In un'intervista con il settimanale de “La Parisien”, la russa si dice seccata per le critiche dei colleghi. “Ho già pagato, perché dovrebbero punirmi ancora? Quando la faccenda non era chiara si poteva giudicare, ma adesso trovo che criticarmi sia scorretto”. Senza classifica WTA, ripartirà grazie alle wild card nei tornei più importanti.

La Pasqua di Resurrezione, per Maria Sharapova, arriverà tra 10 giorni. Una resurrezione laica, il tentativo di ricostruire una carriera devastata da una squalifica per doping. Dopo quindici mesi di stop, il gran giorno sarà mercoledì 26 aprile, alla Porsche Arena di Stoccarda. Dopo aver incassato più o meno passivamente le varie critiche di colleghi e colleghe, la russa ha contrattaccato. In un'intervista con il magazine settimanale di Le Parisien, Masha ha auspicato che gli altri tennisti la smettano di criticarla, specificando che le autorità avrebbero dovuto essere più chiare nel comunicarle i cambiamenti delle regole. Come è noto, il primo test positivo risale all'Australian Open 2016, pochi giorni dopo che il meldonium era entrato nella lista delle sostanze proibite: Masha sostiene di averlo preso per anni per una particolare condizione del cuore, e non sapeva che l'avessero appena vietato. Parecchi giocatori non hanno gradito le condizioni di favore che troverà al suo rientro, con le wild card già assicurate a Stoccarda, Madrid e Roma. In tempi e modi diversi, si sono espressi negativamente Andy Murray, Angelique Kerber, Caroline Wozniacki e altri. A dire il vero, c'è anche chi si è schierato dalla sua parte, come Venus Williams e Simona Halep.

“MI SENTO COMUNQUE RESPONSABILE”
“Ho scontato la mia squalifica – ha detto Masha – e allora perché insistono? C'è un'altra ragione per continuare a punirmi? Io non la vedo. Quando i dettagli della storia erano ancora sconosciuti, tutti avevano il diritto di giudicare. Ma adesso che sono passata dalla Corte Arbitrale dello Sport di Losanna, che è un organo neutrale, dico basta. Se i giocatori continuano a criticarmi, non penso che sia corretto”. Il primo Tribunale le aveva dato due anni di squalifica, sentenziando che aveva utilizzato il meldonium con regolarità e avrebbe dovuto conoscere le regole. Il CAS di Losanna, tuttavia, ha ridotto la squalifica a 15 mesi: nella sentenza si spiega che Masha non aveva intenzione di violare le regole. Inoltre, viene menzionata l'assenza di specifiche avvertenze sui nuovi divieti. Da parte sua, la Sharapova ha ammesso di non aver letto la mail inviata dall'ITF riguardo i “cambiamenti generali” del programma antidoping, ha sostenuto che avrebbero dovuto avvisarla personalmente. “Perché nessuno è venuto a parlarmi, in modo da affrontare il problema della riservatezza di cui hanno parlato dopo?” ha aggiunto in un'altra intervista col Times, in uscita nei prossimi giorni. Nonostante tutto, ha ammesso di sentirsi responsabile: “In ultima analisi, la colpa è stata mia. Per anni non ho avuto problemi con tutte le sostanze che prendevo, quindi mi sono un po' distratta”. Essendo ferma da oltre un anno, Masha dovrà ripartire da zero, senza classifica WTA. In virtù di questo, le wild card assumono un valore ancora maggiore.