L’affascinante sfida tra Giappone e Repubblica Ceca. I padroni di casa per onorare Jiro Sato, i campioni in carica con solo tre uomini e i tubi…con solo due palline!
Le speranze del team giapponese sono riposte su Kei Nishikori
Di Riccardo Bisti – 1 aprile 2014
Se l’Italia non fosse impegnata a Napoli, nell’incantevole scenario della Rotonda Diaz, la sfida di Tokyo tra Giappone e Repubblica Ceca avrebbe meritato ben altro interesse. Da quando è stato istituito il World Group, il Giappone non aveva mai raggiunto i quarti di finale. Vanta una finale, certo. Ma erano altri tempi, quando giocava il leggendario Jiro Sato, l’uomo incapace di dire no alla nazionale. E ci rimise la vita, suicidandosi mentre la squadra si stava recando, in nave, per un altro incontro di Davis. Era la notte del 5 aprile 1934, ottant’anni fa. L’anniversario cadrà durante la sfida tra Giappone e Repubblica Ceca, dove Kei Nishikori e Go Soeda proveranno a stoppare l’eterna serie positiva dei campioni in carica. Forti del fattore campo e di una Repubblica Ceca rabberciata, sognano una clamorosa semifinale. Tutto passerà da Kei Nishikori. In poche ore sono passati dall’esaltazione alla paura. Un giorno batte Roger Federer, mostrando un tennis eccezionale. Il giorno dopo si è arreso a un risentimento inguinale che gli ha fatto saltare la semifinale di Miami contro Novak Djokovic. La sua presenza è in dubbio, ma non crediamo che lasci capitan Ueda in braghe di tela, costringendolo a schierare Tatsuma Ito al fianco di Go Soeda. Si giocherà all’Ariake Coliseum di Tokyo, impianto da 10.000 posti dotato di tetto retrattile, già sede del torneo ATP-WTA. Nishikori lo ha vinto nel 2012, mandando in visibilio il pubblico. Per questo, difficilmente tradirà i connazionali. E non è da escludere che il forfait a Miami avesse un qualche valore precauzionale in vista dell’incontro di Davis. Non lo ammetterà mai, ma il dubbio è legittimo.
La Repubblica Ceca sente la propria imbattibilità appesa a un filo. Non sarà della partita Tomas Berdych, presente in 11 delle ultime 12 sfide (l’unico forfait era arrivato per infortunio). Il numero 5 ATP ha avvisato un mese fa. Andare a Tokyo alla vigilia della stagione sul rosso gli è sembrato un sacrificio eccessivo. Il ceco se l’è presa con il format della Davis. “Credo che andrebbe giocata almeno ogni due anni. Potrebbe essere un buon complemento per le Olimpiadi. Lo pensiamo in tanti, ma non sono ottimista su un possibile cambiamento. Il formato attuale è buono dal punto di vista economico, ma credo che si potrebbe trovare una soluzione. Per esempio, giocando ogni due anni ci sarebbero tutti i più forti, e gli incassi sarebbero ancora migliori”. Berdych non si capacità di alcuni rituali ormai consolidati. “Dopo la vittoria in semifinale dell’anno scorso mi è suonato il telefono: volevano sapere cosa pensassi del primo turno contro l’Olanda. Io ero concentrato solo sulla finale, ma già si parlava dell’anno dopo. E’ come se durante Miami facessero il tabellone di Monte Carlo e mi dicessero. ‘Tomas, nel Principato avresti Nadal nei quarti, che ne pensi?’”. Il quartetto ceco avrebbe dovuto essere composto da Lukas Rosol, Radek Stepanek, Jiri Vesely e Jan Hajek. Quest’ultimo, tuttavia, ha dato forfait per un problema al ginocchio. Nel 2014 ha vinto appena due partite e si è ritirato durante l’ultimo match al challenger di Irving. A sorpresa, Jaroslav Navratil ha scelto di non sostituirlo. Per questo, a Tokyo ci saranno solo tre giocatori. “Abbiamo deciso di non chiamare nessun altro perchè un viaggio a Tokyo è piuttosto complicato, e non volevamo creare scompensi al calendario dei nostri giocatori”.
Nel frattempo, l’avventura ceca è cominciata…alla cieca. “I campi sono di velocità media, perfetti per me” ha detto Lukas Rosol. Dovesse essere schierato, sarebbe il numero 1 perchè nel ranking ATP si trova davanti al vero leader, Radek Stepanek. Un piccolo vantaggio per i cechi, che sull’eventuale 2-2 potrebbero mandare in campo l’artefice dei punti decisivi nelle finali del 2012 (contro Almagro) e del 2013 (contro Lajovic). Radek è ottimista. “Sono già stato diverse volte a Tokyo per il torneo. Il campo è un po’ più lento, ma dovrebbe adattarsi a noi”. Il vero problema dei cechi sono le palline, ma non perchè troppo veloci o pesanti. Semplicemente, vengono distribuite in tubi…da due. Uno scompenso per chi è abituato a tubi da quattro. Un altro problema è il fuso orario: Rosol è arrivato dalla Repubblica Ceca, mentre Stepanek è volato direttamente da Miami. L’hanno presa a ridere: sulla pagina Facebook del team, hanno pubblicato una foto dei giocatori intenti a sbadigliare, accompagnata dalla frase: “Il jet-lag non ci riguarda affatto…”. “Scherzi a parte, 4-5 giorni dovrebbero essere sufficienti per assorbire il tutto”. E così, i tre moschettieri cechi cercheranno di domare l’impianto dove ci sono i tubi con due palline. Si, è proprio la serie dei numeri mancanti.
COPPA DAVIS 2014 – QUARTI DI FINALE
Francia – Germania (Nancy, cemento indoor)
Giappone – Repubblica Ceca (Tokyo, cemento indoor)
Italia – Gran Bretagna (Napoli, terra outdoor)
Svizzera – Kazakistan (Ginevra, cemento indoor)
Post correlati
Ascolti tv: fra tennis e calcio c’è partita
Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se...