Come si sente un giocatore al rientro dopo una squalifica? Come viene accolto? I casi di Cilic, Zahlavova Strycova e Odesnik. “Vediamo le cose in modo diverso”.
Marin Cilic ha detto di essere stato accolto molto bene dai colleghi
Di Riccardo Bisti – 4 febbraio 2014
Come può sentirsi un giocatore al ritorno dopo una squalifica per doping? Una sanzione del genere è come un’etichetta. Non te la levi più, sei bollato a vita. Eppure saresti di nuovo uno come gli altri. Scontata la pena, sei un tennista a tutti gli effetti, con gli stessi diritti e doveri del resto del gruppo. Curiosamente, tre giocatori usciti dalle sabbie mobili di una sospensione stanno vivendo un periodo importante: Marin Cilic, Barbora Zahlavova Strycova e Wayne Odesnik. Il primo cercherà di confermarsi a Zagabria, laddove ha già vinto in tre occasioni; la ceca è stata convocata dalla Fed Cup ceca in virtù del forfait di Petra Kvitova, e potrebbe essere protagonista a Siviglia contro la Spagna. L’americano ha appena vinto un torneo challenger, tornando a ridosso dei top-100.
MARIN CILIC
Nel “Mercoledì Nero” di Wimbledon 2013, Marin Cilic fu tra i sette giocatori che diedero forfait. Parlò di un infortunio al ginocchio, in realtà aveva accettato una sospensione preventiva per essere risultato positivo a un test antidoping. Qualche settimana dopo, alcune indiscrezioni giornalistiche hanno fatto trapelare la verità. Il croato aveva terminato le sue zollette di glucosio e mandò la madre ad acquistarne di nuove: peccato che fossero contaminate. Il CAS di Losanna ha creduto alla tesi del giocatore, riducendo la sanzione da nove a quattro mesi. E così ha ripreso a giocare al Masters 1000 di Parigi Bercy, pieno di dubbi su come sarebbe stato accolto dai colleghi. “Per fortuna, la reazione dei colleghi è stata molto positiva – ha detto il croato agli americani di Tennis Now – a Bercy erano tutti contenti di vedermi. Per me è stato un sollievo. Dopo due giorni, ho avuto la sensazione di non aver perso neanche un torneo. Il rapporto con gli altri giocatori era lo stesso. Ha significato molto per me, davvero”.
BARBORA ZAHLAVOVA STRYCOVA
La 27enne ceca è un’onesta pedalatrice, ma a quanto pare ha qualche problema di linea. E così si è comprata l’Acai Berry Thin, un prodotto che serve a perdere peso. Il fatto è che conteneva uno stimolante vietato, la sibutramina. Prima di ordinarlo, la giocatrice avrebbe chiamato l’azienda per chiedere conferma sulla “pulizia” del prodotto. L’hanno rassicurata, ma si sbagliavano. Fu testata tre volte (sia sangue che urine) dopo l’assunzione del prodotto. “Quando mi hanno detto che sono risultata positiva, non ci volevo credere. Non capivo da cosa fosse dipeso, ero convinta di aver assunto solo prodotti naturali”. L'hanno fermata per sei mesi, è tornata nell’aprile 2013. “Avevo un po’ paura, temevo che le giocatrici mi guardassero male, invece sono state fantastiche. Molte si sono dette felici di rivedermi: tra loro Julia Goerges, Jill Craybas e tutte le connazionali”. C’era la percezione diffusa che la giocatrice non volesse barare, un po’ come accaduto a Cilic.
WAYNE ODESNIK
Ben diversa la situazione per l'americano, sospeso per due anni (poi ridotti a uno per “assistenza sostanziale”) per essere stato colto in flagrante con alcune fiale di ormone della crescita. La sua colpevolezza è parsa subito chiara, ma anche le ragioni della sua riduzione hanno mandato su tutte le furie gli altri giocatori,. Lo vedevano come una talpa, una spia. A peggiorare la sua immagine, è emerso il suo nome nell’indagine sulla clinica di Miami che avrebbe fornito steroidi al giocatore di baseball Alex Rodriguez e altri sportivi di livello. Lo scorso anno, dopo la sua sconfitta al primo turno di Wimbledon, la sua conferenza stampa è stata collocata nella principale sala conferenze. Doveva chiarire la sua relazione con la clinica, ma le domande sono diventate talmente incalzanti che il moderatore fu costretto a bloccare tutto. I colleghi hanno creato un fronte compatto contro Odesnik: “E’ un truffatore, lo devono buttare fuori dal tennis – ha detto Andy Roddick – non c’è più spazio per lui”. E James Blake, più diplomatico, disse che difficilmente lo avrebbe invitato a cenare nel suo tavolo o a giocare a carte. Quest’anno, se avesse passato il primo turno all’Australian Open (dove si è qualificato) avrebbe affrontato Andy Murray. Con una punta di disprezzo, lo scozzese ha detto: “Sono molto contento che Millot lo abbia battuto”.
Nonostante i loro casi siano piuttosto diversi, i tre giocatori in questione sono rientrati con una diversa visione dello sport, e forse della vita. “Ho una prospettiva diversa, mi diverto di più e apprezzo la possibilità di giocare – ha detto Cilic – stare fuori così a lungo è stato duro sul piano mentale, quindi adesso mi godo il tour in misura maggiore rispetto a prima. Sento che per me è un nuovo inizio, le cose semplici mi rendono più felice”. Odesnik non ha quasi mai parlato della vicenda, rimandando ai suoi avvocati (pare che abbia fornito più di una testimonianza anche sul mondo delle scommesse), ma ai giorni del suo rientro disse. “Sono entusiasta e molto affamato. Lavoro ogni giorno, più duramente che posso”. E’ tornato grossomodo agli stessi livelli pre-squalifica, nella speranza che gli avversari si dimentichino le sue colpe. Nel frattempo, a Chitre, ha eliminato tre giocatori italiani (Ghedin, Trusendi e Lorenzi). Chissà cosa ne pensano. La Zahlavova Strycova è tornata tra le top-100, e a Melbourne ha giocato nella Rod Laver Arena contro Vika Azarenka. “Adesso vedo le cose in modo diverso. Quello che mi è successo ha avuto una valenza positiva, perché ho potuto riflettere sul gioco, sul tennis, sulla vita. Adesso mi diverto molto di più”. Nella speranza che la marchiatura, piano piano, inizi a sfumare.
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