Il rapporto tra un giocatore e la sua racchetta, si sa, è sempre speciale. A volte può sfociare in una vera e propria dipendenza. Qualche anno fa, prima che Wilson progettasse un modello che lo soddisfacesse, Juan Martin Del Potro ha insistito a oltranza con il telaio con cui aveva vinto lo Us Open 2009, ormai fuori produzione. Gli erano rimasti soltanto pochi fusti, con tutte le conseguenze del caso: sempre più vecchi, sempre meno performanti e soggetti all'usura (nonché ai gesti di frustrazione del giocatore). Nell'ultimo torneo dell'anno, abbiamo scoperto che sta succedendo una cosa simile anche ad Adrian Mannarino. Il francese sta vivendo il miglior periodo in carriera: top 30 ATP, finalista a Tokyo e semifinalista a Mosca, la scorsa settimana ha giocato alla pari contro Roger Federer a Basilea (soltanto una magia dello svizzero gli ha impedito di prendere un break di vantaggio nel terzo set) ed è partito alla grande anche a Parigi Bercy, con una netta vittoria su David Ferrer. Proprio nella conferenza stampa post-match, ha rivelato alcuni dettagli curiosi. Da oltre tre mesi, sta giocando con una sola racchetta. “Quando giochi con tensioni basse come me, hai bisogno di più racchette” ha detto Mannarino, che è arrivato a fare un appello via Twitter. Con un post rivolto i suoi 15.900 follower, ha chiesto se ci fosse un negozio con a disposizione la Babolat AeroPro Drive con grip 3 o 4. Ha ricevuto moltissime risposte, persino dal colosso di vendite online Tennis Warehouse. Telai nuovi sono pressoché introvabili, ma gli hanno proposto diverse racchette usate. “Quando la partita si allunga, per me diventa un problema. Mi piacerebbe cambiare racchetta per avere un maggiore controllo con le corde, però devo arrangiarmi con una sola. Però le cose mi stanno andando bene lo stesso”.
UN ANNO CON LO STESSO OUTFIT (O QUASI)
Mannarino possiede ancora qualche fusto, ma mi tratta di telai piuttosto vecchi. “Ne ho 3-4 nel mio garage, ma non posso giocarci tutto l'anno. Non è sufficiente. Sinceramente non so cosa farò l'anno prossimo. Diciamo che ho un mese e mezzo per pensarci”. Se vuole racchette nuove, l'unica soluzione sarebbe un cambio di modello. Il francese incorda la racchetta a 16 kg, ma a volte si concede anche una tensione inferiore a seconda delle condizioni del campo. Nel corso della stessa conferenza stampa, in cui ha messo a nudo una sorta di proletariato tennistico, ha svelato un altro aneddoto, stavolta riguardante l'abbigliamento. Non avendo sponsor, per tutto il 2017 ha giocato con la stessa maglietta. “Tutto nasce da una scommessa con il mio allenatore. Ho iniziato in Australia e ho continuato a usarla. Sinceramente, spero di trovare uno sponsor per il finale di stagione”. Non è del tutto esatto, come rivelano gli archivi fotografici: se è vero che quasi sempre indossa la polo Nike a strisce orizzontali scure, spesso ne ha indossata una scura e, ovviamente, a Wimbledon ha dovuto rispettare il dress code vestendosi di bianco. Anche al Roland Garros ha indossato una polo bianca. Mannarino giocherà l'ultimo match di giornata a Bercy contro David Goffin. Un francese contro un belga, proprio come nell'imminente finale di Coppa Davis. Ma se Goffin è un perno del team belga, difficilmente Mannarino troverà spazio nelle convocazioni di Yannick Noah. Dovesse continuare a giocare così bene, chissà. ”La finale di Davis? Non ci penso” ha tagliato corto con i cronisti.