è sbarcata a Brindisi appena 45 ore prima del match), Serena ha vinto senza rischiare troppo. Ma la Giorgi è promossa: nel 7-6 6-2 che ha dato il là a Italia-Usa, ha alzato notevolmente la media game perduti da Serena in Fed Cup. Fino ad oggi ne aveva persi 59, una media di due per set. Media traballata clamorosamente nel primo set, quando Serena non trovava il modo di brekkare Camila. C'era andata vicina nel primo game (15-40, l'azzurra si è salvata con un ace e un nastro vincente) e anche sul 5-5 (bravissima la Giorgi con un rovescio vincente), ma aveva avuto i suoi problemi. Già, perchè l'americana ha dovuto cancellare palle break, quattro in totale, sullo 0-1 e sul 2-3. In particolare, nel sesto game, ha dovuto elevare al massimo la soglia dell'attenzione. La Giorgi ha giocato alla pari, dando l'impressione di non essere troppo in crisi nel braccio di ferro da fondocampo, nemmeno rovescio contro rovescio. Dovendo farle un appunto, si è notato come il dritto incrociato di Serena le facesse spesso male, anche perchè ha la tendenza a cercare subito il centro del campo anche quando non sarebbe necessario. Per il resto, una prestazione maiuscola. Alcune fiammate hanno esaltato la gente di Brindisi, che ha esaurito in ordine di posti il Campo numero 4, diventato per l'occasione un'arena colma di passione (oltre che competenza e correttezza: zero fischi alla Williams, ricoperta di applausi).


EQUILIBRIO PER OLTRE UN'ORA

La Giorgi ha mostrato una certa accortezza tattica, sicuramente indirizzata da Corrado Barazzutti, con cui sembra esserci un buon feeling. Certi punti persi sono maturati per limiti strutturali più che per cattivo atteggiamento. La voglia di comandare, di “fare il proprio gioco” come ripete sempre, è più forte di tutto. Spesso le va bene, a volte le va male. Contro Serena doveva filare tutto alla perfezione e per un'ora abbondante è andata. Anche nel tie-break è stata brava: sotto 3-0 (due dritti vincenti e un ace), ha saputo rimontare fino al 4-4. Di nuovo sotto 5-4, ha trovato il 5-5 con una fulminante risposta di rovescio. Ma la sofferenza, intesa come costruzione del punto che vada oltre il solito bum-bum, non fa parte del suo DNA. E il primo setpoint è stato quello buono: Serena ha palleggiato in sicurezza, aspettando l'errore di Camila. Puntualmente arrivato, con un dritto affossato in rete. Nel secondo set il divario è cresciuto rapidamente. Serena ha trovato il suo ritmo, soprattutto al servizio. In tutto il parziale ha ceduto appena due punti in battuta e si è potuta concentrare in risposta. Il primo break, quasi bramato, è arrivato nel quarto game, sigillato da un doppio fallo della Giorgi in un game in cui l'azzurra ha mostrato un paio di gesti di stizza. Forse ha capito che il massimo sforzo non era sufficiente per mettere in difficoltà Serena, e si è arresa mentalmente. Negli ultimi game è sparita ogni tensione agonistica: il break finale (sancito anch'esso da un doppio fallo) ha certificato la differenza tra una campionessa immensa e un'aspirante tale. Per ora, la Giorgi deve accontentarsi di essere un'ottima giocatrice.

 

FED CUP – PLAY OFF WORLD GROUP I

ITALIA – USA 0-1

Serena Williams (USA) b. Camila Giorgi (ITA) 7-6(5) 6-2