Altro che Kimiko Date: a quasi 41 anni, Lisa Raymond non salta un torneo. Ha giocato i primi nel 1989. “Credo di avere ancora uno Slam in canna. Come mai sono così longeva? Perchè quando ero giovane…”
Di Riccardo Bisti – 13 giugno 2014
Stanno facendo scalpore i risultati di Kimiko Date. A 43 anni, la giapponese continua a giocare ad alti livelli e non ha nessuna intenzione di mollare. A Birmingham ha infilato un altro tassello alla sua saga personale, battendo Daniela Hantuchova e cogliendo i quarti di finale. Ma c’è una giocatrice che la batte, anche se è più giovane di tre anni. Non gioca più in singolare, eppure Lisa Raymond non si presa un solo stop nella sua eterna carriera, iniziata addirittura nel 1989, quando aveva 15 anni e si qualificò per il main draw dello Us Open al suo terzo torneo. E oggi, sugli stessi prati di Birmingham, giocherà l’ennesima partita in coppia con Liezel Huber contro le australiane Barty-Dellacqua (curiosamente, sarà proprio la Dellacqua l'avversaria della Date in singolare). In quattro decadi di tennis, Lisa non si è mai fermata e ha vinto tantissimo. Ha colto ben 11 Slam (6 in doppio femminile e 5 in misto), togliendosi grandi soddisfazioni tra cui un bronzo olimpico (a Londra 2012 in coppia con Mike Bryan) e il titolo di “più anziana a vincere uno Slam”, superando addirittura Billie Jean King. Quando vinse lo Us Open 2011 (proprio in coppia con la Huber) aveva 38 anni, un paio in più rispetto a BJK ai tempi del suo ultimo titolo. Con nove milioni di dollari in banca e 1859 partite giocate, in molti avrebbero già appeso la racchetta al chiodo. Invece lei va avanti, festeggerà i 41 anni (il prossimo 10 agosto) sul campo da tennis. E per ora non pensa al ritiro. Perchè dovrebbe, visto che il ranking WTA di doppio la colloca ancora in 41esima posizione? Se la Date è un fenomeno, ma si è presa 12 anni di vacanza tra il 1996 e il 2008, la Raymond cos’è? E soprattutto, da cosa dipende questa longevità? “E’ un insieme di fattori. Sono stata molto fortunata con gli infortuni, nel senso che non ho mai avuto grossi problemi fisici, poi negli ultimi 10 anni ho giocato quasi esclusivamente il doppio. Si fatica meno, gli scambi sono più brevi. Non devi correre per tre ore dietro alla palla. Da quando ho smesso di giocare in singolare è come se avessi iniziato una nuova carriera”. Già, perchè la Raymond è stata un’ottima singolarista: numero 15 WTA nel 1997, vanta un paio di quarti di finale Slam e quattro titoli WTA. Curiosamente, uno dei quattro è arrivato proprio a Birmingham nel 2000.
BENEDETTO COLLEGE
Pur essendo molto precoce, ha evitato di diventare professionista prima dei 19 anni. Ha colto molti successi a livelli NCAA, maturando un’esperienza che poi le è servita nel circuito. “Sono sicura che se non fossei andata al college e mi fossi buttata subito nel tennis, 24 ore al giorno, oggi avrei già smesso. Non voglio dire che non mi impegnassi, però all’epoca c’erano delle ragazze che svolgevano in una settimana il numero di ore che io sommavo in due giorni. E io che pensavo di giocare troppo! Col senno di poi, la mia freschezza è dovuta proprio a quelle scelte”. La Raymond ha vissuto almeno 4-5 generazioni di campionesse e apprezzato i mille cambiamenti di questo sport. Oggi le racchette sono più potenti, così come le corde. Più in generale, è tutto molto più professionale. “Quando sono arrivata nel circuito non c’era nessuno che viaggiasse con allenatore, nutrizionista, fisioterapista. Oggi la nutrizione è una fase fondamentale del gioco. Prima facevi il tuo allenamento, al massimo andavi un’oretta in palestra”. Anche per questo, Lisa dubita che vedremo una numero 1 sotto il metro e 70, come è stata Justine Henin (anche se Simona Halep, dal “basso” dei suoi 168 centimetri, è a buon punto). Ma ormai la questione non la riguarda più. Il suo unico problema, attualmente, è scegliere la partner giusta.
UN FUTURO DA PANETTIERA?
“Sembra assurdo, ma ci vuole la chimica. Devi trovarti bene con la compagna, deve piacerti sul piano umano. Naturalmente è importante che sia alta e tiri forte, in modo da completarmi. In questo modo posso andare a rete senza paura”. Lo scorso anno ha fatto coppia con Laura Robson, che all’epoca aveva meno della metà dei suoi anni. Insieme hanno vinto a Miami e avevano attirato un po’ di attenzione. “Laura è certamente più matura della sua età. Ha una buona testa, sceglie bene le cose da fare. Inoltre sa dove si trova, si muove bene e aveva un grande rispetto per me e per i miei consigli. Da parte sua, mi ha trasmesso molto entusiasmo”. Il futuro della Raymond è ancora un’incognita. Il ritiro, in fondo, è una delle cose più difficili da accettare. “Non so per quanto tempo andrò avanti. Quando mi renderò conto di non competere più per vincere uno Slam, allora smetterò. Ma se resto in buona condizione fisica ho ancora degli obiettivi”. Non potrà diventare la più titolata di sempre in doppio perchè Martina Navratilova ha intascato successi fino a 50 anni suonati, con 177 titoli (tra cui 31 Slam). "No, semplicemente vorrei vincere un ultimo Slam e tornare in vetta al ranking di specialità”. Dopo 25 anni – e chissà quanti ancora – in giro per il mondo, non la vedremo più con la racchetta in mano. “Basta viaggi, credo che mi sistemerò dove vivo, a Media, nei pressi di Philadelphia”. E’ cresciuta proprio da quelle parti, e lì si trova ancora la sua famiglia. Una scelta romantica: tornare laddove era partito tutto, e ricominciare daccapo, con un mare di esperienze e qualche dollaro in tasca. “Magari potrei insegnare tennis, ma non mi dispiacerebbe fare qualcosa di diverso. Chessò, potrei aprire un panificio”.
Lisa Raymond impegnata a Wimbledon nel 1993
Post correlati
Ascolti tv: fra tennis e calcio c’è partita
Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se...