COPPA DAVIS – Doveva essere Canada-Serbia, invece grazie alle assenze di Milos Raonic da una parte, e Novak Djokovic dall’altra, la semifinale della parte bassa sarà Belgio-Argentina. Sia i sudamericani sia i belgi chiudono al doppio: non si affrontano dal ‘48.La questione si fa molto interessante. Alla vigilia del via della Davis Cup pareva scontata una semifinale Canada-Serbia, invece ad affrontarsi per arrivare ad accarezzare l’insalatiera ci saranno l’Argentina e il sorprendente Belgio, di nuovo in semifinale dopo 16 anni. Il volto dei belgi è quello del giovane rampante Kimmer Coppejans, che ha scelto il giorno più bello per farsi trovare pronto all’esordio in Coppa Davis. Numero 1 del mondo fra gli juniores nel 2012, anno della vittoria al Roland Garros under 18, è entrato da poco fra i top 100 (pur senza alcuna vittoria nel tour maggiore), e oggi si è preso un’altra grande soddisfazione. Il vero protagonista del doppio decisivo è stato Bemelmans, grande talento mai del tutto sbocciato, ma lui l’ha spalleggiato alla perfezione, e dimenticherà difficilmente il week-end di Middelkerke, a quattro passi da casa. Anche grazie al suo aiuto, il Belgio torna ad assaporare il profumo della semifinale di Coppa Davis, che da quelle parti mancava dal 1999. Per trovarli più avanti bisogna andare addirittura fino al 1904, quando arrivarono in finale. Ma erano altri tempi, verrebbe quasi da dire un altro tennis. Per questo, la semifinale non perde un centesimo della sua importanza, anche se è maturata grazie alle defezioni degli avversari. Prima Federer e Wawrinka nella svizzera, poi Milos Raonic e Vasek Pospisil nel Canada. I nordamericani avevano una grandissima chance, e non solo di andare in semifinale, ma la sorte gli ha voltato le spalle. Così, in campo insieme all’eterno Daniel Nestor si è presentato il 33enne Adil Shamasdin, anch’egli all’esordio in Davis. La sua è una bella storia: nato da genitori keniani emigrati a Ontario, ha capito che in singolare non avrebbe mai vinto nemmeno i Futures, così si è ‘riciclato’ come doppista, costruendosi una discreta carriera fra Challenger e gli ATP più piccoli. I canadesi hanno provato a dargli una mano preparando anche per lui i faccioni giganti diventati uno dei marchi di fabbrica della tifoseria, ma la sua scarsa esperienza (e pure un tennis un po’ leggero per certi livelli) si è fatta sentire. Mica si chiamano tutti Nestor, che ventitré (!) anni fa, all’esordio con la t-shirt del Canada, batté Stefan Edberg al quinto set. Il veterano di origini serbe ci ha provato anche stavolta, ha trascinato il compagno in un ottimo secondo set, ma il match non è girato.
L’ARGENTINA-BIS SOGNA LA STORIA
Così, a festeggiare è il Belgio. Perché anche se la semifinale è giunta un po’ così, non è detto che il cammino sia destinato a fermarsi. Salvo sorprese nelle due sfide sull’erba, lunedì David Goffin potrebbe essere il secondo miglior classificato fra i giocatori rimasti in gara. E Murray, il primo, è nella parte alta del tabellone. Batterli sarà difficile. I primi a provarci saranno i caldissimi rivali dell’Argentina, un’altra formazione che sta vivendo una sorta di sogno. Leonardo Mayer e Federico Delbonis sono due ottimi giocatori, ma non hanno nulla a che vedere con i campioni transitati dall’albiceleste negli anni scorsi. Eppure, senza la stella alla Del Potro o il leader alla Nalbandian, sotto la guida di Daniel Orsanic hanno trovato il giusto equilibrio per fare bene, e la tanto attesa insalatiera potrebbe portare la loro firma. L’hanno mancata in quattro finali su quattro, rendendola un’ossessione, ma quest’anno non ci sono squadre fuori portata. Vincerla senza fenomeni potrebbe diventare ancor più bello. Dopo l’incredibile 3-2 contro il Brasile, risalendo da 1-2 grazie alle 6 ore e 42 minuti di Mayer-Souza, stavolta alla Tecnopolis di Buenos Aires è mancata la magia da Davis, ma i tifosi possono essere contenti comunque. La loro fetta di adrenalina l’hanno vissuta venerdì, nel singolare che di fatto ha deciso la sfida contro la Serbia orfana di Novak Djokovic. L’ha vinto Delbonis contro Troicki, recuperando due set di svantaggio e dando al team lo slancio decisivo per chiudere già nel doppio. Il punto decisivo è arrivato per mano di Leonardo Mayer e Carlos Berlocq, passati senza la minima difficoltà su un’ottima coppia come Viktor Troicki e Nenad Zimonjic. I due argentini hanno rodato gli equilibri di coppia al Roland Garros, raggiungendo il terzo round, anche se più che la loro condizione è stata decisiva la scarsa resa di Troicki, ancora provato fisicamente e mentalmente dai cinque set di ieri. Lo 0-2 della prima giornata gli ha tagliato le gambe, e la durata del doppio dice tutto: un’ora e 28 minuti per tre set mai in discussione, 6-2 6-4 6-1. Per la Serbia una netta bocciatura, senza Djokovic fanno ben poca paura (anche se la loro parte l’hanno già fatta col titolo del 2010), per l’Argentina un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Se è vero che Goffin sarà favorito in entrambi i singolari, trovare il Belgio nella semifinale di Coppa Davis rimane comunque oro colato.
COPPA DAVIS 2015 – QUARTI DI FINALE
Argentina – Serbia 3-0
Leonardo Mayer (ARG) b. Filip Krajinovic (SRB) 6-4 6-2 6-1
Federico Delbonis (ARG) b. Viktor Troicki (SRB) 2-6 2-6 6-4 6-4 6-2
Berlocq/Mayer (ARG) b. Troicki/Zimonjic (SRB) 6-2 6-4 6-1
Belgio – Canada 3-0
Steve Darcis (BEL) b. Frank Dancevic (CAN) 3-6 6-1 7-5 6-3
David Goffin (BEL) b. Filip Peliwo (CAN) 6-4 6-4 6-2
Bemelmans/Coppejans (BEL) b. Nestor/Shamashdin (CAN) 7-5 3-6 6-4 6-3
Circa l'autore
Post correlati
Ascolti tv: fra tennis e calcio c’è partita
Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se...