Non era mai successo che Giappone e Bielorussia centrassero le fasi finali a Bergamo: Moriya e Gerasimov rompono l'incantesimo. Il bielorusso parla poco, ma possiede un servizio-bomba. E ha manifestato il suo apprezzamento per il presidente Lukashenko. (Foto di Antonio Milesi) 

BERGAMO – Tra Hiroki Moriya ed Egor Gerasimov sarà una bella battaglia. Per la prima volta un giapponese e un bielorusso vanno così avanti al Trofeo Perrel-FAIP di Bergamo (42.500€, Play-It) e sarà un bel contrasto di stili: da una parte il servizio-bomba di Gerasimov, dall'altra i riflessi e la rapidità di Moriya. Dopo che il giapponese aveva interrotto la corsa di Marco Chiudinelli, evidenziando le lacune dell'esperto svizzero, Gerasimov ha tenuto a bada il bosniaco Setkic, sfruttando il “buco” in tabellone creato dall'eliminazione di Dustin Brown. Non è stata la partita del torneo, poiché Setkic ha giocato piuttosto male, soprattutto al servizio. “In realtà non è stato facile perché era un quarto di finale e a questo punto ogni match è complicato – ha detto Gerasimov, ragazzo molto riservato, quasi introverso – io ho provato a fare del mio meglio, lui lo stesso, ma credo che non ce l'abbia fatta”. Il bielorusso fonda il suo tennis su un servizio molto potente, rischiando parecchio anche con la seconda palla. Non è un caso che abbia tirato otto ace e commesso sette doppi falli. “In effetti cerco di far valere il mio servizio. Attualmente la differenza risiede in una migliore condizione atletica, credo sia l'unico cambiamento rispetto all'anno scorso. La vittoria al ricco challenger di Bratislava non ha cambiato nulla, soltanto il ranking. Grazie a quel successo ho potuto giocare le qualificazioni all'Australian Open”.

 

LUKASHENKO E' IL MIGLIOR PRESIDENTE POSSIBILE”

A differenza dell'amico e connazionale Zhyrmont, è convinto che la Bielorussia stia attraversando un buon momento anche in campo maschile. “Ci sono ottimi giocatori, alcuni si allenano molto bene. Sono certo che farà buone cose Ilya Ivashka: attualmente è numero 300 ma quest'anno salirà. E' anche il mio miglior amico nel circuito insieme Zhyrmont”. Da parte sua, Gerasimov è convinto della bontà dei progetti del suo paese, tanto da non essersi mai allontanato da Minsk. La base resta il Centro Tecnico, dove è allenato da quel Vladimir Voltchkov che quindici anni fa centrava la semifinale a Wimbledon. “Lui e Max Mirnyi sono stati i miei idoli. I ragazzi bielorussi sono nati e cresciuti con loro ed era inevitabile che fosse così. Ovviamente apprezzo molto il gioco di Novak Djokovic e Roger Federer, il loro tennis è incredibile”. Pur essendo un ragazzone, Gerasimov è modesto nel modo di porsi e anche negli obiettivi. Come tutti i giocatori da challenger, punta ad acciuffare i primi 100 in modo da giocare il tabellone principale dell'Australian Open 2017. “Per il resto della carriera mi andrebbe benissimo un piazzamento tra i top-50 ATP”. Quando gli chiediamo la qualità della vita nel suo paese, ha l'unico sussulto. “Non passo molto tempo in Bielorussia perché sono spesso in giro per tornei, ma non credo che le cose vadano troppo bene. Ho l'impressione che lo sviluppo si sia fermato. E' vero che abbiamo lo stesso presidente da oltre 20 anni, ma credo che Aleksandr Lukashenko sia ancora il meglio per il nostro paese. Nessuno può essere meglio di lui per la nostra popolazione”. Alle ultime elezioni, tenutesi lo scorso novembre, Lukashenko ha preso oltre l'83% dei voti. Pare che l'opposizione non sia stata in grado di accendere l'entusiasmo dei giovani bielorussi, categoria di cui fanno parte Gerasimov e la stessa Victoria Azarenka. “La conosco ma non abbiamo un particolare rapporto. Ci salutiamo e finisce tutto lì”. Lui spera che non finisca qui la sua avventura a Bergamo.