Dubai non vale l’Australian Open, ma lo scozzese ha interrotto la striscia vincente di Djokovic con un netto 6-2 7-5. Il serbo, tuttavia, non è parso al 100%.
La delusione di Novak Djokovic
TennisBest – 2 marzo 2012
Difficilmente questo risultato cambierà gli equilibri, ma stringere la mano da vincitori è sempre meglio. E' quello che avrà pensato Andy Murray, primo finalista al torneo ATP di Dubai (1.700.475$, cemento) grazie alla vittoria su Novak Djokovic. E’ finita 6-2 7-5 per lo scozzese, ma su questo match pesa la prestazione del serbo, decisamente sottotono. Il bilancio tra i due parla di sette vittorie a cinque per Djokovic, ma gli ultimi due successi di Murray sono giunti in situazioni un po’ particolari. La finale di Cincinnati 2011 non è nemmeno terminata, mentre stavolta Djokovic è arrivato alla fine ma è parso in chiara difficoltà. Murray ha dominato la partita fino al 6-2 5-2, e si pensava che avrebbe potuto chiudere senza patemi. Invece la sudditanza psicologica nei confronti del serbo si è fatta sentire anche stavolta. Elevando il livello di gioco, ma soprattutto cambiando atteggiamento, Djokovic ha infilato l’unico break della partita e si è portato sul 5-5. A quel punto il match avrebbe potuto girare, ma il serbo era troppo lontano dalla migliore condizione. L’ultimo game è stato un pianto: quattro errori gratuiti, sigillati da un dritto sparato in mezzo alla rete, hanno confezionato la vittoria di Murray, che in finale attende il vincitore di Federer-Del Potro.
Per Murray è una vittoria importante, un balsamo psicologico che lo aiuterà a smaltire le tossine della semifinale di Melbourne. La stampa britannica, tuttavia, ha già evidenziato che i veri test per Murray arriveranno nei tornei del Grande Slam. Lo scozzese ha giocato una buona partita, l’ha condotta con autorità fino ad un passo dal traguardo. Al di là del risultato, tuttavia, c’è il rischio che il match venga ricordato più per la rimonta abortita di Djokovic che per la vittoria di Murray. E c’è il dubbio su come sarebbe andata a finire se Djokovic non avesse regalato l’ultimo game e si fosse rifugiato nel tie-break, magari vincendolo. Murray non era accompagnato da Ivan Lendl, che in questi giorni si è dilettato con il Senior Tour, ma l’impressione è che la sua presenza sia indispensabile per dargli fiducia e tranquillità. Ci fosse stato il coach, probabilmente Murray non avrebbe concesso a Djokovic questa mini-rimonta.
La partita è durata un’ora e ventidue minuti. Dopo un inizio abbastanza equilibrato, il primo break è arrivato al sesto game. Djokovic ha avuto la chance di tornare in partita, ma lo scozzese ha cancellato due palle break nel game successivo e ha ulteriormente allungato per poi siglare il 6-2 finale. L’inerzia è proseguita fino al 3-0 del secondo set, quando Murray ha firmato il settimo gioco consecutivo. A quel punto Nole è tornato in carreggiata, ha avuto la forza di salire fino al 5-2 ma poi si è dovuto arrendere. Il prossimo impegno per il serbo sarà il Masters 1000 di Indian Wells, al via la prossima settimana.
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