Terzo successo a Madrid per Petra Kvitova: in finale ha avuto bisogno di quasi tre ore per battere un'orgogliosa Kiki Bertens. L'olandese ha avuto più di una chance in avvio di terzo set, poi ha pianto in conferenza stampa. “Ero esausta, non mi aspettavo di resistere” dice la Kvitova, che sale al n.2 della Race to Singapore.

Ion Tiriac ripete spesso che le donne contribuiscono al 25% al conto economico del Mutua Madrid Open. Tuttavia, la penultima giornata dell'edizione 2018 è stata salvata da una grande finale femminile. Il fatto che in campo ci fossero due “brave ragazze”, senza rivalità né personalità troppo spiccate, non deve sminuire le quasi tre ore di battaglia che hanno consegnato a Petra Kvitova il terzo titolo a Madrid, il quarto in stagione, il 24esimo in carriera. Il 2018 ha decisamente rilanciato la ceca: con questo successo, vola al numero 2 della Race to Singapore. “È una sensazione strana e dolce allo stesso tempo – ha detto la Kvitova dopo il 7-6 4-6 6-3 finale – non me l'aspettavo, soprattutto l'anno scorso di questi tempi. E nemmeno quando sono arrivata da Praga pensavo che avrei vinto due tornei di fila. Mi sento esausta, sono sorpresa dal fatto che il mio corpo abbia tenuto così bene. A inizio terzo set pensavo di non avere più niente da dare. Vincere per tre volte a Madrid significa qualcosa”. Alla Caja Magica, le condizioni di gioco sono perfette per il suo tennis. Si rischia di essere ripetitivi, ma Madrid (così come Stoccarda indoor) è un torneo avulso dal resto del tour. Se poi una fetta consistente della finale si gioca con il tetto chiuso, sembra di giocare un qualsiasi torneo autunnale. Le condizioni hanno aiutato la Kvitova, all'undicesimo match in tredici giorni. Durante la partita si è avvertito, eccome, ma la ceca ha avuto il merito di non disunirsi. Come nel primo set, quando la Bertens prendeva un break di vantaggio (4-2) ma Petra artigliava l'immediato controbreak. Si arrivava al tie-break, e il terzo setpoint (dritto in rete di Kiki) era quello buono. Nel secondo, consapevole di avere più benzina in corpo, la Bertens non è calata mentalmente e ha trovato l'unico break sul 3-3.

PETRA, 30 VITTORIE IN STAGIONE
​Abbiamo visto parecchi scambi lunghi e altrettanti game interminabili. Salvo gli ultimi game, è stato un match decisamente incentrato sui servizi. Si sono viste una miriade di palle break, ma entrambe hanno tenuto duro. I primi game del terzo set sono stati una guerra agonistica, chiusa con un nulla di fatto. Petra saliva 4-2, Kiki trovava il controbreak ma nell'ottavo game arrivava il break decisivo, ovviamente dopo una lunga battaglia chiusa ai vantaggi. A quel punto l'olandese staccava il cervello e per Petra era un dolce planare verso il successo. “Adoro sollevare i trofei – ha poi detto la ceca – sono il motivo per cui combatto per tutta la settimana. In finale incontri le più forti del mondo, quindi bisogna mettere in campo ogni sforzo possibile”. Come detto, per lei è il quarto titolo in stagione dopo San Pietroburgo, Doha e Praga. Oltre a rappresentare una rinascita umana dopo le sventure del passato, il 2018 le sta dando grandi soddisfazioni numeriche: ha già vinto 30 partite, e non le era mai capitato di impiegarci così poco. Non sarà la favorita numero 1 a Parigi, ma si è messa in ottima posizione per lottare fino in fondo per la leadership WTA. Il carattere dolce di Kiki Bertens è emerso nelle lacrime versate davanti ai giornalisti: “Penso di poter essere orgogliosa di me stessa, specie pensando al mio percorso e da dove vengo. Il livello espresso oggi andava bene per una grande finale, ma è dura da digerire. Penso che lo possiate vedere. Magari già domani o la prossima settimana potrò pensarci con più serenità. Ma so di essere sulla strada giusta”. Per entrambe, adesso, è tempo di Internazionali BNL d'Italia.

WTA PREMIER MANDATORY MADRID – Finale
Petra Kvitova (CZE) b. Kiki Bertens (NED) 7-6 4-6 6-3