WIMBLEDON – Grande sorpresa sul Campo 1: Barbora Zahlavova Strycova elimina Na Li in due tie-break e vola agli ottavi. E pensare che due anni fa un prodotto per dimagrire l’aveva spedita all’inferno…
Di Alessandro Mastroluca – 27 giugno 2014
Avrebbe dovuto capirlo, Li Na, che non sarebbe stata una buona giornata, quando ha provato a mettere il gelato nel microonde. Una distrazione, raccontata dal telecronista BBC, che ha portato anche sul campo. Contro un'avversaria che arrivava dalla finale di Birmingham, in un terzo turno a Wimbledon, è un lusso che nemmeno Li Na si può permettere. Barbora Zahlavova Strycova ringrazia e dopo uno dei finali più assurdi della storia recente si guadagna la seconda settimana con due tiebreak e festeggia la prima vittoria in carriera contro una top-10. Magari con una bella coppa di gelato. Dopo il titolo all’Australian Open, Li Na sembra ricaduta in uno di quei suoi periodi bui in cui la fragilità oscura la forza, in cui i dubbi tornano in superficie e le intenzioni restano potenza senza forma, come le era già successo dopo lo storico trionfo al Roland Garros su Francesca Schiavone. Uno schema ricorsivo, dunque, che la frena nella gestione delle grandi vittorie, che l'ha portata di fatto a fallire sia a Parigi, dove ha perso all'esordio, che ai Championships, che rimangono il suo Slam peggiore, l'unico in cui non è mai andata oltre i quarti di finale. Oggi ha ceduto contro un'avversaria che l'anno scorso ha perso sei mesi per doping, che a 28 anni ha deciso di prendere nello staff uno psicologo e che sull'erba ha fatto rinascere una speranza di grandezza dopo la finale persa da Ana Ivanovic un paio di settimane fa. In 71 minuti vince il primo set, 7-5 al tiebreak. Nel secondo Li Na si fa più aggressiva, mette i piedi sulla riga, torna a giocare più vicina ai suoi standard e arriva, sul 6-5 e servizio Zahlavova, a un punto dal terzo set. Ma non basta. Non basta nemmeno portare a casa il primo minibreak del tiebreak (2-0) perché colpi che sarebbero vincenti in altre occasioni e contro altre avversarie stavolta tornano indietro, due, tre, quattro volte. Così Zahlavova rimonta e si porta a un punto dalla vittoria, sul 6-5. La storia della partita è tutta qui.
FINALE THRILLER
Li Na mette lungo, Barbora ha le braccia alzate ma non si è accorta che la cinese ha chiesto un ultimo, disperato intervento dell'Hawk Eye. E l'Occhio di Falco funziona: la palla è buona, il punto si rigioca. È uno di quei momenti sliding doors, uno di quei momenti in cui il destino ti concede una seconda occasione, e i campioni sanno come cogliere e sfruttare le seconde chance. Alla cinese era già successo qualche mese fa in Australia: al terzo turno, il passante sul matchpoint per Lucie Safarova (ceca pure lei…) uscì di pochi centimetri, lei rimontò e vinse il torneo. Ma Li Na, oggi, lo dimentica. Doppio fallo. Sul match point. Barbora rialza le braccia al cielo e stavolta non c'è tecnologia che tenga. Con 23 vincenti contro 29, ma soprattutto 31 gratuiti contro 37, Zahlavova si proietta per la prima volta negli ottavi a Wimbledon e potrebbe migliorare il suo best ranking di numero 39 del mondo. In un questo finale di partita c'è l'epifania della fragilità, che non è l'unico aspetto in comune con la ceca. Anche Zahlavova, infatti, come la giocatrice asiatica meglio classificata di ogni epoca, è stata allenata per un periodo dal marito, Jakub Zahlava, cugino dell'ex giocatrice Sandra Zahlavova.
QUELLA SOSPENSIONE DI SEI MESI
Giocatrice che contiene moltitudini, fino a 12 anni si è divisa fra il tennis e il pattinaggio di figura, che adesso ha un po' dimenticato. “Non so più fare i salti – raccontava in un'intervista – ma con le piroette me la cavo ancora bene”. Continua a vivere nella città in cui è nata, Plzen, celebre perché dà il nome a un tipo di birra, la Pilsen appunto. Un'identificazione che nasce dalle particolari caratteristiche organolettiche dell'acqua che vi scorre, e che in quel mix si trovano solo lì, tanto che chiunque voglia produrla fuori dalla città deve aggiungere o togliere sali minerali per ricreare artificialmente quel bilanciamento così particolare. È una città, Plzen, in cui birra e tennis procedono effettivamente su binari paralleli e molto vicini, perché il nonno di Andrea Hlavackova è stato direttore generale del birrificio Pilsner Urquell, e suo padre ne è oggi il mastro birraio. Non è stata certo colpa della birra, però Zahlavova ha avuto alla fine del 2012 qualche problema di linea. Decide, perciò, di acquistare l'Acai Berry Thin, un integratore a base di bacche di acai, piccoli frutti neri simili ai mirtilli che crescono solo in Amazzonia e vanno di moda tra i vip, come Oprah Winfrey. anche se non esistono studi scientifici che ne comprovino il potere dimagrante. Queste bacche contengono potassio, fibre, calcio, fosforo, proteine, vitamine C, E, B1, B2, B3 e acidi grassi Omega-9 e Omega-6. Contengono anche la sibutramina, uno stimolante vietato per gli atleti. Così Barbora Zahlavova è diventato il 64mo caso accertato di doping nel tennis. Dopo sei mesi, tuttavia, è tornata ed è stata accolta benissimo dalle colleghe. “Avevo un po’ paura, temevo che le giocatrici mi guardassero male, invece sono state fantastiche. Molte si sono dette felici di rivedermi: tra loro Julia Goerges, Jill Craybas e tutte le connazionali”. Un'accoglienza ben diversa da quella riservata a Wayne Odesnik, considerato una specie di “spia”, accusato di aver confessato altri casi di doping per ottenere il dimezzamento della squalifica, sulle cui ragioni non è mai stata fatta del tutto chiarezza. Anche se, come dimostrerebbero i documenti pubblicati l'anno scorso dal Miami New Times, è ipotizzabile che Odesnik abbia fatto non tanto i nomi di tennisti quanto del dottor Bosch che avrebbe somministrato sostanze proibite nella sua clinica di Miami e con cui Odesnik ha mantenuto i contatti anche durante la sospensione. Nel suo caso, dunque, come poi sarà più recentemente per Cilic, la sensazione è che non volesse barare. Perché, come Gianrico Carofiglio fa dire al narratore di Il passato è una terra straniera, la vera differenza quando si truccano le carte “Non è fra manipolare e non manipolare. La differenza è fra manipolare consapevolmente e manipolare inconsapevolmente”.
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