Lo svizzero giocherà i tornei ATP di Amburgo e Gstaad. Perché questa scelta? Si sprecano le illazioni: noi ipotizziamo che voglia avvicinarsi a quota 100 titoli ATP.
Un vecchio manifesto promozionale del torneo di Gstaad con Roger Federer
Di Riccardo Bisti – 3 luglio 2013
Il Federer Gillette Tour del dicembre 2012 ha fatto capire tante cose. Ogni gesto di Roger Federer fa notizia, anzi, è la notizia. Anche durante le fasi finali di Wimbledon, dove è uscito mestamente al secondo turno. Nel giorno dei quarti di finale, la notizia del giorno è la sua scelta di giocare i tornei ATP di Amburgo e Gstaad. Roger ha bloccato i pettegolezzi, ufficializzando la notizia sul suo account Twitter. Ieri è giunta la notizia della partecipazione a Gstaad, oggi quella di Amburgo. E' importante capire le ragioni di questa scelta. O meglio, fare congetture, visto che le ragioni più profonde le conosce soltanto Federer. Escludiamo un calcolo legato al ranking ATP, magari nella speranza di tornare tra i primi quattro entro lo Us Open. Giocare questi due tornei non gli cambierà la vita: basta fare due conti. Dovesse vincerli entrambi, intascherebbe 750 punti ATP lordi, ma quelli “netti” sarebbero appena 210. Roger, infatti, ha in scadenza i 450 della finale Olimpica (la vittoria ad Amburgo farebbe segnare un “+50”), mentre gli eventuali 250 punti di un successo a Gstaad prenderebbero il posto dei 90 di Rotterdam, con un attivo di 160 punti. Numeri irrisori per uno come lui. Naturalmente, giocare questi tornei non ha alcuna valenza nella preparazione in vista dello Us Open. Giocare sulla terra, anzi, potrebbe precludergli un paio di settimane di lavoro fisico e allenamento sui campi duri.
E allora perché gioca questi tornei? Qualcuno sussurra che sia la necessità di ritrovare un pizzico di fiducia dopo che Wimbledon ha aperto grandi interrogativi. Qualcun altro, più malizioso, sostiene che lo faccia per gli ingaggi. “Sono gli ultimi soldi che cerca di raccattare prima di scendere definitivamente”. Ci crediamo poco, anche perché Federer non ha certo bisogno di liquidità. Secondo noi, queste scelte hanno una valenza storica, il tentativo di staccare John McEnroe e di avvicinare Jimmy Connors e Ivan Lendl nella classifica dei più titolati di sempre. La classifica è guidata dall’americano con 109 titoli, seguito da Lendl con 94. Vincendo ad Halle, lo svizzero ha eguagliato Johnn McEnroe a quota 77. Jimbo sembra francamente irraggiungibile, ma Lendl no. E arrivare a 100 titoli potrebbe essere un obiettivo sensato. Pensate: vincere 100 tornei nel tennis iper-professionistico del 21esimo secolo, peraltro con sempre meno tornei in calendario. Sarebbe un traguardo clamoroso. Qualche pignolo, inoltre, potrebbe ricordare che nei 109 titoli di Connors sono considerati alcuni mini-tornei a quattro giocatori, eventi ufficiali ma indegni di comparire nel palmares di un campione.
Mentre Roger spera di fare un favore a se stesso, Gstaad e Amburgo hanno già fatto tombola. A Gstaad è pronta la rivoluzione, come ha confessato il direttore Jean Francois Collet in un’intervista concessa a Le Matin. “Quando ho visto la sua prematura eliminazione a Wimbledon, ho capito che ci sarebbe stata una chance”. Dal 2006, Collet ha chiamato ogni anno il management dello svizzero, ricevendo sempre risposta negativa. Quest’anno è successo il contrario. “Mi ha chiamato il suo agente, Tony Godsick. La discussione è durata cinque minuti. Siamo stati rapidi nell’accontentare le sue richieste: voleva un alloggio per la sua famiglia e il suo staff. Siamo stati in grado di accontentarlo grazie al Grand Hotel Park di Gstaad”. In merito ai soldi, Collet è rimasto sul vago: “Non parlo dei dettagli contabili, ma la discussione non riguardava il denaro. Se avesse voluto più soldi, avrebbe scelto un altro torneo. Ma è chiaro che la sua presenza avrà un impatto importante sul torneo, quindi è giusto che qualcosa gli torni indietro”. Mentre Amburgo dovrebbe garantirgli un compenso di 300.000 dollari, a Gstaad stanno già pensando di ampliare un campo centrale con appena 4.500 posti a sedere. “Non credo che abbia fatto questa scelta per ricostruirsi un’immagine in Svizzera dopo le polemiche con Basilea. Per farvi capire come è rimasto umile, vi posso dire che mi ha chiamato personalmente per ringraziarmi della wild card. Vi posso assicurare che in tanti anni non l’ha fatto nessun giocatore”. La rincorsa per la storia puà passare anche da Gstaad.
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