MASTERS 1000 PARIGI BERCY – Nole parte bene, tenendo a distanza il pericoloso Gilles Muller, e si arrabbia con i giornalisti. “Qualcuno ha tirato fuori la storia del guru, ma non è così. Non vi darò i dettagli della mia collaborazione con Imaz. Fa parte del mio team, stop”. Murray rischia grosso con Verdasco ma se la cava, peraltro con qualche fischio. KO Wawrinka.

C’è stato un momento in cui la sfida a distanza stava per sgretolarsi, ancor prima di cominciare. E non nella direzione più attesa. Invece Novak Djokovic ed Andy Murray sono ancora in gara a Parigi Bercy, anche se la giornata ha sorriso al serbo, forse per la prima volta dopo parecchi mesi. Djokovic ha vinto con sufficiente agio contro Gilles Muller, sempre ostico sul cemento indoor, mentre Murray ha rischiato grosso (ma grosso…) contro Fernando Verdasco. Fosse stato un match di pugilato, ai punti avrebbe meritato lo spagnolo. Invece Andy ha salvato due pericolose palle break sul 5-5 del terzo set, salvo poi strappare il servizio a Verdasco nel game successivo, mostrando una notevole carica agonistica. Ma le fatiche accumulate nell’ultimo mese si sono sentite, eccome. In precedenza, Djokovic aveva sbrigato la pratica Muller con un convincente 6-3 6-4. “E’ una buona notizia iniziare il torneo in questo modo – ha detto – ho trovato un avversario difficile perché adotta il serve and volley, poi le condizioni di gioco erano piuttosto veloci. Ho trovato il giusto ritmo sin dall’inizio e sfruttato le occasioni quando si sono presentate. Inoltre sono soddisfatto del rendimento al servizio, da cui ho ottenuto parecchi punti gratis. E’ stata una buona prestazione”.

“NON CI SONO GURU”
Ne aveva bisogno, specie dopo il brutto torneo a Shanghai e le tante, troppe chiacchiere extra-tennis. L’ultima in ordine di tempo è la collaborazione con Pepe Imaz, seduto in tribuna accanto al fratello Marko in assenza di Vajda e Becker. “Mi era già successo di non avere né Marian né Boris a Miami, e ho vinto il torneo – ha provato a tagliare corto Djokovic, che si è ribellato all’idea di raccontare i dettagli della partnership – non so dove abbiate sentito che si tratta di un guru, visto che è da sempre nel mondo del tennis. Sono solo contento che sia qui, insieme a mio fratello, lavorando insieme a me. Non vi darò i dettagli della nostra collaborazione perché non ha senso. So che qualche media sta cercando di tirare fuori una storia chiamandolo ‘guru’, ma non darò spazio a ulteriori speculazioni. Il mio team è ampio e lui ne fa parte, ecco tutto. Intanto Nole ha infilato la 16esima vittoria consecutiva a Bercy, e oggi proverà ad estendere la serie contro Grigor Dimitrov. Per essere sicuro di conservare la leadership per almeno un’altra settimana, dovrà arrivare in finale. “Ma la cosa non è al centro dei miei pensieri. Adesso devo giocare un match alla volta e mettere qualità nel mio tennis. Dovessi farcela, so che posso sfidare chiunque, su tutte le superfici”.



MURRAY SE LA CAVA
Qualche ora dopo, Murray si è salvato contro un Verdasco in palla, autore di ben 47 colpi vincenti. Tantissimi, contro un difensore come Andy. Nonostante l’iper-attività delle ultime settimane, lo scozzese ha voluto vincere a tutti i costi, mostrando una grinta che non è piaciuta al pubblico di Bercy. Si è anche preso qualche fischio, ma intanto ha tolto il servizio a Verdasco, a zero, nell’ultimo game, sigillando il 6-3 6-7 7-5 finale. “Non è stata la mia migliore partita – ha ammesso Andy – ma giocherò meglio domani. Non mi sono sentito troppo a mio agio sul campo, ma nell’ultimo game il più forte ero io”. Certo, sul 5-5 si è trovato 15-40 sul suo servizio. Ma l’enorme fiducia accumulata nell’ultimo periodo gli ha permesso di giocare con autorità i punti decisivi. La famosa “confidence” di cui ogni giocatore non può fare a meno. Negli ottavi sfida la stellina Lucas Pouille, giovane in ascesa ma che gli ha tolto appena sette game in due precedenti. “E’ un gran colpitore, abbastanza simile a Verdasco, a parte il fatto che è destro. Entrambi si affidano alla prima di servizio e si prendono le loro chance da fondocampo”. La lotta a due è acuita dall’eliminazione, in tarda serata, di Stan Wawrinka, numero 3 del tabellone. Lo svizzero ha chiuso la stagione regolare sciupando un matchpoint contro Jan Lennard Struff prima di arrendersi col punteggio di 3-6 7-6 7-6. Avanti 6-5 nel tie-break del secondo, ha incassato tre punti consecutivi e poi è rimasto a galla nel terzo dopo che Struff aveva servito sul 5-4, ma ha raccolto appena un punto nel tie-break finale. Sarà contento Djokovic, che si è visto eliminare il potenziale avversario in semifinale. Un avversario che due mesi fa gli ha fatto vivere un incubo.