Un'intervista rilasciata al New York Times ha svelato i pensieri di Wayne Odesnik, finito tre anni fa nell'occhio del ciclone quando venne sorpreso all'aeroporto di Brisbane con otto fiale di ormone della crescita. Per quell'infrazione fu squalificato per due anni, poi ridotti a uno per "assistenza sostanziale" all'antidoping (vicenda mai chiarita e coperta dal vincolo della riservatezza). L'americano ha ammesso che il ritorno alle competizioni è stato molto duro. "E' stata una delle cose più difficili della mia vita – ha detto – perchè la reputazione ne risente molto. Adesso sto cercando di comportarmi nel miglior modo possibile e andare avanti per la mia strada". Tanti giocatori, anche americani, avevano preso le distanze da lui. Tra i più severi c'era il giovane Ryan Harrison: "La situazione è nota: penso che tutti i giocatori siano d'accordo sul fatto che non abbia scontato la pena necessaria". Odesnik è però convinto che con il tempo qualcuno si sia ricreduto. "Penso che molti colleghi rispettino il modo in cui sono tornato. Vedono che lavoro duro, che faccio le cose nel modo giusto. Se poi qualcuno ce l'ha con me, non so. Io non ho sentito niente di cattivo nei miei confronti. Se poi sto antipatico a qualcuno, basta non parlarmi. Comunque molti sono cordiali con me, e lo apprezzo". Odesnik si è detto entusiasta dell'attuale programma antidoping. "E' fantastico. Io, in particolare, ho avuto diversi test fuori dalle competizioni. Ho avuto il passaporto biologico già un anno e mezzo fa. E sono venuti diverse volte a casa mia a farmi gli esami del sangue".Un'intervista rilasciata al New York Times ha svelato i pensieri di Wayne Odesnik, finito tre anni fa nell'occhio del ciclone quando venne sorpreso all'aeroporto di Brisbane con otto fiale di ormone della crescita. Per quell'infrazione fu squalificato per due anni, poi ridotti a uno per "assistenza sostanziale" all'antidoping (vicenda mai chiarita e coperta dal vincolo della riservatezza). L'americano ha ammesso che il ritorno alle competizioni è stato molto duro. "E' stata una delle cose più difficili della mia vita – ha detto – perchè la reputazione ne risente molto. Adesso sto cercando di comportarmi nel miglior modo possibile e andare avanti per la mia strada". Tanti giocatori, anche americani, avevano preso le distanze da lui. Tra i più severi c'era il giovane Ryan Harrison: "La situazione è nota: penso che tutti i giocatori siano d'accordo sul fatto che non abbia scontato la pena necessaria". Odesnik è però convinto che con il tempo qualcuno si sia ricreduto. "Penso che molti colleghi rispettino il modo in cui sono tornato. Vedono che lavoro duro, che faccio le cose nel modo giusto. Se poi qualcuno ce l'ha con me, non so. Io non ho sentito niente di cattivo nei miei confronti. Se poi sto antipatico a qualcuno, basta non parlarmi. Comunque molti sono cordiali con me, e lo apprezzo". Odesnik si è detto entusiasta dell'attuale programma antidoping. "E' fantastico. Io, in particolare, ho avuto diversi test fuori dalle competizioni. Ho avuto il passaporto biologico già un anno e mezzo fa. E sono venuti diverse volte a casa mia a farmi gli esami del sangue".