Rafael Nadal non ha ancora sciolto le riserve sulla sua presenza in campo a Rio De Janeiro: un silenzio che ha generato un susseguirsi di voci. Fortunatamente per i suoi tifosi, le ultime sembrano positive. E il ghiaccio sul polso dopo i primi allenamenti in Brasile non deve spaventare…

Da quando Rafael Nadal ha annunciato che avrebbe saltato il Masters 1000 di Toronto, posticipando il rientro al tennis giocato in occasione delle Olimpiadi di Rio De Janeiro, la sua presenza ai Giochi ha generato un susseguirsi di notizie (poche) e voci (tante). Prima sembrava non fosse ancora pronto per tornare a competere a certi livelli dopo lo stop di due mesi per l’infortunio al polso accusato a Parigi, poi si era diffusa la voce che potesse optare solo per le prove di doppio e doppio misto, per forzare il polso il meno possibile, ma nei giorni scorsi la sua partecipazione sembra diventata molto più probabile, gelando il sogno di Pablo Carreno-Busta, che lo sostituirebbe in caso di forfait (altrimenti giocherà solamente in doppio con Marc Lopez). In primis, quello che è certo: Nadal sarà il portabandiera della Spagna nella cerimonia di apertura di venerdì 5, oggi si è recato al Barra Olympic Park (usando i mezzi pubblici!) insieme a buona parte del team spagnolo, e si è già allenato un paio di volte sui campi di Rio, prima al pomeriggio e poi di nuovo in serata. Le foto delle agenzie raccontano che sia durante le sessioni sia al termine ha applicato del ghiaccio sul polso malandato, ma visti i suoi problemi è una procedura abbastanza normale. Domenica, in aeroporto a Maiorca prima della partenza per Rio, parlando con la troupe di RTVE l’ex numero uno del mondo è parso piuttosto cauto (come spesso accade, va sottolineato), spiegando che ha poco allenamento alle spalle e confermando che avrebbe deciso solamente “nei prossimi giorni” se prendere parte o meno al Torneo Olimpico. Tuttavia, ci sono vari indizi che messi insieme potrebbero fare la prova tanto attesa dai suoi fan: Nadal andrà a caccia del suo secondo oro Olimpico anche in singolare.

GLI INDIZI POSITIVI SULLA PARTECIPAZIONE
A far pendere l’ago della bilancia dalla parte del “sì”, in primis ci sono le parole dello zio-coach Toni, che in un’intervista radiofonica si è lasciato sfuggire qualche ipotesi sul tabellone, lasciando intendere che il pensiero sia già passato al torneo vero e proprio, salutando i dubbi sulla partecipazione. E poi c’è anche una voce che parla di una vittoria contro Andy Murray in allenamento. Un risultato normalmente dal valore pressoché nullo, ma che nella situazione di “Rafa” può essere particolarmente importante. Difficilmente si sarebbe allenato con lo scozzese (come infatti non ha fatto nei primi giorni di permanenza di Andy a Manacor) se non fosse stato certo di poterlo fare al 100%, così come difficilmente sarebbe competitivo in un match – anche d’allenamento – con dei problemi al polso. Va detto che forzare il polso per qualche set d’allenamento è una cosa, farlo per un torneo con tabellone a 64 è ben altra, ma difficilmente nella sua carriera “Rafa” ha fatto scelte sbagliate, e proprio sul tema degli infortuni ha tutta l’esperienza necessaria per non commettere errori, specialmente per un torneo che – al netto del fascino e del piacere di difendere i colori della propria nazione – non può aggiungere nulla di nuovo alla sua carriera. Se parteciperà, vorrà dire che la situazione è chiara e risolta completamente. A quel punto sarà da valutare la sua competitività, senza match nelle gambe e su una superficie che l’anno scorso aveva salutato a New York dopo la sconfitta con Fabio Fognini, una delle più deludenti (per come è maturata) della sua intera carriera. Ma, almeno per il momento, quello è l’ultimo dei suoi problemi. La priorità, dopo due mesi di stop, è solo tornare in campo.