C'era grande attesa per l'esordio di “Ball Boys”, il docu-reality prodotto e realizzato da SuperTennis. Inizialmente prevista per lunedì 23 marzo, la prima puntata è stata rinviata di una settimana ed è stata trasmessa in un orario particolarmente felice: alle 16.30, subito prima che iniziassero gli ottavi del Miami Open. Massima visibilità, dunque, tenendo conto che la fascia oraria più felice per gli ascolti di SuperTennis è proprio tra le 15 e le 18. Il programma è stato ideato da Beatrice Coletti, AD di SportCast nonché direttrice di SuperTennis. La Coletti crede molto nel progetto-reality, soprattutto quelli destinati a un pubblico di teenagers. E Ball Boys entra a pieno titolo in questa categoria, poiché i protagonisti sono cinque ragazzi di età compresa tra i 16 e i 21 anni. “Ball Boys si inserisce a pieno titolo nell'ottimo filone di produzioni italiane di docu-reality dedicate a un pubblico teen, che affrontano il tema dell'impegno dei giovani nello sport – dice la Coletti – ma vuole raccontare una storia diversa: lo sport non è solo agonismo, ma uno stile di vita positivo. E il tennis è una passione per la vita”. In queste parole, in fondo, si racchiude il senso del programma: utilizzare il tennis (in questo caso, una scuola per raccattapalle) per promuovere uno stile di vita sano, il più possibile lontano dai clichè che si sono affermati nel 21esimo secolo, a partire da uno stile di vita troppo sedentario e dettato dalla tecnologia. A dire il vero, dando un'occhiata alle scene di Ball Boys durante i raduni, non tutti i ragazzi sembrano in forma smagliante. E gli smartphone appaiono parecchio, più del dovuto, persino mentre i responsabili tengono la prima (e unica) lezione teorica.
I COMPLIMENTI DEI GIOCATORI…E I FALCHI
Realizzato dai registi Angelo Bozzolini e Lorenzo Scurati, Ball Boys è una serie di 11 puntate della durata di circa 26 minuti, ideale accompagnamento verso gli Internazionali BNL d'Italia, dove i raccattapalle entreranno a contatto con i top-players e saranno protagonisti silenziosi del torneo. Va detto che i raccattapalle di Roma hanno sempre fatto bella figura, come conferma Federico, il più piccolo del quintetto: “I giocatori ci hanno sempre fatto i complimenti, anche se indubbiamente c'è da lavorare perchè esistono scuole raccattapalle di altri tornei che lavorano per tutto l'anno”. Di certo nessuno li ha mai criticati: ed è un gran risultato in un paese come il nostro, dove ogni attività è sempre nell'occhio del ciclone. La prima puntata mostra alcuni spezzoni dagli uffici della FIT (siti presso la Curva Nord dello Stadio Olimpico, a due passi dal Foro Italico), dove vengono mostrate alcune fasi del lavoro di Alessandra Fracassini, responsabile dei raccattapalle, nonché una breve chiacchierata con Sergio Palmieri, direttore del torneo. Viene mostrata una telefonata in cui si parla della possibilità di utilizzare dei falchi per allontanare i piccioni dal Foro Italico. Niente di nuovo: tale strategia è utilizzata a Wimbledon da moltissimi anni. Poi, finalmente, è il momento dei protagonisti:
Matteo, 17 anni, Liceo Scientifico, ball boy dal 2009
Camilla, 21 anni, Facoltà di Lingue Straniere, ball girl dal 2008
Federico, 16 anni, Liceo Classico, ball boy dal 2011 (il suo motto è una frase di Giampiero Boniperti!)
Flaminia, 19 anni, ball girl dal 2008, Facoltà di Scienze Motorie
Alessia, 19 anni, ball girl dal 2007, Facoltà di Scienze Umane
IL PRECEDENTE DELLA GINNASTICA ARTISTICA
Scopriamo che la Scuola Raccattapalle della FIT è attiva da tre anni ed è gestita da un gruppo di responsabili, peraltro piuttosto giovani. Il primo incontro, documentato dalle telecamere, si è svolto al Foro Italico con circa tre mesi d'anticipo rispetto all'inizio del torneo. C'erano circa 360 ragazzi (“Non potremo prendere tutti, anche se ci piacerebbe” spiega uno dei responsabili), accolti dai videomessaggi di alcuni dei nostri migliori giocatori: Simone Bolelli, Sara Errani, Roberta Vinci, Camila Giorgi e Andreas Seppi. Scopriamo anche che i ball boys vengono divisi in categorie, un po' come i giudici di sedia: ci sono i gold (i migliori), i silver e i bronze. Come detto, si nota una condizione atletica media non straordinaria. Specchio fedele, ahinoi, della società odierna. Detto che viene accuratamente evitata la pubblicità casuale, con l'oscuramento di tutti i marchi (il nome di un supermercato, una marca di abbigliamento, una nota bevanda), il resto della puntata si snoda raccontando la quotidianità dei protagonisti: interessante, soprattutto sul piano sociologico. E molto adatta a stimolare la curiosità “guardona” del pubblico. Non è un caso, forse, che la puntata si chiuda con una delle tre ragazze che confessa di aver “puntato” un potenziale collega come possibile fidanzato, pur rifiutandosi di rivelarne l'identità. Nel complesso, l'esperimento è interessante perchè originale e diverso rispetto alle solite produzioni tennistiche. In passato, SuperTennis aveva realizzato format piuttosto tradizionali come “Circolando”, “Sotto Rete”, “Tennis Club”; “Terra Rosa” e – tutto sommato – anche il recente “Tennis Magazine”. Ball Boys va oltre, esce dai canoni della TV tematica, poiché il tennis (almeno nella prima puntata) resta sullo sfondo. Diciamo che avrebbe potuto andare in onda anche in una rete generalista. Tuttavia, il precedente della ginnastica artistica ("Vite Parallele", in onda su MTV e giunto alla quarta stagione) incoraggia. Basti pensare che la federazione dlle ginnastica ha fatto registrare un clamoroso boom di tesseramenti dopo la messa in onda del reality. Chissà se sarà altrettanto per il tennis. Di certo, ai prossimi Internazionali BNL d'Italia, i raccattapalle saranno guardati con occhi diversi.
BALL BOYS va in onda tutti i lunedì alle 18.30 e prevede diverse differite nel corso della settimana