Altra giornata fortunata per Andreas Seppi: Kei Nishikori si ritira dopo cinque game, con vistosi problemi alla gamba sinistra. L’azzurro è in finale a Halle, si guadagna una testa di serie per Wimbledon e torna n.1 d’Italia. Ora la sfida con Roger Federer.Altro giro, altro ritiro. Ma soprattutto nuovo colpo di fortuna per Andreas Seppi, che senza dover strafare si ritrova in finale all’ATP 500 di Halle. Era a credito con la sorte dopo l’infortunio all’anca che l’ha obbligato a saltare quasi tutta la stagione sulla terra battuta, ma nemmeno nel migliore dei sogni si sarebbe immaginato una ricompensa così. Invece, dopo l’abbandono di Gael Monfils nei quarti di finale, è arrivato anche quello del numero 5 del mondo Kei Nishikori, costretto ad alzare bandiera bianca in semifinale dopo appena cinque giochi. Sceso in campo con una vistosa fasciatura per un problema al polpaccio sinistro, probabilmente ereditato dalle due ore e mezza di venerdì contro Jerzy Janowicz, il giapponese si è accorto subito di non poter competere. Ha provato a continuare per qualche minuto per vedere se la situazione migliorava, ma alla soglia del quarto d’ora, e soprattutto con Wimbledon alle porte, ha preferito abbandonare per non aggravare ulteriormente il problema. Buon per Andreas, che raccoglie in un colpo solo un sacco di traguardi. Perché mentre la sua settima vittoria con un top ten vale ben poco, l’importanza della finale raggiunta non cambia di una virgola. È la prima in un 500, la più prestigiosa della sua carriera e uno dei risultati più importanti del tennis azzurro sull’erba.
MEGLIO DI POZZI E TIELEMAN
Oltre ai quarti a Wimbledon di Adriano Panatta e Davide Sanguinetti, tutti ricordano la semifinale di Gianluca Pozzi al Queen’s (anche il quel caso ci fu un ritiro illustre, quello di Andre Agassi) e l’ancor più sorprendente finale del belga di madre romana Laurence Tieleman, che nel 1998 partì addirittura dalle qualificazioni. Ma questa di Seppi, nonostante il grande aiuto ricevuto dalla sorte, è più importante. Probabilmente, all’allievo di Massimo Sartori i dati storici interessano poco, mentre danno molta più soddisfazione gli oltre 130 mila euro e soprattutto i 300 punti ATP che andranno a rifocillare la sua classifica. Gli varranno un salto in avanti di quasi venti gradini, che significa (probabilmente) la ventisettesima posizione del ranking, e una testa di serie a Wimbledon, ma è ancor più simbolico il ritorno sulla poltrona più alta del ranking italiano, soffiata a Fabio Fognini. Il ligure l’aveva scavalcato nell’estate del 2013 grazie alla splendida accoppiata Stoccarda-Amburgo, ed è arrivato sino a un passo dai top 10. Sembrava irraggiungibile, invece il suo calo di rendimento ha offerto all’altoatesino una chance di controsorpasso, centrata alla prima occasione, complice la scelta di Fabio di saltare i tornei in preparazione ai Championships. A inizio anno Andreas ha ripetuto più volte di voler tornare fra i top 20: obiettivo che pareva alla portata dopo le prime settimane, un po' meno nei mesi più recenti. Invece, con questo risultato torna prepotentemente in corsa: malgrado gli appena dieci punti raccolti fra Monte Carlo, Madrid, Roma e Parigi, è numero 19 della Race. Ora deve solo confermare questo rendimento.
DOMANI FEDERER, PADRONE DI CASA
Ma prima di pensare al futuro c’è una finale da giocare, anche se il nome dell’avversario mette i brividi. Dall’altra parte della rete ci sarà Roger Federer, che se dell’erba di Wimbledon ha fatto il suo giardino, in quella di Halle ci ha costruito almeno una veranda. Dopo il grande spavento del primo turno, vinto 7-6 al terzo set contro Philipp Kohlschreiber, il campione svizzero ha regolato in due set Gulbis, Mayer e quindi Ivo Karlovic, sconfitto con due tie-break e senza l’ombra di una palla-break a favore. Lui invece ne ha concessa (e salvata) una nel quarto game del secondo set, andando a prendersi le vittoria numero 50 al Gerry Weber Open. Quella di domani alle 13, in diretta su SuperTennis, sarà la sua decima finale (consecutiva!) nel torneo tedesco, dove ha già vinto in sette occasioni. Ad Andreas il compito di fermarlo, come riuscito solo a Lleyton Hewitt e Tommy Haas. La memoria non può non andare al loro confronto di Melbourne, quando uno dei migliori Seppi di sempre si è preso la vittoria che vale una carriera, spuntandola in quattro set. Non per questo c’è da attendersi il bis, anche perché sull’erba, e soprattutto sulla breve distanza, la missione si complica ancor di più. Ma sperare, si sa, non costa nulla.
ATP HALLE – Semifinali
Roger Federer (SUI) b. Ivo Karlovic (CRO) 7-6 7-6
Andreas Seppi (Ita) b. Kei Nishikori (JPN) 4-1 ritiro
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