L’INTERVISTA – A 32 anni, la carriera di Starace è diventata una sfida con se stesso. “Fanucci mi ha ridato fiducia, finalmente sto bene. Obiettivi? Prima lo scudetto, poi i top-100”.
Potito Starace in allenamento a Rovereto con Vincenzo Santopadre
(Foto Costantini – FIT / la foto in home page è di Alberto Pezzali)
Dall’inviato a Rovereto, Riccardo Bisti – 6 dicembre 2013
Lui non l’ha mai detto, e nemmeno ammesso. Qualche mese fa, Potito Starace si sentiva un ex-giocatore. Lontanissimo dagli anni d’oro, con una schiena a pezzi, non sapeva se e come ripartire. Ma ha trovato la fiducia di Fabrizio Fanucci, con cui si è ritrovato dopo molti anni, e un risultato d’oro al Foro Italico. Quella vittoria su Stepanek gli ha fatto capire che poteva ancora dire la sua. In fondo, il tennis è sempre più ‘anziano’. E chi è nato il 14 luglio 1981 non è certo un ferrovecchio. Il circuito challenger gli ha dato vittorie, fiducia e un ranking dignitoso. Ripartirà dal numero 150 ATP, e chissà che la finale di Serie A1 (dove sfiderà Andreas Seppi nel main-event di sabato) non possa dargli lo slancio giusto. Lui ci crede.
Quanto è alta la motivazione per un giocatore esperto come te?
Vincere sarebbe molto importante. Per me, per il circolo, per i compagni. Gli incontri a squadre sono belli, perché quando vinci è una vittoria per tutti. Ci teniamo, sappiamo che è dura perché Bassano è un’ottima squadra, composta da ottimi giocatori, e dovremo sudare parecchio per vincere questo scudetto.
Hai vinto quattro scudetti consecutivi con il Capri Sports Academy. Negli anni-post scudetto hai sempre giocato molto bene. Credi un po’ a queste cose? Non è che un eventuale scudetto potrebbe darti lo slancio per un ottimo 2014?
Non lo so. La verità è che oggi mi sento molto meglio. L’anno scorso non ho praticamente giocato, quest’anno sono partito un così così, facevo fatica, fisicamente non ero al top. Adesso, per fortuna, i problemi sono passati. Sto giocando, mi sto allenando e negli ultimi tornei ho recuperato il mio tennis. Il mio unico obiettivo è stare bene e allenarmi sempre. Vedrai che i risultati arriveranno. Adesso sono intorno al numero 150 ATP, spero di tornare tra i top-100 il prima possibile.
Le finali di Serie A1 si giocano in piena preparazione invernale. Quanto danno fastidio alla preparazione, e come si fa a gestire la problematica?
Sicuramente danno un po’ fastidio. Tieni conto che abbiamo 5-6 settimane per allenarci al massimo e le fasi finali arrivano nel pieno della preparazione. Lo ammetto: ogni anno ne soffro un po’ perché ho tanti allenamenti alle spalle. Come fare? Qualche giorno prima cerchi di ‘sciogliere’, effettuare allenamenti meno tosti in modo da essere pronto per il match.
Dopo tanti anni, hai ripreso ad allenarti con Fabrizio Fanucci. Le cose sono andate bene, tutti vedono un Potito in ripresa. Cosa ti ha dato di cui avevi bisogno?
“Fenuch” mi ha dato tanta fiducia. Ha creduto in me quando ero fermo, infortunato e a inizio anno vincevo pochissimo. Ha aiutato il fatto che ci conoscessimo da tempo. Abbiamo lavorato tanto, ci siamo focalizzati su alcuni aspetti e a fine anno ho certamente giocato meglio. L’aspetto positivo è che mi sento piuttosto bene. Punto a iniziare bene l’anno. In questo momento – Serie A1 a parte – siamo focalizzati sulla preparazione insieme a Fabrizio e Filippo Volandri.
L’Australia fa parte del tuo programma?
Si. Parteciperò alle qualificazioni dell'Australian Open e giocherò il doppio insieme ad Andreas Seppi.
Per quanto giocherai ancora a tennis?
Non lo so! Mi diverto ancora tanto. Credo di aver dato tanto a questo sport, però non mi accontento. Da adesso in poi, è una sfida personale. Sono stato fuori praticamente per un anno e mezzo, mi sono ritrovato quasi senza ranking. La mia sfida è tornare nei top-100, poi si vedrà.
Sappiamo che hai in corso una scommessa con capitan Barbiero. Ce la puoi rivelare?
No no, è una cosa tra me e lui. Non credo che Marco l’abbia rivelata. Io non la racconto di sicuro!
Ci ha solo detto che saresti molto contento di perderla…
Mamma mia, magari!
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