L’infortunio di Tipsarevic spedisce in campo il n. 117 ATP. Fino ad oggi, era famoso per un presunto match combinato. Lui smentì tutto. Quest’anno non ha vinto partite ATP. 
Dusan Lajovic ha giocato un solo match in Coppa Davis contro i 57 di Tipsarevic

Di Riccardo Bisti – 14 novembre 2013

 
Volevamo la storia? Eccoci accontentati. La finale di Davis tra Serbia e Repubblica Ceca ha trovato il suo intrigo "grazie" al forfait di Janko Tipsarevic. Nei giorni scorsi, mentre i compagni si allenavano, lui era stravaccato sulle sedie dei giudici di linea. Ma in conferenza stampa aveva lasciato aperta qualche speranza, tanto da dire: “Sono pronto a mettere a rischio la mia carriera pur di giocare questa partita”. La discussione con capitan Obradovic lo ha indotto a più miti consigli: niente finale per lui. Con la squalifica di Viktor Troicki, la Serbia ha dovuto pescare da un mazzo tutt’altro che pregiato per trovare un secondo singolarista. Alla fine è emerso lo sguardo buono e un po’ timido di Dusan Lajovic, ragazzo promettente ma ancora incapace di entrare tra i top-100. A 23 anni, c'è il dubbio che non sia così forte. Chi lo ha visto giocare ricorda un buon rovescio a una mano (colpo sempre meno utilizzato nel tennis di oggi) e poche vittorie, almeno nel circuito maggiore. In tutta la carriera ne ha vinte cinque, ed ha come miglior risultato i quarti a San Pietroburgo 2011. Quest’anno non ne ha vinta neanche una. Lo ricordano bene in Sicilia, dove si è aggiudicato il challenger di Caltanissetta. “Ho un sogno: chiudere l’anno entro i primi 100 ATP” disse dopo aver ricevuto il premio dal sindaco nisseno Michele Campisi. Non avrebbe mai pensato di avere una possibilità ancora più grande: regalare la Davis al suo paese. “Dutzi”, come lo chiamano gli amici, ha un vivo attaccamento ai colori della Serbia. Indossa i colori nazionali in ogni partita, anche la più anonima. Per lui, esordire in Coppa Davis fu una grande emozione. Nel febbraio 2012, Bogdan Obradovic lo mandò in campo a risultato acquisito contro la Svezia. Vinse, ma stavolta sarà un’altra storia.
 
Dopo che Novak Djokovic avrà inaugurato la serie contro Radek Stepanek, Lajovic sfiderà Tomas Berdych in una sfida impossibile. Di più: la logica fa pensare che il 2-2 dopo quattro partite sia il risultato più probabile. A quel punto, Dutzi potrebbe giocarsi l’Insalatiera in un match-dramma contro Stepanek. Ci sarebbero le premesse per rivivere un match storico come furono i Boetsch-Kulti e i Mathieu-Youzhny. “Mi sono preparato al meglio, anche se non ho mai giocato davanti a così tanto pubblico” ha detto alla vigilia. Suo malgrado, Lajovic è noto soprattutto per un motivo extra-tennistico: lo scorso febbraio, un suo match è finito nell’occhio del ciclone per il sospetto di scommesse illegali. A Vina del Mar perse contro il 16enne Christian Garin. Qualcuno si accorse che, alla vigilia, si era registrato un grosso flusso di scommesse a favore del cileno. Si fecero le ipotesi più disparate: le indagini si concentrarono soprattutto su Lajovic, qualcuno parlò addirittura di legami con le mafie dell’est…lui rispedì al mittente ogni accusa. “Non farei mai una cosa del genere. Sarebbe folle mettere a rischio anni di sacrifici per una leggerezza simile – disse – in quella partita non successe nulla di particolare. Semplicemente ero molto stanco dopo tre turni di qualificazione e Garin fece la sua parte. E’ un ottimo giocatore con un bel futuro davanti a sé”. Disse che non ci fu neanche bisogno di parlare con l’ATP per chiarire la vicenda. “Non so dove i media abbiano preso la notizia: posso soltanto dire che è falsa”. Si mise a lavorare a testa bassa, nella speranza di dare una svolta alla sua carriera. Non ce l’ha fatta: Caltanissetta è stato il miglior risultato di una stagione “normale”, senza acuti. Si è rifatto qualche settimana fa, vincendo il challenger di Seul grazie al forfait di Julian Reister in finale, lo stesso che lo aveva superato nel match clou di Blois, altro challenger. Nel circuito maggiore ha giocato solo quattro partite, tutte conquistate partendo dalle qualificazioni: oltre a Vina del Mar, le ha passate anche a Buenos Aires, Acapulco e Umago. Ma non è mai andato oltre il primo turno. Per trovare il suo ultimo successo in un match ATP, bisogna andare a un anno e mezzo fa, quando battè Donskoy proprio a Belgrado.
 
Non sembra un background sufficiente per mettere in difficoltà Berdych, e nemmeno Stepanek. Ma la Davis è strana. Al di là dei luoghi comuni, la storia ci ha insegnato che può succedere di tutto. Soprattutto se il ragazzo si è forgiato a Barcellona, alla scuola della sofferenza, presso le strutture della federtennis catalana. E pensare che ha iniziato con il tennis per caso: aveva sette anni, e il nostro sport era l’unico disponibile per i ragazzi della sua età. Una casualità che lo ha spinto a diventare un ottimo professionista. Come sarà una casualità la sua presenza in finale di Davis: Tipsarevic c’è rimasto malissimo, ha provato con alcune infiltrazioni, ma non c’è stato nulla da fare. “Ma io mi sento pronto. Giocare per il proprio paese è il massimo. Quando ho saputo che avrei giocato, è stata una splendida sensazione. Spero che questa energia positiva si trasferisca sul campo. Berdych? Da un lato sarà l’avversario più forte che io abbia mai incontrato, ma ho anche un piccolo vantaggio: lui non mi conosce, quindi potrei prendere un po’ di vantaggio nei primi game”. In fondo, l’importante è crederci. 

COPPA DAVIS 2013 – FINALE
SERBIA vs. REPUBBLICA CECA

Novak Djokovic (SRB) vs. Radek Stepanek (CZE)
Dusan Lajovic (SRB) vs. Tomas Berdych (CZE)
Bozoljac / Zimonjic (SRB) vs. Rosol / Hajek (CZE)
Novak Djokovic (SRB) vs. Tomas Berdych (CZE)
Dusan Lajovic (SRB) vs. Radek Stepanek (CZE) 

Gli schieramenti possono essere modificati fino a un'ora prima di ogni match