Il passaggio dalla terra al cemento ha cambiato completamente faccia al torneo di Acapulco. Ha attirato i big, quindi pubblico, sponsor e interesse mediatico, generando un business da 32 milioni. I biglietti erano finiti già a novembre, l’accordo fra organizzatori e proprietari dell’impianto è stato rinnovato per altri 10 anni, e presto arriverà un nuovo stadio.Ciò che sta succedendo all’Abierto Mexicano Telcel ha dell’incredibile. Anni fa quello messicano era un torneo come tanti altri, mentre ora si coccola sei top-10 per il secondo anno di fila, si è guadagnato il premio di miglior ATP 500 del 2017 ed è a tutti gli effetti il terzo evento sportivo più importante del Paese, dopo il Gran Premio di Formula Uno e il World Golf Championships. Un bell’esempio di buona amministrazione presentato al mondo del tennis da Grupo Pegaso, proprietario dell’evento, e dal direttore del torneo Raul Zurutuza, vero artefice del miracolo. Hanno rilevato l’evento nel 1998, quando si giocava già da cinque anni a Mexico City, e da allora non hanno sbagliato una mossa. Si sono fermati un anno per valutare a dovere la situazione e il futuro dell’evento, nel 2000 si sono ripresentati con lo status di International Series Gold (gli attuali ATP 500) e dall’anno seguente si sono trasferiti ad Acapulco, rendendo il torneo un combined con un WTA International. Ma la vera scelta azzeccata è stata quella di passare al cemento, nel 2014, per sfruttare a dovere la vicinanza (geografica e temporale) col Masters 1000 di Indian Wells. È servita a fare il più grande salto di qualità, accoppiata ai continui investimenti nelle strutture. Man mano cresceva lo status del torneo e man mano gli organizzatori hanno messo mano agli impianti: oggi il Campo Centrale, appena ritoccato per l’edizione numero 25, può arrivare a contenere 9.077 spettatori, oltre il doppio dei 4.500 della prima edizione giocata al Princess Mundo Imperial, il lussuoso impianto (con hotel, spa, piscine, campi da tennis e molto altro) che ospita il torneo. Una serie di fattori che ha permesso prima di iniziare a creare qualche grattacapo al torneo di Dubai, storico appuntamento di fine febbraio per i big – tanti – che non affrontano la trasferta Sudamericana, e poi di sbaragliarne la concorrenza, con buon pace di una differenza economica importante. Gli emiri hanno messo sul piatto 440.000 euro in più della passata edizione, superando quota tre milioni di soli prize money, mentre ad Acapulco il montepremi è poco più della metà (1.789.445 dollari). Eppure la differenza nell’entry list è impressionante.
BIGLIETTI POLVERIZZATI A NOVEMBRE
Dopo il “no” di Federer, a Dubai si sono dovuti accontentare del solo Grigor Dimitrov, che peraltro li ha subito lasciati a piedi, mentre in Messico sono arrivati ancora una volta sei dei primi 10 della classifica ATP, come già nella passata edizione. Il forfait di Rafael Nadal li ha ridotti a cinque, ma con così tanti big in gara la sua defezione è passata rapidamente in secondo piano. La crescita di Acapulco ha reso banale anche il paragone con l’altro ATP 500 del periodo, quello di Rio De Janeiro: in Brasile continuano a definirsi “il miglior torneo di tennis del Sudamerica”, ma se il discorso si allarga all’America Latina non c’è storia. Una vittoria che per gli organizzatori dell’Abierto Mexicano Telcel vale doppio, visto che Acapulco non significa solamente spiagge e benessere, e si trova pur sempre nello stato del Guerrero, famoso per un altissimo tasso di criminalità. Per tenere i giocatori alla larga dai pericoli devono fare in modo che il loro soggiorno sia blindato per l’intera durata, ma con la massima discrezione. Un lavoro che richiede impegno e grande attenzione, ma che ha sempre funzionato alla grande. Non si ricordano episodi spiacevoli, e quando ai giocatori tocca indicare il torneo preferito, quello messicano è sempre fra i primi della lista. Piace davvero a tutti: lo dicono i giocatori, il numero di biglietti venduti e l’atmosfera caldissima del Centrale, facile da respirare anche stando comodi davanti alla tv, a migliaia di chilometri di distanza. Si è creato un circolo virtuoso: i big adorano il torneo, quindi magari sono disposti ad accettare qualche soldo in meno di garanzia, e il pubblico compra i biglietti con grande anticipo, sicuro che ci sarà qualcosa di importante da vedere. Basti pensare che tutte le sessioni di gara di questa edizione sono andate sold out giù lo scorso novembre, a pochi giorni dall’apertura della biglietteria, una situazione che permette agli organizzatori di investire con più tranquillità, forti di un ritorno importantissimo, in termini economici e di immagine.
UN NUOVO STADIO ENTRO DUE ANNI
Oltre ai grandi investimenti nelle strutture e per portare in Messico i migliori del mondo, il Grupo Pegaso sta prestando grande attenzione anche alla promozione dell’immagine del torneo. Per esempio, lo scorso week-end hanno caricato su un elicottero Dominic Thiem e Alexander Zverev, i due più forti in gara, e li hanno portati a scambiare qualche palla in un campetto allestito presso la Sinfonía del Mar, un piccolo teatro all’aperto a picco sull’oceano (foto sopra). Nulla di eccezionale, ma le suggestive immagini del mini-evento hanno fatto il giro del mondo, contribuendo alla promozione del torneo e della città. “Non c’è nulla che promuova Acapulco come lo fa questo torneo – ha detto Héctor Astudillo Flores, governatore dello Stato di Guerrero –, e ci piacerebbe che in futuro lo facesse sempre di più”. Secondo la Segreteria del Turismo dello stato, la manifestazione porta alla città un indotto economico di qualcosa come 750 milioni di pesos messicano, l’equivalente di oltre 32 milioni di euro. Una situazione di salute che permette di guardare al futuro con enorme tranquillità, tanto che proprio nei giorni scorsi il Grupo Pegaso ha rinnovato per altri dieci anni l’accordo col Princess Mundo Imperial, garantendo l’evento almeno fino al 2028. Una delle condizioni dell’accordo è la costruzione di un secondo stadio per l’edizione 2020, per continuare a crescere il più possibile all’interno dell’impianto attuale. Non è grandissimo in termini di spazi ancora utilizzabili, ma qualche margine di crescita ce l’ha. Un campo importante in più sarebbe un ulteriore passo avanti anche verso quel sogno Masters 1000 che in Messico non hanno mai nascosto. L’ATP ha fatto capire che per il momento non ha intenzione di mettere mano al calendario, ma quando ci ripenseranno, c’è da scommettere che il nome di Acapulco salterà fuori. Meritatamente.