Da Brescia, Riccardo Bisti – 16 novembre 2014
Illya Marchenko viene da una città col nome impronunciabile: Dneprodzerzhinsk. In questa esaltante settimana al Trofeo Città di Brescia, l'ucraino ha reso indecifrabile anche il suo tennis. Sta giocando ancora meglio rispetto a quando, quattro anni fa, era salito al numero 67 ATP. Per la delusione dei bresciani, ha battuto Dustin Brown con un netto 6-1 6-4 e ha centrato la finale in singolo dopo averla già raggiunta in doppio. Una vittoria eclatante, rumorosa. Nel primo set non ha lasciato scampo a Brown, infilzandolo da tutte le parti con risposte puntuali e precise. Il dominio è durato fino al 6-1 2-0, poi Brown si è svegliato. Ma era troppo tardi. Sul 3-2 Marchenko, un fulminante dritto incrociato gli ha regalato le uniche due palle break dell'incontro. Lui si è esaltato, il pubblico si è infiammato. Ma Marchenko, glaciale, gliele ha cancellate entrambe e pochi minuti dopo ha salutato il pubblico con un sorriso a 32 denti. E' la sua prima finale stagionale, una finale che segna la sua rinascita. “Sinceramente non so cosa sia successo in questa settimana. Non ne ho idea, davvero. Il mio 2014 era finito un paio di settimane fa. Non avevo più niente da dimostrare e niente da guadagnare. Avevo la certezza di giocare le qualificazioni all'Australian Open ma nessuna chance di entrare in tabellone. Poi sono andato a Bratislava, ho cambiato coach e alcuni cambiamenti hanno fatto bene al mio gioco e alla mia mente. Sono migliorato e vedo bene il futuro dopo 2-3 stagioni difficili”. Contro Brown, l'ucraino è piaciuto per la capacità di gestire i momenti difficili. Ha reso il match “poco interessante”, ma è soltanto un merito. “Dustin ha provato a utilizzare i suoi colpi potenti per vincere il punto, ma io l'ho neutralizzato. All'inizio ho risposto molto bene e questo ha fatto la differenza. Quando Brown scende a rete, ti costringe a giocare colpi molto difficili. La principale qualità che dovevo avere era la capacità di passarlo. Ce l'ho fatta”.
“BROWN PUO' UCCIDERTI”
E pensare che il pubblico di Brescia era tutto per Brown, “adottato” dopo la folgorante vittoria di venerdì contro Viktor Troicki (peraltro presa malissimo dal serbo). Lo stesso Marchenko sapeva che non sarebbe stata facile. “Odio giocare contro avversari come Dustin, perchè non sai mai cosa aspettarti. Lui può tirare un vincente da tutte le parti, da ogni zona del campo. E' in grado di ucciderti in mezz'ora. Sapevo che sarebbe stata dura, ma ero preparato”. In finale, l'ucraino se la vedrà con Farrukh Dustov. L'amico dei senatori uzbeki (con alcuni gioca a tennis: è un grande appassionato di politica) ha superato Michael Berrer al termine di una splendida battaglia, chiusa col punteggio di 7-6 4-6 6-3. In una sfida tra giganti, era normale che il servizio la facesse da padrone. Dustov non ha perso un punto sulla prima di servizio in tutto il primo set e si è meritato di vincere il tie-break, peraltro con uno splendido rovescio lungolinea. Nell'esecuzione, il colpo ricorda vagamente quello di Juan Martin Del Potro. Nel secondo set, Dustov aveva due palle break consecutive per salire 4-2, ma il tedesco le cancellava con un ace e un servizio vincente. Nel game successivo, Berrer trovava il break grazie a un morbido passante in slice di dritto, su cui Dustov ha cercato una difficile volèe in allungo, morta sul nastro. Sullo slancio, è caduto e si è fatto male al ginocchio destro. Si è fatto medicare e fasciare, interrompendo il match per qualche minuto, e al rientro in campo sembrava leggermente condizionato.
GRAN PUBBLICO AL SAN FILIPPO
Perdeva il set ma reagiva da campione, segno dell'attuale condizione di fiducia. Trovava il break al secondo game con uno strepitoso passante di rovescio e lo teneva fino alla fine, conquistando la seconda finale consecutiva dopo quella giocata a Bratislava. Nel penultimo punto del match, sul 5-3 e 30-0, ha giocato il più bel punto del torneo. Scavalcato da un pallonetto di Berrer, ha tirato un millimetrico tweener che ha fulminato il tedesco. Roger Federer ne aveva giocati un paio così. Pubblico in visibilio, gente in piedi. Il Palazzetto San Filippo era gremito, con oltre 1.900 tagliandi venduti sui 2.000 messi in vendita. Lo stesso Marchenko era esaltato dalla cornice: “E' molto bello vedere così tanta gente, nei tornei challenger succede molto raramente”. I precedenti tra Marchenko e Dustov dicono 1-1. Nel 2008, a Tanger, sulla terra battuta, vinse l'uzbeko. L'anno dopo, a un future tedesco, si ritirò sul 7-5 2-0 per Marchenko. Ma a Brescia sarà un'altra storia: c'è un trofeo in palio. Si parte alle 17, con diretta TV su SuperTennis (canale 224 di Sky e 64 del digitale terrestre).