Dopo una prima serata opaca, l’evento “Djokovic and Friends” corregge il tiro: l’arrivo a Milano di un Rafael Nadal super sorridente aiuta a riempire il Forum di Assago, e il clima diventa molto piacevole. Fra spettacolo in campo e fuori, beneficenza e la satira di Fiorello, anche i più esigenti si sono divertiti. (Foto Francesco Panunzio)

Alla fine ha avuto ragione Novak Djokovic. C’è voluto un “friend” d’eccezione come Rafael Nadal, ma il suo evento benefico milanese, partito con una prima serata sottotono, ha chiuso col segno “+”, tanti sorrisi e un Forum di Assago non lontano dal tutto esaurito. Forse la prima serata non è servita a motivare i dubbiosi, ma almeno ha fatto conoscere l’evento a chi non ne sapeva nulla (ed erano tanti), contribuendo a un Day 2 dal clima molto più elettrico. Spettatori raddoppiati, qualche vip come Carlos Bacca del Milan e Stevan Jovetic dell’Inter (curiosamente posizionati esattamente agli opposti del campo), e un’atmosfera piacevolissima, alimentata da un Fiorello “a metà”: giacca da sera sopra, calzoncini e scarpe da tennis sotto, e pure la racchetta in mano. Nella sua introduzione ha colto l’occasione per ironizzare su un paio di temi caldi della politica nazionale: il Fertility Day (Fognini e Pennetta dovevano esserci anche stasera, ma oggi è il fertility day e avevano altro da fare”) e il “no” del Campidoglio alla candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2024. “Potreste organizzarli a Milano”, ha scherzato, elencando alcuni luoghi improbabili della città dove si potrebbero svolgere le gare. Poi ha lasciato spazio al padrone di casa, che nel giro di un’ora ha messo piede in campo ben tre volte. La prima per scaldarsi con Riccardo Stiglich e Niccolò Apostolico, i due sparring dell’Accademia di Laura Golarsa che hanno avuto l’onore di palleggiare anche con Nadal; la seconda per un breve promo della sua racchetta Head, con giochi di luce e qualche scambio con un raccattapalle; la terza per l’atteso match di cartello dell’intero evento, il più giocato nell’Era Open con la bellezza di 49 confronti ufficiali. A seguirlo c’erano papà Srdjan e mamma Dijana, e a un certo punto è comparso pure il coach Marjan Vajda. Nessuna traccia, invece, della moglie Jelena, direttrice della Novak Djokovic Foundation. Probabilmente dopo la cena di gala di martedì al Castello Sforzesco ha preferito tornare a Montecarlo, gettando benzina sul fuoco alle voci che raccontano di una crisi coniugale fra i due.



“FERTILITY DAY? NO, ARRIVO TROPPO TARDI”
La totale assenza di tensione (che ha offerto un Nadal inedito, senza l’ombra di nessuno dei suoi celebri tic pre-servizio) ha aiutato lo spettacolo, regalando due set con il giusto tasso di intrattenimento, senza eccedere nei teatrini esagerati della sera precedente. Dopotutto la ricetta migliore per far divertire degli appassionati di tennis, specialmente per due che si chiamano Djokovic e Nadal, non è altro che il tennis stesso. Dunque spazio sì a qualche scambio che si è trasformato in calcio tennis, tweener a puro uso e consumo degli spettatori, un Djokovic che ha ospitato un paio di tifosi in panchina durante tutto il match e ha chiesto ripetutamente consigli a un raccattapalle-coach (premiato con la t-shirt usata durante l’incontro), e pure un salto in tribuna a raccogliere baci e abbracci, dopo aver rincorso invano un lob di “Rafa”. Ma anche una buona intensità, qualche giocata degna del loro nome e due set – 6-4 6-4 Djokovic lo score – sufficienti a saziare l’appetito dei presenti. Chiuso l’incontro, Nadal è dovuto scappare via: “Anche lui per il fertility day”, ha scherzato Fiorello. “No, arrivo a Maiorca troppo tardi per la fertilazione“, la replica in italiano (o quasi) dello spagnolo, super sorridente dall’inizio alla fine, tanto da sembrare amareggiato di dover lasciare il campo. Ma aveva fretta sul serio di correre in aeroporto, a tal punto che mentre il suo manager Benito Pérez-Barbadillo raccoglieva racchette e borsone, lui è rientrato negli spogliatoi senza fermarsi a firmare autografi, rarità per chi l’ha fatto anche dopo alcune delle sue sconfitte più dolorose. A prendere il suo posto ci ha pensato Fiorello, e allora Djokovic si è lasciato andare indossando i panni di showman, per un’ultima mezz’ora di puro intrattenimento. Prima a due, poi a quattro per un rapido doppio con due ragazzini, il tutto condito da tante risate e la consapevolezza di aver fatto del bene, raccogliendo fondi da destinare all’educazione dei giovani meno fortunati. Il grazie che “Nole” rivolge al pubblico alla fine dei suoi match, portandosi le braccia al cuore prima di spingerle verso i quattro lati dello stadio, oggi era più sentito che mai.