Non importerà l’esito della finale, la seconda in carriera e nell’ultimo mese, che Alexander Zverev disputerà contro il redivivo Florian Mayer. Il 19enne di Amburgo, al cospetto di un Roger Federer non al massimo della condizione, non all’apice della carriera ma comunque con un nome e cognome da far tremare i polsi, ha confermato tutto quel che ci si aspetta da lui per gli anni a venire. Un talento di quelli che ne nascono uno, forse due ogni dieci anni. Una promessa che, se mantenuta, può davvero mettere una seria ipoteca su chi sarà il futuro dominatore del circuito. Il 7-6 5-7 6-3 contro Sua Maestà, vincitore ad Halle in ben otto occasioni, con papà e fratello in tribuna a fare il tifo e assistere tanto increduli quanto in apprensione, è una dimostrazione di forza, soprattutto mentale, che la dice lunga su quanto Alexander creda nelle sue enormi potenzialità. Ed è soprattutto l’inizio del terzo set ad esserne la fotografia più nitida e lampante. Il tedesco sembra infischiarsene, di chi si trova dinnanzi. Vince il primo set al tiebreak, dopo aver concesso il nulla al servizio (4 punti). Continua a concedere il nulla anche nel secondo set e si ritrova anche due occasioni per poter scrivere anzitempo la parola fine sull’incontro. Sul 3 a 4 è solo ricorrendo alla classe che Federer salva il salvabile. Due ace su altrettante palle break sono conigli dal cilindro riservati a pochi eletti. Ma ecco che Alexander comincia a scricchiolare. Non ha mai battuto un top ten, ha sfiorato tre mesi or sono l’impresa con Nadal a Indian Wells, mettendo in rete una volèe alta sul matchpoint.
Comincia a scricchiolare e arrivano le prime palle break, questa volta per Roger. Tre palle break che Alexander cancella, affidandosi al servizio, devastante. Ma sul 5 pari Zverev si ripete. Una volèe facile facile scagliata fuori dal campo prima, un doppio fallo poi e altre due palle per Roger, per poter andare a servire per il set. E sulla seconda, lo svizzero si concede alle folle con una sublime palla corta a seguito di un altrettanto sublime lungolinea di rovescio. E’ il break è cosa fatta, così come il set. Concluso da Roger come bere un bicchier d’acqua. A questo punto chiunque o quasi è convinto del finale di questa trama. Ancora di più quando, nel game d’apertura, il tedesco al servizio è vicinissimo a combinare un disastro. Splendida palla corta di Roger e quindi un doppio fallo di Alexander. E arriva una palla break che è parente strettissima di un match point. Ma è proprio Roger a giocare male, malissimo, i colpi a seguire. Nel terzo game, il bilancio delle palle break sprecate si fa ancora più impietoso. Ben sei su sette. Questa volta è il servizio del tedesco a impedirgli la fuga. Ma a questo punto Zverev decide di essere protagonista del finale della trama. Se è vero che Roger sembra non averne più fisicamente, é altrettanto vero che quel che accade nei game successivi è tutto frutto del talento di Alexander. Il tedesco infila un parziale di 12 punti a 2, annichilendo lo svizzero con tanta rabbia e determinazione da lasciare basiti. E quando chiude, a zero, il set sul 6 a 3, lo sguardo e la stretta di mano convinta di Roger sembrano suonare quasi come una benedizione. Zverev ha lustri davanti a lui per poter dare un senso alle promesse e alle aspettative. Roger Federer poco più di una settimana, per poter trovare il minimo di condizione per potersi presentare a Wimbledon da protagonista. Forse l’ultima occasione che ha di essere se stesso.
ATP 500 HALLE – Semifinali
Alexander Zverev (GER) b. Roger Federer (SUI) 7-6 5-7 6-3
Florian Mayer (GER) d. Dominic Thiem (AUT) 6-3 6-4
La stellina di Amburgo brilla sempre più forte
Con personalità e coraggio, Alexander Zverev supera Roger Federer e vola in finale ad Halle. Forse non è un passaggio di consegne, ma di sicuro un risultato dal gran valore. Perso il secondo set, avrebbe potuto mollare. Invece emerge alla distanza, vincendo 18 degli ultimi 25 punti. In finale avrà un derby tedesco con Florian Mayer.