L’azzurra perde una maratona sull’erba di Birmingham, cedendo in quasi tre ore e mezzo a Daniela Hantuchova. Ha sprecato una miriade di occasioni. Per certi versi, è stato lo specchio della sua carriera. 
Prima semifinale WTA in tutto il 2013 per Daniela Hantuchova

Di Riccardo Bisti – 15 giugno 2013

 
Fossimo scommettitori professionisti, Francesca Schiavone sarebbe la nostra croce e delizia. Da quando è entrata nel tour, quasi tre lustri fa, la milanese ha mantenuto un’impressionante imprevedibilità. Non sai mai cosa le passa per la testa, non sai cosa può combinare. Non importa la superficie, l’avversaria, niente. Può giocare due finali Slam consecutive, ma può anche infilare una sconfitta dopo l’altra, entrando in un’inspiegabile apatia. In altre parole: avrebbe potuto vincere di più, ma anche di meno. La partita contro Daniela Hantuchova al torneo di Birmingham (235.000$, erba) è lo specchio di una carriera vissuta pericolosamente, in cui ci sono stati grandi trionfi ma anche grandi cadute, oppure 12 sconfitte su 18 finali. Purtroppo è andata male, con la rediviva slovacca vincitrice con il punteggio di 6-7 6-4 7-6 in 3 ore e 23 minuti, praticamente un record sull’erba. E’ stato un buon match, con due giocatrici nate su altre superfici ma capaci di adattarsi ottimamente ai prati. Fosse stata una giocatrice “normale”, la Schiavone avrebbe vinto 7-6 6-3 o giù di lì, come peraltro le era accaduto ai turni precedenti. Invece, dopo aver vinto un pirotecnico primo set (10-8 al tie-break al quarto setpoint, con un coraggioso serve and volley sulla seconda palla), è volata rapidamente 3-0 nel secondo con palla del 4-0. Poteva ammazzare il match, invece l’ha fatto entrare in un vortice di alti e bassi, in cui il povero scommettitore avrà sudato freddo, con continui ribaltamenti di quote, punteggio ed emozioni. Tanti game sono andati ai vantaggi, ma dal 4-1 Schiavone è arrivato un parziale di cinque giochi a zero per la slovacca.
 
Solita altalena nel terzo, con la Schiavone di nuovo avanti 3-0. Il break che rimetteva in pista la Hantuchova, scesa addirittura al numero 60 WTA, arrivava nel quinto game. Dopo aver fallito una palla per il 4-1, la Schiavone ha regalato il break sbagliando un clamoroso smash. Poteva verificarsi lo stesso andamento del secondo, ma l’azzurra restava a galla sul 4-4 e poi si andava al tie-break. Giunti alla stretta finale, la Schiavone volava 3-0 ma poi subiva un parziale di sette punti consecutivi. Peccato, perché un buon risultato a Birmingham avrebbe fatto bene al morale e alla classifica. Vincendo il torneo, avrebbe avuto qualche chance di essere testa di serie a Wimbledon, dove dovrà difendere gli ottavi dell’anno scorso. Invece sarà una mina vagante, e non è detto che sia un male. A Birmingham era accompagnata da Niccolò Vercellino, head-coach dell’Accademia di Laura Golarsa ed ex buon giocatore (è stato 2.3 e ha avuto una classifica ATP), e adesso si sposterà a ‘s- Hertogenbosch, dove l’anno scorso giocò una delle partite più folli della sua carriera, annullando sei matchpoint consecutivi a Irina Camelia Begu. In un torneo guidato da Roberta Vinci (opposta al primo turno a Kaia Kanepi), la Schiavone avrà un difficile esordio contro la belga Kirsten Flipkens (n. 4 del tabellone), appena battuta al Roland Garros. Una partita alla sua portata, ma (quasi) tutto è alla portata della Schiavone. Purtroppo, anche in negativo. Vedremo se lo scoccare dei 33 anni (li compirà il 23 giugno) le porterà un briciolo di continuità. Ne dubitiamo.