Le parole del direttore della WADA avevano in qualche modo anticipato che ci fossero novità in vista, come confermato dalla stessa WADA dopo la riunione del Comitato Esecutivo del 5 dicembre scorso
Importanti novità arrivano su uno dei temi più dibattuti di questo 2024, ovvero il sistema anti-doping nel tennis. La WADA – Agenzia mondiale dell’Anti-doping – ha infatti comunicato che ci saranno delle modifiche del codice anti-doping a partire dal 2027. Il 5 dicembre scorso infatti il Comitato Esecutivo della WADA si è riunito con il Consiglio Fondatore, per approvare dei cambiamenti sostanziali nel regolamento che però, vale la pena dire fin da subito, non hanno valore retroattivo e non possono essere applicati a casi già accaduti.
La prima importante modifica che sarà introdotta è l’introduzione del concetto di “Fonte di contaminazione“, che va a sostituire l’attuale “Prodotto contaminato“. La Fonte di contaminazione viene definita dalla WADA in questo modo: “Una fonte imprevedibile di Sostanza Proibita, come: l’ingestione di una medicina che contiene la sostanza proibita la quale non è specificata nell’etichetta o la cui presenza non può essere identificata con una ragionevole ricerca Internet; la consumazione di cibo o bevanda, come per esempio carne o acqua contaminata, che contiene la Sostanza Proibita senza che ci fosse un avvertimento o altra comunicazione che notifichi la possibile presenza della Sostanza Proibita; l’esposizione alla Sostanza Proibita che era stata usata o posseduta da una terza persona, sia attraverso il contatto diretto dell’Atleta con la terza persona oppure attraverso il contatto con oggetti toccati o maneggiati dalla terza persona“.
Per capire in che modo l’introduzione del concetto di Fonte di contaminazione va a modificare il codice anti-doping si può fare riferimento proprio ai recenti casi di Swiatek e Sinner. Nel primo caso infatti la tennista polacca non poteva pensare che nella melatonina – sostanza legale – si potesse trovare traccia di una sostanza non prevista come la Trimetazidina, proprio per via della contaminazione. Al contrario chi utilizza la Trifodermina – nel caso specifico Giacomo Naldi – può e dovrebbe essere a conoscenza che al suo interno è contenuto il Clostebol. Da questo si capisce come l’introduzione del concetto di “Fonte di contaminazione” apporta una sostanziale modifica al codice anti-doping, piuttosto che parlare di “prodotto contaminato”.
Il secondo punto – anticipato anche questo da Olivier Niggli nella sua ultima intervista – è la possibile apertura verso livelli minimi di concentrazione al di sotto delle quali la presenza di una sostanza non da luogo a una positività. Anche questa novità sembra essere desunta direttamente dai recenti casi di doping, dal momento che sia per Sinner che Swiatek le quantità rilevate erano nell’ordine dei picogrammi per millilitro. Ovviamente in questo senso non c’è ancora una linea definitiva, e ci sarà bisogno di una redazione puntuale di un documento in cui saranno elencate – sostanza per sostanza – queste quantità minime che dove riscontrate non faranno scattare la positività.
Come anticipato in apertura, però, queste modifiche non devono portare a dei facili entusiasmi rispetto all’appello al TAS presentato dalla stessa WADA sul caso Sinner. Le modifiche, come anticipato, saranno in vigore soltanto a partire dal 2027 e non hanno un valore retroattivo, per cui non possono essere applicate nel caso Sinner. Discorso diverso è invece l’approccio che gli avvocati di Sinner potranno utilizzare nella difesa del numero uno al mondo, dove proveranno senza dubbio a far valere questa modifica nel regolamento come un chiaro segnale per cui il loro assistito non ha colpa o negligenza, come già affermato nella sentenza di primo grado.