Il 2013 di Nadal inizierà con due novità: nuova racchetta e nuovo management. Ma continuerà a giocare con la mano sinistra, come gli hanno insegnato da bambino. Lui è destro.
Rafa Nadal in allenamento a Maiorca
 
Di Riccardo Bisti – 31 gennaio 2013

 
E’ giunto il momento. Tra poche ore, Rafael Nadal tornerà a prendere un aereo per ragioni tennistiche. Andrà a Santiago del Cile e da lì si sposterà a Vina del Mar, dove è atteso come una rockstar per il locale torneo ATP. Martedì esordirà in doppio insieme all’amico Juan Monaco, poi scenderà in campo in singolare. In una delle ultime interviste, Rafa ha ammesso di avere ancora qualche problema alle ginocchia. Ogni tanto sente dolore “Ma prima o poi bisogna ricominciare” ha detto. Ci saranno alcune novità, a partire da una nuova racchetta. Si tratta della versione 2013 della storica Babolat Aeropro Drive, che dovrebbe garantire maggior potenza e versatilità al suo tennis. Rafa era perplesso, ma è stato lo zio Toni a convincerlo a cambiare, dicendogli che se non si rischia non si migliora. In fondo sarà un nuovo inizio per lo spagnolo: neanche nel 2004, quando fu costretto a saltare il Roland Garros per una frattura da stress al piede, era stato fermo così a lungo. Per Nadal ci sarà anche qualche cambiamento a livello manageriale: il suo agente Carlos Costa smetterà di collaborare con il colosso IMG e creerà una società di stampo quasi familiare con Sebastian Nadal, padre di Rafa. Non ci saranno intermediari, un po’ come ha fatto Roger Federer, pure lui allontanatosi da IMG per affidarsi interamente allo storico manager Tony Godsick.
 
C’è però qualcosa che Rafa non cambierà: l’abitudine a giocare con la mano sinistra. Non tutti sanno che Nadal è mancino solo sul campo da tennis. Per qualsiasi altra attività, usa la destra. Le rotazioni mancine offrono un piccolo vantaggio perché disegnano traiettorie a cui i giocatori sono meno abituati. Ma dietro al cambio di mano c’è una storia che vale la pena raccontare. L’elemento chiave è Jofre Porta, ex-coach della federtennis spagnola. Tanti anni fa era in visita alle Baleari e incontrò Toni Nadal (che all’epoca si faceva chiamare soltanto Antonio). Lo zio gli presentò un cucciolo di appena sette anni che tirava sia dritto che rovescio a due mani. “All’epoca lavoravo per la federazione e ogni tanto si svolgevano delle clinic. Una di queste la facemmo a Maiorca e vidi per la prima volta Nadal – racconta Porta – Toni mi disse di dargli un’occhiata, che giocava molto bene. Giocava benissimo con entrambe le mani”. Nella medesima conversazione, Toni chiese a Porta un consiglio. “Che ti sembra di un bimbo che tira con entrambe le mani?”. Il tecnico gli rispose che sono pochissimi i giocatori a tirare tutti i colpi a due mani. “Gli consigliai di staccare una mano almeno con il dritto”. Porta e Nadal si sono rivisti due anni dopo, ed effettivamente Nadal tirava il dritto a una mano…ma lo faceva con la sinistra! “Toni era giunto alla conclusione che la mano sinistra gli garantiva più forza per colpire la palla”. I fatti gli hanno dato ragione. “Questo cambiamento ha avuto a che fare addirittura con la posizione che tiene quando dorme. Rafa è destro di occhio e di mano, mentre è mancino con il piede. Secondo queste caratteristiche, dovrebbe essere un contrattaccante. Ma non lo è, e questo lo rende diverso da tutti gli altri”.
 

L’altro grande maiorchino del tennis, Carlos Moya, ha avuto una storia simile a Nadal, con la differenza che è mancino in tutto mentre è stato abituato a giocare a tennis con la destra. Jofre Porta offre la sua visione anche su altri giocatori. Analisi che farebbero felice il compianto Roberto Lombardi: “Roger Federer ha occhio dominante sinistro ed è destro di mano, tipico profilo di un giocatore d’attacco. Al contrario, Rios era mancino sia di occhio che di mano: caratteristiche di chi è sensibile e irascibile. Proprio come lui”. Interessante la visione su Fernando Gonzalez. Il cileno era come Federer: occhio sinistro e mano destra. “Per questo aveva un dritto migliore del rovescio. Però c’era un’incongruenza: voleva comandare il gioco, ma lo faceva stando ben dietro la riga di fondo. E’ comunque riuscito a farlo più che bene”. Non possiamo che chiudere con una domanda: come sarebbe stata la carriera di Nadal se avesse assecondato la natura giocando con la destra? Impossibile saperlo, anche se siamo certi che Rafa non tornerebbe indietro per cambiare: 11 Slam e 7 Roland Garros sono un buon deterrente. No?