La bielorussa ha guadagnato l’accesso alle semifinali degli Interazionali BNL d’Italia grazie al successo su Jelena Ostapenko (Foto Brigitte Grassotti)

ROMA – «I love you, Roma». La schiena non fa più male e ad Aryna Sabalenka è tornato il bel sorriso che gli appassionati di tennis conoscono bene. Contro Ostapenko, nel quarto di finale che ha avviato la giornata sul Centrale, non c’è stata partita: in 73 minuti la bielorussa ha dominato la sua avversaria alla quale non ha concesso neanche una occasione per strapparle il servizio. Tutta un’altra storia rispetto alla faticosissima e drammatica partita giocata nella notte di lunedì contro Svitolina, nella quale Sabalenka ha dovuto cancellare tre palle del match, con successivo allarme sulle sue condizioni fisiche e ipotesi di ritiro.

«Sono molto felice della mia prestazione – ha detto poco fa la numero 2 del mondo – sicuramente la migliore del torneo. Ieri non ho lavorato in campo, ho solo trattato a lungo la schiena. Questa mattina l’allenamento è andato bene ed ho giocato senza avvertire dolore. Una sensazione bellissima, sento di migliorare giorno dopo giorno e non vedo l’ora di tornare in campo, sul Centrale c’è una atmosfera strardinaria».
Sabalenka era arrivata in semifinale a Roma anche nel 2022, perdendo da Swiatek (un anno fa invece fu sbattuta subito fuori da Kenin). «Sono cambiate molte cose, nel mio gioco, nel mio stare in campo. La Sabalenka di due anni fa era completamente diversa da come sono io adesso, più fallosa, meno paziente. Ora va tutto meglio». Quello che non è cambiato è il suo atteggiamento in campo, sempre positivo. «Ho avuto momenti molto duri, anche nei mesi scorsi, e in campo cerco di reagire alla pressione con il sorriso, divertendomi. Lo stesso provo a fare lontano dai campi, non è facile farmi arrabbiare…».


La ragazza che ama il Colosseo e la pasta con il tartufo («e stasera sarà finalmente il momento giusto per un gelato, lo sto sognando da giorni!»), sceglie con difficoltà la sua superficie preferita. «Probabilmente il cemento si addice di più al mio tennis, ma è vero che sulla terra battuta ho giocato forse le partite più belle. Decidere non è facile ma scelgo i campi duri, quelli dei miei due titoli Slam, in Australia». E Roma? «Per me vale uno Slam, per il calore del tifo, l’ambiente, l’atmosfera. Questo è uno dei tornei che sognavo da bambina».

Con Swiatek, Gauff e Rybakina, Sabalenka fa parte delle Fab Four declinati al femminile, le ragazze cioè che stanno cercando di risvegliare, con le loro battaglie in campo (a Madrid abbiamo assistito ad almeno tre partite splendide, come stellare è stato il primo set della sfida di ieri tra Gauff e Quinwen Zheng) l’interesse degli appassionati, rimasti troppo a lungo orfani della personalità e i colpi di Serena Williams. «Il livello del tennis femminile sta crescendo impetuosamente – concorda Alyna – dai quarti in poi è facile avere incontri equilibrati e spettacolari. E il pubblico dei grandi tornei se ne sta accorgendo».