Qualche anno fa, Edi Raffin ci disse: "Ho 58 anni ma li porto alla grande. Fisicamente ne dimostro 38, ma ragiono come un ragazzino di 18". Da solo, con un entusiasmo travolgente, aveva creato il challenger di Cordenons, uno dei tornei più importanti d'Italia. Nell'anno del decennale, un destino beffardo ce lo ha portato via mentre tagliava l'erba in giardino. La morte di Raffin è un danno incalcolabile per il mondo del tennis e non solo. Raffin era un entusiasta, un vulcano di simpatia. A Cordenons aveva ospitato l'accademia dell'ex davisman Mosè Navarra e aveva acquisito lo storico Tennis Club Treviso, dove aveva intenzione di organizzare un altro challenger. Nel 2003 iniziò con un torneo da 25.000 dollari, cresciuto fino a diventare il più ricco d'Italia dopo gli Internazionali di Roma. Nel 2011, quando lo abbiamo intervistato nell'ambito di un'inchiesta sui tornei challenger in Italia, disse testualmente queste parole:  "Credo di aver creato una bella realtà. Vorrei sottolineare che il torneo non porta via troppo tempo: ci lavoro 14 giorni, mettiamo insieme 2-3 dirigenti validi e il gioco è fatto. E io mi diverto un mondo”. Con ingenuo candore, gli chiedemmo cosa sarebbe successo quando non avrebbe avuto più voglia di organizzare: “Giusta domanda: per Treviso abbiamo preso una responsabile marketing. E la continuità sarà garantita da mia figlia Serena, a cui do sempre più mansioni. Ma per farmi da parte dovranno uccidermi: io non mollerò mai”. Nessuno pensava che quel momento sarebbe arrivato così presto. Alla figlia Serena, a tutta la famiglia e all'Eurosporting di Cordenons vanno le più sentite condoglianze di TennisBest. Siamo convinti che lassù riuscirà ad organizzare quel torneo ATP che gli sarebbe tanto piaciuto portare a Cordenons. Qualche anno fa, Edi Raffin ci disse: "Ho 58 anni ma li porto alla grande. Fisicamente ne dimostro 38, ma ragiono come un ragazzino di 18". Da solo, con un entusiasmo travolgente, aveva creato il challenger di Cordenons, uno dei tornei più importanti d'Italia. Nell'anno del decennale, un destino beffardo ce lo ha portato via mentre tagliava l'erba in giardino. La morte di Raffin è un danno incalcolabile per il mondo del tennis e non solo. Raffin era un entusiasta, un vulcano di simpatia. A Cordenons aveva ospitato l'accademia dell'ex davisman Mosè Navarra e aveva acquisito lo storico Tennis Club Treviso, dove aveva intenzione di organizzare un altro challenger. Nel 2003 iniziò con un torneo da 25.000 dollari, cresciuto fino a diventare il più ricco d'Italia dopo gli Internazionali di Roma. Nel 2011, quando lo abbiamo intervistato nell'ambito di un'inchiesta sui tornei challenger in Italia, disse testualmente queste parole:  "Credo di aver creato una bella realtà. Vorrei sottolineare che il torneo non porta via troppo tempo: ci lavoro 14 giorni, mettiamo insieme 2-3 dirigenti validi e il gioco è fatto. E io mi diverto un mondo”. Con ingenuo candore, gli chiedemmo cosa sarebbe successo quando non avrebbe avuto più voglia di organizzare: “Giusta domanda: per Treviso abbiamo preso una responsabile marketing. E la continuità sarà garantita da mia figlia Serena, a cui do sempre più mansioni. Ma per farmi da parte dovranno uccidermi: io non mollerò mai”. Nessuno pensava che quel momento sarebbe arrivato così presto. Alla figlia Serena, a tutta la famiglia e all'Eurosporting di Cordenons vanno le più sentite condoglianze di TennisBest. Siamo convinti che lassù riuscirà ad organizzare quel torneo ATP che gli sarebbe tanto piaciuto portare a Cordenons.