La giovane azzurra viene squalificata per aver accidentalmente compito un raccattapalle con una pallata. La sanzione è parsa del tutto fuori luogo, lei è uscita dal campo tra le lacrime. Nel frattempo, Tsonga ha ricevuto una bella lettera da una raccattapalle che aveva aiutato a uscire dal campo perché colpita da vertigini e capogiri.

Raccattapalle sfortunati protagonisti negli ultimi giorni dell'Australian Open. Il primo episodio, purtroppo, ha riguardato una giovane tennista italiana. 27 anni (e un giorno) dopo il famoso caso di John McEnroe, si è rivista una squalifica a Melbourne Park. E' toccato a Maria Vittoria Viviani, giovane tennista lombarda che si allena al Tennis Club Crema, sotto la guida di coach Beppe Menga. Dopo aver perso il primo set contro la cinese Xin Yu Wang, la Viviani è stata squalificata per aver colpito un raccattapalle con una pallata. Le immagini non sono chiarissime, tuttavia evidenziano come Maria Vittoria abbia colpito senza particolare forza, al punto che le scuse istintive verso il raccattapalle non sono state particolarmente vigorose, come se non ritenesse l'episodio di particolare importanza. La sua sfortuna è che la pallata sarebbe finita dritta sul petto del raccattapalle. Un giudice di linea ha informato l'arbitro, il quale è stato durissimo, cacciando la Viviani dall'Australian Open. In termini strettamente regolamentari, la sanzione ci poteva stare. Tuttavia, gli ufficiali di gara hanno denotato totale mancanza di buon senso. Persino la stampa australiana ha definito “minore” lo scatto d'ira della Viviani, uscita dal campo tra le lacrime. A rendere ancora più dolorosa la beffa, è un episodio più o meno analogo accaduto a Kei Nishikori durante il match contro Roger Federer. Il giapponese ha morbidamente tirato una palla che ha toccato un raccattapalle, ma non ha ricevuto nessuna sensazione. Curiosamente, la Viviani non è la prima italiana ad essere squalificata in Australia. Tra gli uomini, nel 1992, Stefano Pescosolido fu squalificato durante le qualificazioni del torneo di Sydney. Il ciociaro lanciò una racchetta, che dopo essere rimbalzata per terra finì in tribuna e colpì uno spettatore.

TSONGA E LA RACCATTAPALLE
​L'altro episodio, per fortuna, è ben più gradevole. Durante il match di secondo turno  2016 tra Jo Wilfried Tsonga e Omar Jasika, una raccattapalle è stata colpita al volto da una pallata e, chiaramente, era un po' dolorante. Tuttavia, provava a trattenersi per non far interrompere l'incontro. Tsonga si è reso conto della situazione ed è andato a sincerarsi delle sue condizioni. Quando ha capito che qualcosa non andava, l'ha presa sottobraccio e l'ha accompagnata fuori dal campo. A un anno di distanza, il gesto non è stato dimenticato: la piccola Giuliana ha inviato una lettera di ringraziamenti a Tsonga, il quale l'ha ringraziata pubblicamente su Twitter. “Caro Mr. Jo Wilfried Tsonga – recita la lettera – non sono sicuro se ti ricordi di me, ma sono la raccattapalle che hai scortato fuori dal campo. Vorrei cogliere l'occasione per chiederti scusa per il tempo in cui mi chiedevi la pallina, ma non ho fatto il servizio. Avevo preso un virus di cui non ero a conoscenza, e questo mi ha causato vertigini e capogiri. Questo ha anche influenzato la visione e l'udito. Mi scuso per non essere stata in grado di esercitare le mie funzioni di raccattapalle secondo gli standard richiesti. Grazie mille per la gentilezza che hai mostrato. Appreso molto il fatto che tu abbia capito che avevo bisogno di un po' d'aiuto e sei stato così gentile da accompagnarmi fuori dal campo. Congratulazioni per essere giunto al turno successivo. Ti auguro il meglio per le tue prossime partite e spero che tu sia in grado di farlo fino alla fine dell'Australian Open. Grazie ancora. Giuliana, raccattapalle n.180”. Di certo, Jo non si era dimenticato di lei. E magari potrà incontrarla di nuovo, visto che è giunto nei quarti grazie al successo su Dan Evans, e adesso sfiderà Stan Wawrinka per un posto in semifinale.