Il responsabile dei campi del Roland Garros svela la mescola dei campi parigini e afferma che i teloni copricampo saranno dello stesso colore della superficie. Ogni giorno, la “sveglia” ai campi è fissata alle 6.30. 

E' di poche ore fa la dichiarazione di Gilbert Ysern, direttore del Roland Garros, secondo cui il futuro del torneo può essere a rischio se non si sbloccheranno i progetti di ampliamento, costantemente rallentati da ricorsi e contro-ricorsi, soprattutto da parte di alcune associazioni ambientaliste. Il progetto prevede la presentazione del nuovo Campo Chatrier nel 2019, dotato di tetto retrattile. Nel 2017 dovrebbe essere inaugurato un nuovo stadio da 5.000 posti presso il giardino botanico delle serre d'Auteil. Mancano le firme, poiché la giunta comunale di Parigi ha ordinato un ulteriore studio del suolo. Senza approvazione, l'attuale impianto non si potrà cambiare di una virgola. Però il 2015 avrà comunque alcune novità, interessanti soprattutto alla luce di quanto successo a Roma, dove il Campo Centrale ha avuto qualche problema. In una chiacchierata con Sports Illustrated, il responsabile dei campi Bruno Slastan (l'equivalente parigino di Neil Stubley, capo giardiniere di Wimbledon) ha svelato la mescola con cui sono realizzati i campi di Parigi e spiegato che i nuovi teloni copricampo saranno rossi proprio come la superficie. Sotto la terra rossa ci sono ben tre strati. Abbiamo 10 pollici di pietra, 6 pollici per il filtraggio dell'acqua con materiale metallico, quattro pollici di calcare e tre millimetri di polvere di mattone. Secondo Slastan, è fondamentale la cura degli strati più alti. Il team parigino rielabora ogni anno lo strato di calcare bianco e e poi ci appoggia circa 40 tonnellate di mattone tritato, ma soltanto in condizioni climatiche perfette, quando si può lavorare all'asciutto. “Lo spessore dei materiali viene sempre rispettato – dice Slastan – è un aspetto molto importante. Noi facciamo il possibile per raggiungere la perfezione”.


IL LENGLEN E' COSTRUITO SUL CEMENTO

Durante ogni incontro, gli addetti passano il tappeto e puliscono le righe dopo ogni set, mentre alla fine di ogni partita il campo viene bagnato per mantenere il colore ed essere preservato dal vento che potrebbe spazzarlo via. A fine giornata, ogni campo viene accuratamente bagnato. “I campi hanno un grande bisogno d'acqua – dice Slastan – dopo l'innaffiamento notturno vengono coperti, adesso con i nuovi teloni”. La giornata dei campi parigini si apre alle 6.30 del mattino, quando gli addetti li scoprono e uniformano la superficie con il cloruro di calcio, in modo che resti bagnato e mantenga il colore rosso. Ovviamente un utilizzo così importante genera usura. Tra vento e tracce di terra che restano su scarpe e calze dei giocatori, vengono portati ulteriori 5 tonnellate di terra da essere utilizzate in caso di necessità. La manutenzione è uguale per tutti i 20 campi (3 stadi più 17 campi esterni), ma c'è una curiosità: il Suzanne Lenglen, il 3, il 4 e il 5 necessitano di particolare attenzione perchè sono costruiti sul cemento. “Questo rende tutto più pericoloso quando piove, perchè il drenaggio dell'acqua potrebbe essere complicato”. Per compensare il fatto di essere stato costruito sul calcestruzzo in cima ad un garage, il Suzanne Lenglen possiede un sistema di controllo dell'umidità dotato di due grandi tini sotto l'impianto per recuperare l'acqua, i quali vengono svuotati in base al volume dell'acqua. Risultato? Giocabilità e tutto il resto sono assolutamente uguali rispetto agli altri campi.