Puntata seria e altamente tecnica, quella che commenta gli ottavi di finale di Sinner. Panatta e Bertolucci, impressionati dal match di Jannik, azzardano a dire ciò che noi tutti (forse) pensiamo ma che non osiamo ammettere

«Quei tre, Djokovic, Alcaraz e Medvedev, per battere Sinner devono giocare al 100 per cento e non è detto che lo battano. E’ in palla, gioca sereno, non ha mai avuto un momento di nervosismo, anche fisicamente si è irrobustito. Sta facendo tutto un lavoro scientifico, non può fallire», se non fosse Adriano Panatta, a pronunciare queste parole, verrebbe quasi da fare scongiuri…

«Ha tenuto in mano il match dall’inizio alla fine, è un giocatore molto solido» gli fa eco Bertolucci.

Poi scatta il paragone con Alcaraz. «La differenza tra lui e Alcaraz, è che questo miglioramento sullo spagnolo non l’ho visto» prosegue Adriano. «Alcaraz ha ancora troppi alti e bassi, capita a quelli che hanno tante cose a disposizione e a volte non ha capito che deve essere più concreto», replica Paolo. «Esattamente quello che non fa Sinner, sembra un prodotto di laboratorio, passatemi il termine, il suo staff sta costruendo con lui una macchina perfetta». I complimenti di Adriano si sprecano, un crescendo che si conclude con una sentenza. «E’ l’unico giocatore che quando lo guardo giocare, non vedo come possa perdere…». Come non essere d’accordo. Forza Jannik!

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