A Monte Carlo, Nadal e Djokovic dovrebbero trovarsi di fronte in semifinale. Nel frattempo, per il momento è andata meglio al serbo, facile su Haider-Maurer. ‘Rafa’ arranca contro un ottimo Isner, poi la spunta 7-6 4-6 6-3.Dopo la vittoria di ieri contro Viktor Troicki, John Isner l’aveva detto. “Sulla terra battuta Nadal è il più forte giocatore della storia, ma credo di avere una chance”. Dopotutto se l’era già conquistata nel 2011 a Roland Garros, diventando il primo capace di trascinarlo al quinto set a Parigi, e ha fatto il bis a Monte Carlo. Ha perso di nuovo, 7-6 4-6 6-3 e stavolta senza nemmeno andare mai avanti nel punteggio, ma ha comunque venduto cara la pelle per due ore e venti minuti, mostrando di saperci fare per davvero anche sul rosso. Ha vinto il più forte, come è giusto che sia, nonostante una prova non del tutto convincente. Le statistiche gli sorridono: per il Nadal attuale 12 gratuiti in tre set a fronte di 32 vincenti è un bilancio super-positivo, ma la realtà è leggermente diversa. Racconta di un giocatore ancora un po’ troppo remissivo e che risponde troppo lontano dal campo, ma comunque in crescita e obbligato agli straordinari solo da un rivale in palla. Aiutato da condizioni molto simili a quelle dei French Open (quindi piuttosto rapide), il gigante di Greensboro è riuscito a impostare la partita come piace a lui, caricando il drittone sulle palle poco profonde di Nadal, scendendo molto a rete e trovando soluzioni interessanti con la smorzata, tanto da chiudere il match con qualche rammarico. L’amarezza è tutta per un primo set che l’ha visto prima mancare due palle-break e poi fallire altrettanti set-point, sul 6-4 del tie-break, rovesciato da Nadal con quattro punti di fila. Fosse salito di un set, forse, la situazione finale sarebbe cambiata.
 
DECISIVO IL PARZIALE DI 12-1 NEL TERZO SET
Isner è stato comunque molto bravo a tener duro nelle fasi iniziali del secondo set, quando ‘Rafa’ ha cercato senza risultato l’accelerazione vincente, sino a conquistarsi la meritata parità. Prima è arrivato a un passo dal baratro sul 3-4, quando si è trovato 0-40 ma si è preso i giusti rischi infilando cinque punti consecutivi, poi ha piazzato il break che gli ha dato il set, concretizzando l’unica chance avuta in tutto il parziale. Se l’è conquistata con una bomba di diritto sul 30-30, poi ha affondato la risposta, raccogliendo l’errore di Rafa. Tuttavia, i grandi sforzi profusi per allungare la contesa gli sono costati cari nel terzo set, quando muovere a destra e a sinistra i suoi 108 chilogrammi è diventato sempre più impegnativo. Nel secondo game si è salvato, nel quarto ha dovuto cedere al pressing di Nadal, finendo per subire un letale parziale di 12-1. Bene per il maiorchino, che torna ai quarti a Monte Carlo dopo l’assenza del 2014 (battuto da Ferrer), anche se per la prima volta da oltre dieci anni lascia per strada un set nei primi due incontri. Forse la scelta di cambiare racchetta in un periodo di scarsa fiducia, preferendone una che garantisce più rotazioni ma meno controllo, non è stata delle più sagge, e lascia qualche punto interrogativo. Ne sapremo di più nei prossimi incontri, a partire da quello di domani contro il connazionale David Ferrer, a segno 6-2 6-7 6-1 dopo una dura lotta con Gilles Simon.
 
DJOKOVIC PASSEGGIA CON HAIDER-MAURER
Curioso l’incrocio a fine match con Djokovic. Dopo aver rilasciato l’intervista in campo ed essersi fermato a firmare autografi, quando Nadal ha imboccato il tunnel che porta fuori dal Centrale vi ha trovato Djokovic e Haider-Maurer pronti a scendere in campo per l’incontro successivo. Il serbo si è complimentato per la vittoria, ricevendo gli auguri di ‘Rafa’ per l’imminente impegno. Una sorta di passaggio di consegne che ha portato meglio al tennista di Belgrado, a segno senza la minima difficoltà contro l’austriaco Andreas Haider-Maurer, l’unico non compreso fra le teste di serie ad aver centrato gli ottavi di finale. Ce l’ha fatta grazie al 6-1 6-0 rifilato a Gulbis all’esordio (primo match vinto in un Masters 1000) e alla dura lotta di martedì contro Bernard Tomic, prima di capitolare 6-4 6-0. Il campione serbo ha sbrigato la pratica in 56 minuti, non permettendo al rivale di arrivare nemmeno a 40 nei propri turni di servizio. Messo in cascina il break già nel game d’apertura, il numero uno del mondo ha lasciato giocare il rivale, sfruttando il primo set per allenare le soluzioni di volo (ma con scarsi risultati, 6 punti su 14 a fine match). Nel secondo invece non gli ha dato chance, guadagnando rapidamente il quarto contro Marin Cilic, a segno 6-3 7-6 su Jo-Wilfried Tsonga. ‘Nole’ ci ha vinto undici volte in altrettante sfide, ma chi ha avuto modo di osservarlo giura che il croato si sia presentato al Country Club in forma smagliante, dopo aver sfruttato il lungo stop dovuto all’infortunio al polso per allenare le reattività delle gambe. Un motivo in più per seguirlo: Djokovic a parte, è pur sempre l'ultimo in grado di vincere uno Slam.
 
MASTERS 1000 MONTECARLO – Ottavi di finale
Novak Djokovic (SRB) b. Andreas Haider-Maurer (AUT) 6-4 6-0
Marin Cilic (CRO) b. Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 6-3 7-6
Rafael Nadal (ESP) b. John Isner (USA) 7-6 4-6 6-3
David Ferrer (ESP) b. Gilles Simon (FRA) 6-2 6-7 6-1
Tomas Berdych (CZE) b. Roberto Bautista-Agut (ESP) 7-6 6-4
Milos Raonic (CAN) b. Tommy Robredo (ESP) 6-3 3-6 6-3
Grigor Dimitrov (BUL) b. Stanislas Wawrinka (SUI) 6-1 6-2
Gael Monfils (FRA) b. Roger Federer (SUI) 6-4 7-6