Uno studio statistico rivela la chiave che ha permesso a Federer di massacrare Djokovic a Cincinnati. Il serbo gli ha cercato il rovescio in 108 occasioni, ma in 58 non l’ha trovato…
Il dritto di Federer fa ancora più male quando è tirato dal lato sinistro del campo
Di Riccardo Bisti – 23 agosto 2012
Parlare di favoriti è sempre rischioso. Prendiamo l’imminente Us Open: dopo le Olimpiadi, il favorito numero 1 era Andy Murray. Dopo Toronto, lo scettro è passato a Novak Djokovic. Dopo Cincinnati, tutti sono pronti a scommettere su Roger Federer. Difficilmente usciremo da questi tre, ma è altrettanto difficile individuare il “vero” favorito. Tuttavia, se Federer e Djokovic dovessero trovarsi in finale, la recente partita di Cincinnati sarebbe un riferimento importante. Federer cercherebbe di ripeterla, Djokovic di evitarla. In 27 sfide, non era mai successo che uno dei due vincesse un set per 6-0. Il sito ATP ha proposto un articolo molto interessante, con alcuni dettagli tecnico-tattici che spiegano (o meglio, provano a spiegare) il perché di un risultato così netto. Secondo Craig O'Shannessy, fondatore del sito “Brain Game”, la chiave è stata la capacità di Federer di spostarsi sul dritto quando Djokovic giocava alla sua sinistra, cercandogli il rovescio. L’analisi sostiene che Federer abbia avuto la grande capacità di trasformare in offensiva (con il dritto) una situazione potenzialmente difficoltosa (con il rovescio). Djokovic ha cercato il rovescio di Federer per 108 volte.
In 58 occasioni, Federer è riuscito ad evitare il rovescio, tirando un dritto sempre offensivo, spesso vincente. In tutta la partita, Roger ha tirato “appena” 50 rovesci. Per il serbo era difficile attaccare il rovescio dell’avversario, semplicemente perché non gli era permesso. Il 67% dei colpi tirati da Federer durante la partita erano dritti. Di questi, la maggior parte sono stati scagliati dal lato sinistro rispetto al destro (56% contro il 44%). Federer ha compiuto un capolavoro tattico ma – soprattutto – tecnico. Una strategia del genere, infatti, può essere efficace se tieni sempre l’avversario sulla difensiva. Altrimenti lasci troppi metri di campo alla tua destra, col rischio di essere infilato. Tanti giocatori ci cadono, per questo il rovescio lungolinea è una delle armi più importanti del tennis di oggi. A Cincinnati, Federer ha tirato 10 vincenti con il dritto. Di questi, solo 3 sono arrivati dal lato sinistro. Ma quando colpiva da quella parte aveva sempre in mano il gioco. Nel primo set, in particolare, il serbo ha sbagliato un mucchio di dritti in corsa, frutto della pressione di Federer. Il miglior colpo di Djokovic è il rovescio: bene, ha tirato la miseria di 2 vincenti a fronte di 11 errori. Sei di questi errori sono stati provocati dal dritto di Federer, cinque provenienti proprio dal lato sinistro. Stesso discorso per il dritto: Djokovic ne ha sbagliati 12, di cui nove provocati dal dritto di Roger (e cinque dal lato sinistro).
Secondo O'Shannessy, la scelta di aggirare il rovescio e picchiare con il dritto porta tre vantaggi.
1) La potenza. Il 75% dei vincenti da fondocampo arrivano con il dritto.
2) L’allargamento del campo disponibile. E’ difficile fare male col rovescio lungolinea, anche perché si resta esposti al dritto in cross dell’avversario. Dol dritto puoi tirare in entrambe le direzioni, con maggiore potenza e più soluzioni.
3) La possibilità di mascherare la direzione. Per l’avversario è difficile leggere la direzione del colpo in anticipo, con tutti gli svantaggi del caso.
Federer conosce bene questi aspetti e spesso finisce col dover coprire solo metà campo (o poco di più), mentre l’avversario viene sballottato per gli 8.23 metri di larghezza del campo (se non di più). E’ molto difficile “sfondare” Federer con un rovescio lungolinea, ed anzi capita spesso di correre affannosamente sul punto successivo.
Nel secondo set, Federer ha tirato 42 dritti (di cui 27 dal lato sinistro) contro 26 rovesci. Dal canto suo, Djokovic non era nella sua miglior giornata. Non è riuscito a effettuare la stessa operazione di Federer, tanto che nel primo set ha giocato solo cinque dritti dal lato sinistro. Una differenza letale: se è vero che il serbo chiede molto al rovescio, è altrettanto vero che buona parte dei suoi winners arrivano col dritto (a Cincinnati ha tirato 9 vincenti, di cui 7 col dritto). Se Federer gioca il 53% dei suoi dritti dal lato sinistro e Djokovic appena il 19%, significa che lo svizzero ha sempre in mano lo scambio. Il sesto trionfo allo Us Open (torneo che non vince dal 2008) passerà da una corretta applicazione di questa tattica. A Cincinnati c’è riuscito alla perfezione, a Flushing Meadows c’è l’incognita della lunga distanza. Ma se riesce a metterla in pratica, beh, per gli avversari diventa durissima. E Djokovic? Che può fare per contrastare l’avversario? Sostanzialmente due cose: servire molto meglio, in modo da prendere subito in mano lo scambio (e poter colpire il dritto dal lato sinistro, con tutti i benefit del caso), e trovare angoli più acuti quando gioca sul rovescio di Federer. Più la palla è angolata, più lo svizzero non può cercare il dritto. Facile a dirsi, molto meno a farsi.
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
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