La tedesca ci ricorda che nel tennis non c'è nulla di scontato. Nettamente sfavorita contro la Azarenka, ha infilato il match perfetto e nel secondo set ha cancellato cinque setpoint, rimontando da 2-5 a 7-5. Adesso è favorita per un posto in finale. 

L'applauso è stato freddino, ma lei c'è abituata. Non capita quasi mai che Angelique Kerber abbia i favori del pubblico. Un po' è colpa sua, visto che non è un mostro di sportività (il furtarello alla Hantuchova al Roland Garros 2014 grida ancora vendetta). Ma in tanti non apprezzano a dovere le sue doti. Sono un po' nascoste, ma importanti. Le ha mostrate a Melbourne, stroncando la serie positiva di Victoria Azarenka. La bielorussa era scatenata, un rullo compressore, pronta a sfidare Serena Williams in finale. Aveva vinto 18 set su 18 nel 2016, compresa la finale di Brisbane in cui la stessa Kerber era stata una comparsa. Memore della batosta, “Angie” si è seduta a un tavolo con il fido Torben Beltz e ha pianificato il match alla perfezione. Insieme, hanno scodellato una delle sorprese più clamorose del torneo. Hai voglia a dire che la Kerber era n.7 del tabellone e la Azarenka n.14. Tutti sapevano che Vika era forte come non mai. Ma in troppi avevano dimenticato che la Kerber, quel ranking lì, non l'aveva usurpato. Nel 6-3 7-5 che la proietta in semifinale (la prima in Australia, la terza in carriera) è stata perfetta, a tratti devastante. Si è concentrata sul servizio: ha portato a casa un buon 64% di prime palle e un bottino di 4 ace. Sistemato quel settore, si è scatenata. Ama spingere con il dritto, ma è con il rovescio che ha messo in crisi la Azarenka. Su quella diagonale (dritto bielorusso contro rovescio tedesco) ha fatto sfracelli, tirando cannonate e rispondendo all'attacco missilistico della Azarenka. A quel punto, per Vika, si è fatto tutto più difficile. Perché sul piano atletico, a dispetto di due gambe ben più affusolate, è lei ad essere più lenta. La Kerber è una lepre, riprende tutto ed è eccezionale nel giocare di controbalzo. Forse è la migliore del tour in fase difensiva. E' partita fortissimo, facendo capire alla Azarenka che sarebbe stata ben altra storia rispetto ai turni precedenti, in cui Vika aveva perso 11 game in quattro partite. 2-0, addirittura 4-0. La Azarenka si è riavvicinata fino al 3-4 e palla del 4-4. Ma l'ha ricacciata indietro, peraltro dopo averle scippato il servizio per la terza volta.


CINQUE GAME DA WONDER WOMAN

La bielorussa ha continuato a giocare con un vivace spirito combattivo e sembrava essere tornata quella dei giorni scorsi. Non ha avuto intoppi fino al 5-2 e 40-0 sul proprio servizio. Ma era il giorno della Kerber: i tre setpoint sono volati via e un doppio fallo della Azarenka ha ridato vita al set. La Kerber ha ripreso a spingere, a crederci, e ha cancellato altri due setpoint nel decimo gioco. Quando la Azarenka ha regalato il 5-5 con un punto sciagurato (aveva tutto il campo per giocare un rovescio da sopra la rete, invece ha tirato addosso alla Kerber, che l'ha infilata con il passante di dritto), si è capito che era finita. Angie non ha più sbagliato e ha mandato in tilt l'avversaria. Vika ha chiuso nel peggiore dei modi, con un disordinato attacco e una pessima volèe. La Germania ritrova una semifinalista nel tabellone femminile dopo 18 anni (l'ultima fu Anke Huber), mentre la Kerber sogna di restituire il titolo a una giocatrice mancina dopo 20 anni esatti. Nel 1996, infatti, si impose Monica Seles nel suo ultimo titolo Slam. 


IL NUOVO SERVIZIO DI ANGIE

“Credo che mi sia mancato il 10% in ogni settore del gioco. Non sono riuscita a entrare nel match come avrei voluto – ha detto una Azarenka piuttosto nervosa – mi sono creata diverse chance, ma non sono stata brava a sufficienza e non le ho sfruttate”. Si riassume così il suo pensiero, unito alla scarsa voglia di rispondere a domande più o meno con lo stesso tenore, se non con una sentenza. “Oggi sarò delusa. Oggi sarò incazzata. Ma in queste tre settimane ho mostrato buoni segnali e adesso cercherò d individuare nuovi aspetti su cui lavorare. Con Wim Fissette va tutto bene: mi piace perché è molto onesto. Ma tutto il mio team sta facendo un ottimo lavoro”. Per una volta, tuttavia, la protagonista è la bionda Angelique, nata a Brema, testa tedesca ma cuore polacco. A suo dire, la chiave è stata l'aggressività. Tante tenniste usano questo termine quando parlano con i giornalisti, ma nel suo caso è vero. “Negli ultimi mesi ho lavorato tanto sul servizio e credo che nelle ultime settimane sia migliorato. Ma posso fare ancora meglio. Quando mi sento bene con il servizio, tutto il resto viene più facile”. Negli schiaffi da fondocampo, inoltre, spesso è stata lei a cercare il vincente per prima. Ha picchiato a più non posso sul dritto della Azarenka e la tattica ha pagato. Per il resto, le hanno fatto qualche domanda su Steffi Graf, sul breve periodo che ha trascorso a Las Vegas l'anno scorso (quando si fece ospitare dal team Adidas, che peraltro ha cessato di esistere). Lei non parla volentieri dei dettagli, se non del fatto che Steffi era il suo idolo e ancora oggi riguarda i suoi match su Youtube. “E non mi interessa chi affronterò in semifinale. Magari proverò ad attuare alcune tecniche psicologiche che ho imparato in questi due anni, con l'obiettivo di restare tranquilla e concentrarmi sul punto che devo giocare e non su quanto appena accaduto”. Glaciale e didascalica, proprio come sul campo da tennis. Ma vincente.

 

AUSTRALIAN OPEN 2016 – QUARTI DI FINALE DONNE

Angelique Kerber (GER) b. Victoria Azarenka (BLR) 6-3 7-5

Johanna Konta (GBR) b. Shuai Zhang (CHN) 6-4 6-1